90° anniversario della Marcia su Roma

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Messaggio  Admin Sab 27 Ott 2012, 11:41

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28 ottobre 1922 – 28 ottobre 2012: Nel ricordare il 90° anniversario della Marcia su Roma, non possiamo che felicitarci, constatato che a distanza di 90 anni le idee fasciste nonostante tutto sono ancora vive e temute, specie dai barbari rossi.

Liberapresenza, non ha nostalgie da manifestare, tanto meno meriti da rivendicare,
quegli anni che anno fatto grande l’Italia sono ormai lontani.

Il nostro scopo era è resta combattere gli antitaliani e i traditori, che hanno consegnato la nostra nazione allo straniero, permettendogli in tutti questi anni di distruggere i valori che secoli di storia ci avevano tramandato, le nuove generazione hanno perso ogni cognizione di causa, nulla ormai potrà dare dignità alla nostra Patria.

Per questo, limitiamo il ricordo, riportando le intitolazioni, delle sedi dei gruppi rionali Fascisti della Capitale, ai caduti della rivoluzione e della prima guerra mondiale.

- Il gruppo del rione Appio-Metronio era intitolato a PIERINO DEL PIANO, ucciso dai sovversivi a Torino il 4 dicembre 1919, perché uscendo dalla scuola, incontratosi con un gruppo di scioperanti, aveva gridato: Viva l’Italia! Alla memoria di lui è stata conferita la medaglia d’argento. Il Del Piano, educato dai Salesiani, scriveva in una sua lettera: Noi che crescemmo sotto queste mura dell’oratorio di San Luigi, prima, nelle sale del circolo di Michele Rua, poi; che abbiamo imparato molte cose necessarie alla vita, per tramite di un’efficace tenacia come hanno avuto i nostri direttori e catechisti, quali sarebbero il reverendo don Cimotti e don Broga, che per noi hanno avuto ed avranno, con l’aiuto del Signore, molto cuore; noi, o fratelli, dobbiamo essere d’impulso ai nostri compagni d’armi nelle camerate, al fronte, in qualsiasi luogo dove si sentirà palar male dell’Italia nostra e della nostra religione.

- Il gruppo del rione Borgo-Aurelio era intitolato a GUIDO e MARIO GUGLIELMOTTI; il primo caduto in combattimento al Piave nella stessa compagnia comandata dal fratello Umberto, ferito; il secondo morto per le fatiche di guerra; entrambi, insieme con tutti i fratelli, soldati del Fascismo.

- Il gruppo del rione Esquilino era intitolato a CARLO GRELLA nato a Roma nel 1906, studente dell’Istituto professionale. Pieno di ardore per la causa Fascista, aveva raccolto, con piccole economie di soldi, la somma per ottenere la tessera di avanguardista. Il 20 ottobre del 1922, a soli sedicianni, cade ucciso, fatto segno a colpi di rivoltella di sovversivi, odiatori della sua fede esemplare.

- Il gruppo del rione Gianicolese era intitolato a GIOVANNI LEPORINI, soldato della guerra e della rivoluzione, membro del Direttorio del Fascio fiorentino, ucciso a Firenze la sera del 3 ottobre 1925, in un periodo di acuto conflitto tra fascisti e la massoneria.

- Il gruppo del rione Macao era intitolato ad ALDO SETTE, nato a Torino nel 1904, legionario fiumano, Fascista dei primi. Di ritorno dalla celebrazione delle Cinque Giornate a Milano, il giorno 20 marzo 1921, si imbatte, con alcuni compagni, cantando Giovinezza, con la folla sovversiva. Attaccati con colpi di rivoltella e fucilate, Aldo Sette, si rivolse ai compagni dicendo: Niente paura fratelli! Avanti e viva l’Italia. Cercò di difendersi con i sassi, ma fu colpito a morte da una fucilata tiratagli da una finestra.


