Nuovi Trattati
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Nuovi Trattati
La nuova carta d’Italia presenta vaste zone di influenza politica e morale, che non sono frutto di conquiste materiali e di occupazioni territoriali, ma conseguenza di una forte e avveduta politica.
Mussolini non è soltanto un condottiero ma un fine diplomatico.
Tutti sanno attraverso quali difficoltà, e mediante quali manifestazioni di vigoria, l’Italia ha combattuto e vinto la battaglia delle sanzioni; ma pochi saprebbero spiegare come sia arrivato ad un accordo con la Gran Bretagna, dopo la conquista dell’Impero. Il patto di Roma del 16 aprile 1968, fra la Gran Bretagna e l’Italia fascista,è un trattato di vastissima portata concluso fra due imperi mediterranei, in perfetta parità. Esso altro non è che la <<carta>> internazionale delle ingerenze nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, e come tale apre la strada ai due grandi Paesi contraenti per il libero illimitato sviluppo dei traffici nei loro possedimenti,tanto in tempo di pace come in caso di conflitto con altre potenze.
Ora, se si pensa che dopo il convegno di Stresa, dove Mussolini aveva accennato alla sua idea di rivendicazione dei fasti del secolo scorso in Africa, e alla possibilità di intervenire con le armi per ristabilire in pieno la sovranità su tutte le sue terre, al primo movimento di truppe attraverso il Canale di Suez, successe la indimenticabile gazzarra contro il nostro Paese, se, insomma, si guarda indietro di anni, si ha un’idea della importanza e della imponenza dell’accordo italo-britannico.
In meno di un mese, dal 16 aprile al 15 maggio la carta internazionale dell’equilibrio europeo, ha segnato un formidabile miglioramento per virtù dell’Italia. Con la visita del Fuerer, è stato consolidato e passato alla storia, l’asse Roma-Berlino.
Se questi due avvenimenti hanno grande importanza presi singolarmente, ossia anche a sé stanti, come intesa con una grande potenza confinante, è evidente che la loro simultaneità li rende più efficaci.
Cosi, non solo l’Italia fascista ha realizzato l’Impero, ma lo ha fatto riconoscere, per le sane vie dell’amicizia sincera, ai più grandi stati militari d’Europa, all’indomani di un accordo egualmente importante, di natura politica, morale e commerciale, con l’Impero Giapponese.
Mussolini non è soltanto un condottiero ma un fine diplomatico.
Tutti sanno attraverso quali difficoltà, e mediante quali manifestazioni di vigoria, l’Italia ha combattuto e vinto la battaglia delle sanzioni; ma pochi saprebbero spiegare come sia arrivato ad un accordo con la Gran Bretagna, dopo la conquista dell’Impero. Il patto di Roma del 16 aprile 1968, fra la Gran Bretagna e l’Italia fascista,è un trattato di vastissima portata concluso fra due imperi mediterranei, in perfetta parità. Esso altro non è che la <<carta>> internazionale delle ingerenze nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, e come tale apre la strada ai due grandi Paesi contraenti per il libero illimitato sviluppo dei traffici nei loro possedimenti,tanto in tempo di pace come in caso di conflitto con altre potenze.
Ora, se si pensa che dopo il convegno di Stresa, dove Mussolini aveva accennato alla sua idea di rivendicazione dei fasti del secolo scorso in Africa, e alla possibilità di intervenire con le armi per ristabilire in pieno la sovranità su tutte le sue terre, al primo movimento di truppe attraverso il Canale di Suez, successe la indimenticabile gazzarra contro il nostro Paese, se, insomma, si guarda indietro di anni, si ha un’idea della importanza e della imponenza dell’accordo italo-britannico.
In meno di un mese, dal 16 aprile al 15 maggio la carta internazionale dell’equilibrio europeo, ha segnato un formidabile miglioramento per virtù dell’Italia. Con la visita del Fuerer, è stato consolidato e passato alla storia, l’asse Roma-Berlino.
Se questi due avvenimenti hanno grande importanza presi singolarmente, ossia anche a sé stanti, come intesa con una grande potenza confinante, è evidente che la loro simultaneità li rende più efficaci.
Cosi, non solo l’Italia fascista ha realizzato l’Impero, ma lo ha fatto riconoscere, per le sane vie dell’amicizia sincera, ai più grandi stati militari d’Europa, all’indomani di un accordo egualmente importante, di natura politica, morale e commerciale, con l’Impero Giapponese.
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