PdL: Direzione nazionale.
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PdL: Direzione nazionale.
22 aprile 2010-04-22
11: nella smorfia del Lotto, sta per sbirro.
Gli aventi diritto al voto alla Direzione nazionale del PdL sono 172, di questi solo 11 hanno votato contro Berlusconi.
A tradire sempre loro, gli ex missini, passati ad an. e di conseguenza al PdL, e da oggi in attesa di trapassare… al a…là: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Adolfo Urso, Flavia Perina, Fabio Granata, Silvano Moffa, Andrea Augello, Donato Lamorte, Pasquale Viespoli, Salvatore Tatarella, Cesare Cursi, restano incoerenti al pari del Fini-to.
Tra questi il più viscido dopo Bocchini risulta essere Fabio Granata il quale, a direzione conclusa si è dimostrato spudoratamente spacciato affermando: in 11 contro documento per assenze ma soddisfatti. Soddisfazione, spiega, perché "siamo fermi sulla nostra posizione, non si può pensare ad un partito dove non esiste il dibattito su grandi questioni civili come la cittadinanza …". - "Spero che la frattura tra Fini e Berlusconi sia sanabile. Ma temo di no". - "Abbiamo posto dei temi politici - continua Granata - con grande rispetto e nell'ambito di un partito che è una grande forza politica alla quale abbiamo contribuito in prima persona, facendo confluire una tradizione antica e nobile". Oggi abbiamo dato un segnale chiaro di coesione rispetto alle tesi del presidente Fini. Se mi chiede se la frattura tra i due sia sanabile rispondo: spero di sì ma temo di no".
<< Fabio Granata, per chi non lo ricorda, ha 50 anni, una giovinezza divisa tra il Fronte della Gioventù in versione «militante», un «corteggiamento» alla Rete di Leoluca Orlando e un lungo feeling con Gianni Alemanno rautiano. Un vero esempio di coerenza>>.
Fabio Granata, ha concluso le sue dichiarazioni dicendo: il documento è un invito ad andarcene. Ma noi resisteremo».
La Direzione nazionale all’Auditorium della Conciliazione di Roma, verso le 13:00 si è trasformato in una ghiacciaia, a parlare alla platea era il Fini-to il quale rivolgendosi a Berlusconi l’accusa di averlo additato al popolo del Pdl. (utilizzando la stessa frase dei Fascisti) d’essere un traditore. Arrampicandosi su gli specchi ha cercato di dimostrare il contrario, per poi dichiarare di non essere intenzionato a lasciare nè la presidenza della Camera nè il partito.
Subito dopo il faccia a faccia, Fini (to) – Berlusconi. Un duro scontro, che ha visto fortemente soccombete l’aria finiana, tanto da ritirare tutte e 22 iscrizioni di richieste d’intervento.
Tutti contro Fini allora, e chi non ce l’ha fatta a parlare oggi, certamente parlerà un altro giorno,
«Il Pdl ha vinto, è il momento di gioire», aveva dichiarato poi il senatore Gaetano Quagliariello, mentre Maurizio Gasparri, ex An, aveva ricordato la distanza presa in passato da Fini su diversi provvedimenti del partito. «Su Eluana eravamo tutti concordi tranne Fini», ha sottolineato polemicamente il senatore.
Il voto sul documento pro Berlusconi che ha coronato il pomeriggio di fuoco non lascia spazio a dubbi. «La Direzione Nazionale sottolinea la vittoria del centrodestra con un risultato storico» dove «il centrodestra si è confermato maggioranza nel Paese» recita la carta della Direzione Nazionale del Pdl, che definisce «poco comprensibili e pretestuose» le polemiche, punta il dito contro «le ambizioni personali e le correnti» e riafferma fedeltà e «gratitudine» al Cavaliere.
Il senso è chiaro: dissenso sì, correnti no. A Fini dunque resta la libertà di parola. Una libertà vigilata
Berlusconi per il PdL sta utilizzando gli stessi metodi che Fini – to utilizzava nel M.S.I. e in An, Assemblee convocate ad ogni volo di Gallo, congressi a distanza di 5 anni.