- Il gruppo del rione Montesacro era intitolato a ERCOLE MAGGI, mutilato, decorato al valore, Fascista e legionario fiumano, morto in ancor giovane età, dopo aver servito la causa italiana.

- Il gruppo del rione Montemario era intitolato a FULCIERI PAULUCCI DE’ CALCOLI, medaglia d’oro della grande guerra, grande invalido, che obbligato per le sue ferite ad essere trasportato in una carrozzina, non cessò un istante dal compiere opera di incitamento e di persuasione per la causa della rivoluzione, vincendo le sofferenze continue della sua invalidità, fino alla morte.

- Il gruppo del rione Monti era intitolato a GIAN VITTORE MEZZ’OMO, nato a Feltre il 30 dicembre 1901, educato dalla madre vedova al culto della Patria, nel ricordo del nonno soldato delle guerre del Risorgimento. Venuta la guerra, ancora giovinetto, aiutò la madre, infermiera della Croce Rossa; con lei lascio Feltre occupata dal nemico, fu a Firenze, si arruolò volontario. Dopo la pace, iniziati gli studi alla facoltà di ingegneria della Università di Padova, fu subito tra i più ardenti Fascisti, pronto e deciso nelle spedizioni contro i sovversivi.
Colpito nel maggio 1921 il segretario del fascio di Cittadella in un’aggressione di sovversivi, i Fascisti decisero di prendere gli uccisori, ma, in un conflitto con la forza pubblica, morivano Gian Vittore Mezz’omo e altri due compagni. La madre, priva dell’unico figliuolo, si dedicò alla causa della rivoluzione; prese pare alla Marcia su Roma, fu messa alla testa della istituzione che curava le famiglie dei caduti Fascisti.

- Il gruppo del rione Ostiense era intitolato a MARIO SONZINI, volontario di guerra sebbene ammalato, ferito e decorato, fu tra i più attivi nella propaganda per la causa della rivoluzione fra gli operai. Preso, insieme con l’agente di pubblica sicurezza Simula, dai comunisti, fu giudicato da un pseudo tribunale di guardie rosse e ucciso, nel settembre del 1920.

- Il gruppo del rione di Porta Maggiore era intitolato a GUGLIELMO VEROLI, segretario del Fascio di Tivoli, ufficiale in guerra, ferito e decorato al valore, ucciso a tradimento il 22 aprile del 192.

- Il gruppo del rione Prati era intitolato ad ANGELO SCAMBELLURI, di Napoli morto nel ’24 per malattia dopo essere stato ardito legionario fiumano e in prima linea nella rivoluzione. Ardentissimo, puro, le sue lettere alla famiglia durante gli anni della passione nazionale sono esemplari. Egli scriveva: Agli studi c’è tempo per pensarvi: la volontà ferma che mi domina farà riguadagnare il tempo perduto. In questo momento, caro papà, è reato pensare ad altro che non sia il bene della Patria. L’Italia non la fanno i mozzorecchi, non i pennaioli. La salute vostra anziché esserne pregiudicata dovrebbe trarre vantaggio dal mio contegno che per voi dovrebbe essere ragione di legittimo orgoglio…

- Il gruppo del rione Quadraro era intitolato ad ENRICO TOTI, il bersagliere, medaglia d’oro, che andò in guerra mancante di una gamba e colpito a morte sulla trincea gettò la stampella contro il nemico.

- Il gruppo del rione Regola era intitolato a GIOVANNI BERTO, nato a Firenze nel 1894. volontario nella marina da guerra, prese parte alle ultime fasi della campagna libica e servì ininterrottamente durante la guerra su naviglio silurante. Ritornato a lavorare nello stabilimento del padre suo, operò secondo la fede Fascista. Il 28 febbraio 1921, giornata di sciopero, sul ponte delle Cascine, fu assalito da una turba facinorosa che lo percorse a morte e lo precipitò nel fiume, battendogli crudelmente sulle mani con le quali si era aggrappato alla spalletta del ponte. Questa morte atroce fu suscitatrice in tutta l’Italia di nuova fede Fascista.

