I traditori, vecchi e nuovi tornano a Mirabello (FE)

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Messaggio  Admin Sab 04 Set 2010, 13:08

I traditori, vecchi e nuovi tornano a Mirabello (FE) Fini_t11

Il 5 settembre 2010, a Mirabello piccolo Comune di appena quattromila abitanti della provincia di Ferrara il capo dei traditori, emanerà il suo verbo.

E' dal settembre del 1982 che in questo paesino Vittorio Lodi, ex missino di ferro organizza la Festa Tricolore, per 12 anni con lo spirito cameratesco la fatto per il Msi, tradito quello spirito senza alcuna remore, il Lodi dal 1995 organizza la Festa per An. Dopo l'ulteriore tradimento che cancella la Fiamma ed An confluisce nel grande calderone di Fi, la quale prende il nome di Popolo delle Libertà, si propone quale organizzatore delle feste, che prende il nome “Festa Tricolore delle Libertà”.
Quest’anno il Lodi, come una bandiera al vento, ha organizzato la 29° edizione della Festa Tricolore in favore di Generazione Italia di fede Bocchinara, e dei gruppi parlamentari di Futuro e Libertà; questi professionisti del tradimento, senza vergogna, accusano di squadrismo quanti senza remore intentando asservirsi a Berlusconi, scordando che il termine squadrismo e un termine dispregiativo imposto nel comune lessico dal sovversivismo antitaliano. Questi opportunisti dovrebbero conoscere la storia del Fascismo, considerato che debbono ad esso il loro successo politico.

Le squadre fasciste nacquero per contrastare le provocazioni, le aggressioni e gli assassinii, che i socialcomunisti mettevano in atto contro camerati isolati, non scordando gli assalti alle loro proprietà e alle sedi del movimento Fascista. Allora i camerati operavano in squadre per azioni di rappresaglia, mai per attacchi preventivi, come lo stesso Mussolini ebbe ad affermare il 3 aprile del 1921: “la violenza sarà attuata tutte le volte che è necessario e che non dovrà perdere mai il carattere di LEGITTIMA RAPPRESAGLIA”.

Noi ricordiamo, i camerati che s' incontravano a Mirabello ogni fine d’estate, in un'enclave circondata da «rossi comunisti» e costruita testardamente sulle pentolate di tortellini, portachiavi di Mussolini, croci celtiche, libri di Julius Evola e Alain De Benoist. Come ricordiamo quel settembre del ‘87 quando Giorgio Almirante, ancora una volta preferì quel giovanotto ormai trentacinquenne anziché camerati più validi (la prima volta mise G. Fini a capo del FdG, pur non eletto. Era arrivato quarto), nominandolo suo successore alla guida del Msi.
Almirante pensava di aver dato corpo al <<Fascismo in movimento>>, il vecchio leader era certo di mettere in mani sicure il partito che aveva costruito insieme con Michelini, De Marsanich e Romualdi.

Non fu cosi!

Fini ha costruito intorno a se un gruppo di uomini e donne che si sono aggrappate alle ricchezze della FIAMMA, come più volte noi di Liberapresenza abbiamo evidenziato.
Questi approfittatore dopo innumerevoli trasformismi e tradimenti, si sono impadroniti delle risorse che la base militante missina a permesso da accumulare attraverso sottoscrizioni, non sempre volontarie, e ancor più garantendo la presenza del movimento nel territorio: pagando l’affitto delle sedi, la propaganda e quant’altro era necessario, oltre le innumerevole ore dedicate all’attività politica volontaria, aspettando, un giorno di abbattere il sistema, che in nome di una falsa democrazia stava depredando la Nazione.

Questa estate, grazie alla stampa, l’opinione pubblica ha appreso come vengono impegnate le donazioni fatte alla Fiamma identitaria. Un immobile sito in Montecarlo viene svenduto, e in seguito reso disponibile al fratello della femmina di Fini.
Chi sa qual’è fine farà il patrimonio immobiliare ed economico di quanti un tempo si dicevano fascisti.
Senza alcun imbarazzo, Fini e i suoi si sono appropriati del Secolo d’Italia, fondato a Roma da Franz Turchi nel 1952, un quotidiano ispirato ai principi (fascisti) del Msi che, nel primo numero uscito il 15 maggio dell’52, si avvalse dell’articolo di presentazione del Camerata Junio Valerio Borghese, eroico e leggendario Comandante della X Mas, il quale oggi si sta girando ripetutamente nella tomba.
E non per ultimo si sono appropriati della Festa Tricolore, simbolo per anni di una comunità in lotta che, a differenza dei potentati non ha abiurato la storia del Msi.
A Mirabello si sta consumando quella che i vertici locali definiscono «un' inutile strumentalizzazione» e i post missini «un vero tradimento».