Liberapresenza, auspica un immediato dissolvimento del PdL in tutte le sue componenti in quanto, partito servo del sionismo e con esso del capitalismo internazionale, il ritorno all’unità d’area dei Fascisti per rivendicare, l’unità Nazionale e politiche sociali di libertà.
A tradire sempre loro, gli ex missini, passati ad an. e di conseguenza al PdL, e da oggi in attesa di trapassare… al a…là: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Adolfo Urso, Flavia Perina, Fabio Granata, Silvano Moffa, Andrea Augello, Donato Lamorte, Pasquale Viespoli, Salvatore Tatarella, Cesare Cursi, restano incoerenti al pari del Fini-to.
Tra questi il più viscido dopo Bocchini risulta essere Fabio Granata il quale, a direzione conclusa si è dimostrato spudoratamente spacciato affermando: in 11 contro documento per assenze ma soddisfatti. Soddisfazione, spiega, perché "siamo fermi sulla nostra posizione, non si può pensare ad un partito dove non esiste il dibattito su grandi questioni civili come la cittadinanza …". - "Spero che la frattura tra Fini e Berlusconi sia sanabile. Ma temo di no". - "Abbiamo posto dei temi politici - continua Granata - con grande rispetto e nell'ambito di un partito che è una grande forza politica alla quale abbiamo contribuito in prima persona, facendo confluire una tradizione antica e nobile". Oggi abbiamo dato un segnale chiaro di coesione rispetto alle tesi del presidente Fini. Se mi chiede se la frattura tra i due sia sanabile rispondo: spero di sì ma temo di no".
<< Fabio Granata, per chi non lo ricorda, ha 50 anni, una giovinezza divisa tra il Fronte della Gioventù in versione «militante», un «corteggiamento» alla Rete di Leoluca Orlando e un lungo feeling con Gianni Alemanno rautiano. Un vero esempio di coerenza>>.
Fabio Granata, ha concluso le sue dichiarazioni dicendo: il documento è un invito ad andarcene. Ma noi resisteremo».
La Direzione nazionale all’Auditorium della Conciliazione di Roma, verso le 13:00 si è trasformato in una ghiacciaia, a parlare alla platea era il Fini-to il quale rivolgendosi a Berlusconi l’accusa di averlo additato al popolo del Pdl. (utilizzando la stessa frase dei Fascisti) d’essere un traditore. Arrampicandosi su gli specchi ha cercato di dimostrare il contrario, per poi dichiarare di non essere intenzionato a lasciare nè la presidenza della Camera nè il partito.
Subito dopo il faccia a faccia, Fini (to) – Berlusconi. Un duro scontro, che ha visto fortemente soccombete l’aria finiana, tanto da ritirare tutte e 22 iscrizioni di richieste d’intervento.
Tutti contro Fini allora, e chi non ce l’ha fatta a parlare oggi, certamente parlerà un altro giorno,
«Il Pdl ha vinto, è il momento di gioire», aveva dichiarato poi il senatore Gaetano Quagliariello, mentre Maurizio Gasparri, ex An, aveva ricordato la distanza presa in passato da Fini su diversi provvedimenti del partito. «Su Eluana eravamo tutti concordi tranne Fini», ha sottolineato polemicamente il senatore.
Il voto sul documento pro Berlusconi che ha coronato il pomeriggio di fuoco non lascia spazio a dubbi. «La Direzione Nazionale sottolinea la vittoria del centrodestra con un risultato storico» dove «il centrodestra si è confermato maggioranza nel Paese» recita la carta della Direzione Nazionale del Pdl, che definisce «poco comprensibili e pretestuose» le polemiche, punta il dito contro «le ambizioni personali e le correnti» e riafferma fedeltà e «gratitudine» al Cavaliere.
Il senso è chiaro: dissenso sì, correnti no. A Fini dunque resta la libertà di parola. Una libertà vigilata
Berlusconi per il PdL sta utilizzando gli stessi metodi che Fini – to utilizzava nel M.S.I. e in An, Assemblee convocate ad ogni volo di Gallo, congressi a distanza di 5 anni.
Liberapresenza, auspica un immediato dissolvimento del PdL in tutte le sue componenti in quanto, partito servo del sionismo e con esso del capitalismo internazionale, il ritorno all’unità d’area dei Fascisti per rivendicare, l’unità Nazionale e politiche sociali di libertà.
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