- Il gruppo del rione Salario era intitolato a FEDERICO G. FLORIO di Prato. Sedicenne, studente del liceo Cicognini, si arruolò volontario e combatte in Libia, in Albania e sul Piave. Ferito più volte, decorato al valore, fu legionario di Fiume. Tornato a Prato fu una prima volta ferito nella sera del 24 novembre 1921 in piazza Farnese, dove era stato invitato da un biglietto che diceva di trovarsi la se aveva coraggio. L’agguato gli fu ripetuto l’11 gennaio 1922. passava con alcuni compagni nei pressi di porta Serraglio e gli furono da uno, rimasto sconosciuto, tirati più colpi di rivoltella al basso ventre.
Moriva dopo sei giorni di sofferenze, dicendo: Che il mio sacrificio salvi Prato! Addio Fiume! Mi dispiace di non potere fare altro per il mio paese!

- Il gruppo del rione Savoia era intitolato a EDOVARDO MEAZZI. Tenente degli arditi, decorato di quattro medaglie al valore, legionario fiumano, cadde il marzo del ’22 combattendo a Fiume contro gente assoldata dal traditore Zanella.

- Il gruppo del rione Testaccio-San Saba era intitolato a FILIPPO CORRIDONI.

- Il gruppo del rione Tributino era intitolato a FRANCO BALDINI. Nato a Savona nel 1875, operaio a Milano, Fascista ardente, partito col gruppo milanese, che partecipò al primo congresso Fascista del 1922 a Roma, si trovava alla testa della fanfara che porta il nome del caduto <<Aldo Sette>>, quando attraversava il quartiere di San Lorenzo. In piazza Tiburtina i Fascisti furono fatti segno a fucilate e a colpi di rivoltella di sovversivi. Il Baldini, colpito al cuore, cadde accanto al suo figliolo ch’egli aveva condotto con sé.

- Il gruppo del rione Tor di Quinto era intitolato a UGO PEPE. Nato a Gaeta nel 1901, fu dei più giovani Fascisti, ardito e tenace quanto studioso. A Treviso il 22 aprile 1922, trovandosi con alcuni camerati, fu affrontato da un gruppo di sovversivi armati di rivoltella, che, vedendoli inermi, impose loro di alzare le mani. Il Pepe, pur consapevole della propria inferiorità, colpi col bastone al bracci uno dei sovversivi facendogli cadere la rivoltella; ma, presto accerchiato, fu colpito a morte. Fuggiti gli assassini il Pepe, si preoccupò di far soccorrere una giovinetta che, passando di là, era stata anch’essa ferita. Alla madre accorsa disse semplicemente prima di morire: non mi sgridare, dovevo fare così.

- Il gruppo del rione Trastevere era intitolato a DUILIO GUARDABASSI, avanguardista romano. Aggredito un suo camerata, egli lo accompagnava con altri la sera seguente per ricercare i due aggressori. Ritrovatili, li invitarono ad andare in questura, ma uno dei due fece fuoco a bruciapelo sul Guardabassi, che, colpito alla fronte, cade morto. Aveva sedicianni.

- Il gruppo del rione Trevi-Colonna era intitolato a GIULIO GIORDANI, mutilato di guerra e decorato, che, eletto consigliere comunale a Bologna quando la maggioranza era comunista, fu ucciso a tradimento nella seduta inaugurale del Consiglio comunale, il 25 novembre 1920.

- Il gruppo del rione Trionfale era intitolato ad ARMANDO CANALINI, volontario di guerra, deputato fascista, segretario delle Corporazioni, nato a Forlì ucciso in tranvai da un comunista, che aveva meditato l’assassinio, la mattina del 12 settembre 1924.
Ricordare questi martiri non è nostalgia, e per nio, non lo sarà mai!



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