Erich Priebke: È morto un eroe! Altro che boia.
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Erich Priebke: È morto un eroe! Altro che boia.
Erich Priebke è morto nell’appartamento in cui viveva, alla Balduina, un EROE che non tradì il proprio paese in armi, obbedendo agli ordini dei superiori in grado.
Il 29 luglio aveva compiuto 100 anni, e anche in quella occasione i maledetti da Dio, hanno tentato di rovinargli la ricorrenza. Giorni prima dell’evento gli infami si sono rivolti al compagno presidente della Repubblica G. Napolitano e al sindaco di Roma, chiedendo di impedire ad un Grande tedesco di festeggiare il primo centenario della sua vita. Si proprio cosi, il primo centenario, perché, verrà ricordato nel secondo, e cosi in avanti, da Camerati destinati dalla storia a ritornare al potere, per vendicare le attuali persecuzioni a cui sono sottoposti.
Fra questi non annoveriamo i soliti vili, ex missini che si sono asserviti al berlusconismo, ed ormai sulla via del tramonto, al pari dei nemici rossi.
Se dei vili terroristi rossi non avessero messo in atto l'attentato di via Rasella, oggi la morte dell’ex capitano Priebke, sarebbe rimasta una morte privata, cosi come il comandante Herbert Kappler, non avrebbe ordinato la rappresaglia in risposta a quella vile azione. Anche in questa occasione quelli dell’olocausto, si sono appropriati dei morti trucidati nel rispetto delle leggi di guerra. Infatti dei 335 uomini uccisi, solo 75 erano ebrei.
Va ricordato che nel primo processo del 1948 davanti al Tribunale militare di Roma, tutti gli ufficiali presenti, ad eccezione del capo Kappler (che fu condannato all'ergastolo), furono prosciolti per aver ubbidito ad ordini superiori. Questa sentenza fu confermata in appello e in Cassazione. Sarebbe stato prosciolto anche Erich Priebke, ma lui non era presente perché come tanti militari (tedeschi) sconfitti si trasferì in Argentina, negli anni Novanta già ottantenne l’Italia ottenne la sua estradizione per sottoporlo a un processo, esemplare, per soddisfare la prepotente comunità ebraica italiana.
Così Priebke finì alla sbarra davanti a un tribunale mediatico e giudiziario.
Nel '96 avrebbe dovuto essere scarcerato a seguito del "non doversi procedere" deciso dal Tribunale militare, ma la scarcerazione non avvenne mai a causa delle sollevazioni tumultuose organizzate nell'aula di tribunale da una piccola rappresentanza ebraica.
La giustizia si piega alla folla.
Subito dopo arrivò l'agognata sentenza, d'ergastolo, I padroni del mondo avevano saziato il loro odio, producendo altro odio: "non abbiamo paura di dirlo anche quando coloro che pensano e vedono ingiusto sono i padroni della piazza".
Queste parole sono di Indro Montanelli.
Il 29 luglio aveva compiuto 100 anni, e anche in quella occasione i maledetti da Dio, hanno tentato di rovinargli la ricorrenza. Giorni prima dell’evento gli infami si sono rivolti al compagno presidente della Repubblica G. Napolitano e al sindaco di Roma, chiedendo di impedire ad un Grande tedesco di festeggiare il primo centenario della sua vita. Si proprio cosi, il primo centenario, perché, verrà ricordato nel secondo, e cosi in avanti, da Camerati destinati dalla storia a ritornare al potere, per vendicare le attuali persecuzioni a cui sono sottoposti.
Fra questi non annoveriamo i soliti vili, ex missini che si sono asserviti al berlusconismo, ed ormai sulla via del tramonto, al pari dei nemici rossi.
Se dei vili terroristi rossi non avessero messo in atto l'attentato di via Rasella, oggi la morte dell’ex capitano Priebke, sarebbe rimasta una morte privata, cosi come il comandante Herbert Kappler, non avrebbe ordinato la rappresaglia in risposta a quella vile azione. Anche in questa occasione quelli dell’olocausto, si sono appropriati dei morti trucidati nel rispetto delle leggi di guerra. Infatti dei 335 uomini uccisi, solo 75 erano ebrei.
Va ricordato che nel primo processo del 1948 davanti al Tribunale militare di Roma, tutti gli ufficiali presenti, ad eccezione del capo Kappler (che fu condannato all'ergastolo), furono prosciolti per aver ubbidito ad ordini superiori. Questa sentenza fu confermata in appello e in Cassazione. Sarebbe stato prosciolto anche Erich Priebke, ma lui non era presente perché come tanti militari (tedeschi) sconfitti si trasferì in Argentina, negli anni Novanta già ottantenne l’Italia ottenne la sua estradizione per sottoporlo a un processo, esemplare, per soddisfare la prepotente comunità ebraica italiana.
Così Priebke finì alla sbarra davanti a un tribunale mediatico e giudiziario.
Nel '96 avrebbe dovuto essere scarcerato a seguito del "non doversi procedere" deciso dal Tribunale militare, ma la scarcerazione non avvenne mai a causa delle sollevazioni tumultuose organizzate nell'aula di tribunale da una piccola rappresentanza ebraica.
La giustizia si piega alla folla.
Subito dopo arrivò l'agognata sentenza, d'ergastolo, I padroni del mondo avevano saziato il loro odio, producendo altro odio: "non abbiamo paura di dirlo anche quando coloro che pensano e vedono ingiusto sono i padroni della piazza".
Queste parole sono di Indro Montanelli.
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