Il 5 settembre, qualunque cosa farà o dirà il presidente della Camera, sarà un ulteriore tradimento, di quella comunità politica che Almirante “inconsciamente” le affidò.
Sia chiaro Fini non ha tradito i fascisti ma il Fascismo, un Fascismo senza Fez e Camicia Nera che, ha preso forma il 28 aprile 1945, dopo l’assassinio di Benito Mussolini a Giulino di Mezzegra. D’allora il Fascismo rappresenta una delle dottrine politiche di fondo del mondo moderno, rappresenta soprattutto una concezione della vita, e non soltanto della vita politica in quanto tale.

Noi trascenderemo da polemiche – quasi sempre meschine e biliose – dei vecchi e nuovi antifascisti di professione, incapaci di esprimere sul Fascismo un giudizio sereno inquadrato in un vasto complesso giudizio su tutto ciò che accade in Europa e nel Mondo nel periodo 1919 – 1945, e ancor più contro la figura e le opere di Mussolini, pur tenendo conto che, anche in questo caso, i giudizi più spassionati e più diretti furono espressi dai molteplici avversari, italiani e stranieri che conobbero Mussolini e lo esaltarono ieri, come noi lo esaltiamo oggi.

Giorgio Sorel disse, agli albori del movimento Fascista, che Mussolini aveva inventato la sintesi del dato Nazionale con il dato Sociale.

Il nostro fascismo è la sintesi di tre dati: quello della Nazione, quello del Lavoro, quello dello Stato, la caratteristica del Msi nella lotta al sistema voleva determinare questi principi che nei confronti di tutte le altre idee politiche del Mondo moderno, sta essenzialmente nella capacità – di conciliare i valori dello Stato, della Nazione e del Lavoro.
Fini, abiurando il suo passato e scegliendo il liberalismo, può aspirare al massimo alla conciliazione di valori quali la Nazione e lo Stato, ma non è in grado di rappresentare i valori Sociali.
Il Fascismo (che Fini ha definito il male assoluto) si prospetta, anzi si proietta dal passato verso l’avvenire; anche e soprattutto in mancanza, da parte di tutti gli altri movimenti, di una reale capacità di sintesi, si trasforma, anche contro la volontà dei loro esponenti, in forze di disgregazione, di dissolvimento che finiscono per facilitare l’avvento della sola, reale minaccia contro la civiltà contemporanea.
La globalizzazione ha imposto un nuovo imperialismo, a pagare i maggiori costi sono i popoli dei paesi emergenti, quali Cina, Brasile, India e Vietnam divenuti nuovi schiavi del capitalismo, in quanto trasformati in catene di produzione di beni di scarsa qualità a basso costo. Globalizzazione che è l’elemento sovvertito della sconfitta storica dei movimenti socialisti che tentarono, senza riuscirci, di conciliare le necessità dello Stato e quelli del lavoro, ma incapaci di esprimere i valori nazionali, anzi li negavano.

A METTERA L’ACCENTO SULLO STATO, LA NAZIONE E IL LAVORO NON ESISTE ALTRA CAPACITA’ DI SINTESI ALL’INFUORI DEL MOVIMENTO FASCISTA.

Questa è la giusta dimensione e la prospettiva verso l’avvenire; anche e soprattutto in considerazione del fatto che tutte le altre forze politiche si sono trasformate in forze di disgregazione, di dissolvimento, che hanno facilitato l’avvento della sola, reale minaccia contro la civiltà che la comunità occidentale, costruì attraverso i secoli, infatti, ormai i vari paesi del Mondo si soni consegnati alle multinazionali, essendo incapaci di stabilire una sintesi tra valori dello Stato e quelli della Nazione, finendo per dare giustificazione all’internazionalismo globalizzatore, il quale è notoriamente soltanto un pretesto, un alibi per mascherare il più feroce e più tiranno fra gli imperialismi di tutti i tempi.

Il Fascismo nel Msi degli anni 70, non voleva né contestare né sminuire – tanto meno rinnegare – la importanza essenziale delle proprie ispirazioni e tradizioni respingendo ogni interpretazione prettamente nostalgica, basando la società sulla esistenza della famiglia, in sua assenza si precipita nell’anarchia, mentre la globalizzazione si è posta contro la famiglia, negando il principio della solidarietà.
Lo stesso può dirsi per quei movimenti politici che, in ogni parte del Mondo, si sono dimostrati incapaci di stabilire la sintesi tra i valori dello Stato e quelli del lavoro.
Nel primo caso si determinano Stati e regimi che vengono genericamente definiti di destra, i quali non hanno nulla a che vedere con il movimento Fascista, sono semplicemente delle piccoli tirannie destinate fatalmente a cadere nell’orbita delle egemonie globalizzatrice, ne secondo caso si conferma lo sfruttamento di braccia e intelligenze in favore del capitalismo, essendosi da tempo consegnati ad esso.

SOLO IL FASCISMO PUO’ INTEPRETARE LA DIFESA DELLO STATO, DELLA NAZIONE E DEL LAVORO DANDO AD ESSA EQUILIBRIO E REALE ARMONIA.

Proprio la mancanza di questo equilibrio, finisce per tradursi in un vuoto di ideali e di ispirazioni morali, giustifica e determina la crisi della società cosiddetta consumistica: che essendo fallita deve ricercare l’equilibrio puramente materiale trascurando di valorizzare i diritti dei popoli fondamentali.

Tornando quindi al Fascismo (tradito da Fini) che l’Msi intendeva promuovere, esso deve essere giudicato facendo astrazione da qualsiasi nostalgismo ma in base delle tre grandi costanti di cui abbiamo parlato. Il Fascismo esprime come idea essenzialmente il PROGRESSO e la CIVILTA’ la Stato moderno deve poggiare su una consolidata tradizione nazionale, è la Nazione che deve attuare le politiche sociali che il Mondo capitalista globalizzato nega. Per il Fascismo non è concepibile uno Stato che non realizzi la collaborazione e la conciliazione organica di tutte le forze del lavoro e della produzione.
Sbaglia che crede che il Fascismo sia chiuso ad ogni possibilità di collaborazione internazionale – non globolizzatrice – sbaglia, soprattutto, chi considera e definisce il Fascismo come conservatorismo, tanto è vero che dopo 67 anni la coalizione antifascista in Italia e nel Mondo non è stata capace di realizzare alcuna tra le riforme sociali in programma, mentre le ormai poche leggi sociali vigenti risalgono ancora in Italia o al periodo Fascista o addirittura al periodo pre – Fascista.

Il Fascismo come idea e come movimento si inserisce nella realtà della globalizzazione per sconfiggerne il progetto antisociale che esso rappresenta, esprimendosi programmaticamente per lo Stato nazionale del Lavoro, con libere elezioni del capo dello Stato, con un Parlamento del lavoro liberamente selezionato, con una società ristrutturata alla base attraverso la grande riforma della socializzazione, cioè della piena partecipazione ed integrazione dei lavoratori nel processo produttivo.
La nostra forza è la capacità di ispirare una alternativa globale nei confronti del sistema capitalista specie quello occidentale, in evidente crisi di sfiducia e di degenerazione.

Il Fascismo che vogliamo:
- è cattolico ma al tempo stesso Ghibellino, capace di rappresentare la tradizione nazionale e cattolica che caratterizza il progresso della civiltà italiana da 700 anni a questa parte;
- è al tempo stesso una forza sociale, che si ispira all’idea corporativa e che punta, attraverso la socializzazione delle imprese, al superamento di ogni contrasto nel mondo del lavoro;
- è una forza che si batte per la instaurazione di uno Stato autorevole e non autoritario, di un Parlamento selezionato ma non concepito nei termini quantitativi e materialistici dell’attuale “democrazia” di una Nazione libera e cosciente, ma al tempo stesso aperta alle grandi collaborazioni a alle solidarietà internazionali, e soprattutto, europee e mediterranee;
- è per affermare e per realizzare, con alla testa le nuove generazioni, una concezione spiritualistica, dinamica, volontaristica della esistenza.

CAMERATI, ai traditori rispondiamo con INTELLIGENZA e CORAGGIO il BOIA CHI MOLLA! di missina memoria.
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