29 gennaio 2022: Rielezione del Presidente, anti - Fascista

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Messaggio  Admin Gio 03 Feb 2022, 18:34

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Dal 24 al 29 gennaio deputati, senatori e rappresentanti degli inutili e sperperatori consigli regionali hanno perpetrato quello che senza timore di smentita possiamo definire lo schifo l’anti-Fascismo.

La Meloni, durante l’Atreju 2021 improvvida aveva affermato questa volta dobbiamo eleggere un Presidente della Repubblica Patriota. Nei fatti ha contribuito ad aprire le danze del disgusto accettando di proporre l’impresentabile Silvio Berlusconi. Proposta, indecente, che nonostante le tante resistenze è stata mandata per aria il 21 gennaio, a 3 giorni dall’inizio delle otto votazioni.

Con il ricco pregiudicato è stata messa da parte pure l’ambiziosa richiesta di un presidente del centro – destra.
Come si poteva raggiungere l’obbiettivo se il centro – destra aveva incaricato il segretario della Lega, il peggiore di tutti a condurre le trattative. Matteo Salvini, con le sue mosse quasi da comico ha rappresentato complessivamente qualcosa che somigliava ad una generale perversione, questa è la verità. Dopo quattro scrutini per la sua inconcludenza aveva bruciato fior di candidati: Pera, Moratti, Nordio, Riccardi, Tremonti, Frattini, Cassese e Massolo.

Al quinto scrutinio Salvini , anche per testare la saldatura della coalizione di centro – destra tenta il blitz, indica il nome dell’autorevole presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, nome fatto in passato anche dal capo grillino Giuseppe Conte, la quale sulla carta disponeva del voto di 453 Grandi Elettori, ben sotto i 505 voti necessari, ma si schianta contro 71 franchi tiratori della stessa coalizione, fallendo la teorica spallata.

Una Sonora Sconfitta … che dà ulteriore spago alla coalizione avversa, la quale oltre ad aver anticipato che non avrebbe partecipato al voto attraverso il segretario del Pd avvertiva: “con il successo della Casellati, automaticamente finisce la maggioranza e si andrà al voto anticipato”.

La trottola impazzita Mateo Salvini ruotando senza posa, incontra, i rappresentanti della maggioranza che sostiene l’attuale governo, Conte e Letta, i quali propongono nell’ulteriore opaca trattativa i nomi di Draghi, Amato, Casini, Cartabia, Severino e Belloni.

Nel contempo il leader di Italia viva Matteo Renzi (riferendosi all’altro Matteo) scrive su Twitter: “L’indecoroso show di chi ha scambiato l’elezione del presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare”, aggiungendo a Radio Leopolda: “Non escludo l’ipotesi che possa esservi anche un Mattarella bis, sarebbe il fallimento di chi voleva fare il king maker e non l’ha fatto”.

Nel mentre i partiti che per mesi si vantavano di essere maggioranza nel Paese e nel numero dei Grandi Elettori al termine dell’ennesima riunione durata un’ora e mezza evidenziando l’inutilità delle stesse visto che il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, Lorenzo Cesa dell’Udc, Maurizio lupi di Noi per l’Italia e Giovanni Toti con Paolo Romano per Coraggio Italia annunciavano di voler sostenere per il colle Pier Ferdinando Casini. Uno strappo che sancisce l’autonomia del nuovo gruppo di Grandi Elettori, sottraendo la delega a Matteo Salvini, dimostratosi, dopo il flop Casellati, del tutto inconcludente. Anche per il Capo, pregiudicato, di F.I. gIi approdi finali della partita del Colle sono Casini o il Mattarella bis.

La probabilità dei franchi tiratori, come nell’operazione Casellati ha messo a nudo in modo fin troppo chiaro all’angolo Casini, candidato che piace anche a Italia Viva, ma paga il veto incrociato di Lega e 5 Stelle.
Per una settimana i partiti hanno giocato a ‘battaglia Quirinale’ per poi tornare alla casella di partenza, dando conferma dei ‘sospetti’ europei sulla loro incapacità di eleggere nuovi punti di riferimento stabili.

In realtà in quel momento il nome più accreditato era quello di Elisabetta Belloni, ma lo strafare di Salvini, che dice: «Ora sto lavorando perché ci sia un presidente donna in gamba, ma non faccio nomi» ne ha precluso la possibile elezione. Una dichiarazione che nega definitivamente ogni possibilità di elevare Mario Draghi a Presidente della Repubblica.

I nemici di Draghi sono i parlamentari Grandi elettori che temono di andare a casa. E’ fondamentale preservare l’ammucchiata della maggioranza di governo.

DRAGHI NON ANDRA’ AL QUIRINALE, MA PUO’ INDICARE CHI DEVE ANDARCI.

Parte dei Sinistri e centristi più volte avevano espresso la volontà di riconfermare Sergio Mattarella, tanto che al sesto scrutinio raggiunge 336 voti, la marea montante di voti è autogestita dai parlamentari tesi a mantenerlo al Quirinale e Draghi al governo col fine di conservare se stessi per un altro annetto fino a prossime elezioni, senza perdere i laudi stipendi ma soprattutto la pensione spettante loro a 60 anni dopo aver superato settembre 2022. Motivazioni non proprio nobili, ma d’istinto nell’auto-conservazione di un ‘ceto parlamentare’ consapevole di essere all’ultimo giro di boa.

A questo punto il leader della Lega Salvini che produce una figura quirinabile quasi al ritmo dei suoi tweet propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica.

La scelta di Salvini, che alla fine ha ceduto alla logica della maggioranza di governo è fortemente contrastata dalla Meloni (FdI) la quale afferma: “Sarei stupita se Mattarella accettasse la rielezione dopo aver fermamente e ripetutamente respinto questa ipotesi”, aggiungendo: “nell’ultima riunione del centro -destra l’unica cosa su cui eravamo tutti d’accordo era il no alla riconferma di Mattarella”.

A questo punto:
- Dopo un colloquio con il Presidente del Consiglio, Mattarella accoglie in Quirinale i capigruppo parlamentari e una delegazione di ANCI, al termine dell’incontro l’avveduto Mattarella - ricordando il vecchissimo detto siciliano “cumannari è meghiu di futtiri”, e scordando le tantissime volte che aveva negato la propria disponibilità ad un suo secondo mandato - ringrazia per la fiducia e dà la disponibilità per un secondo mandato, pieno.
- Concretizzata la possibilità del bis di Mattarella, la Meloni ha riunito i grandi elettori del partito e poi ha annunciato: “Noi non lo voteremo, Fratelli d’Italia vota Carlo Nordio”, uno dei tre nomi della prima rosa del centrodestra.

Per una settimana i partiti hanno giocato a ‘battaglia Quirinale’ per poi tornare alla casella di partenza, dando conferma ai dubbi europei sulla loro incapacità di eleggere nuovi punti di riferimento stabili.

All’ottavo scrutinio degli 821 Grandi Elettori soltanto 759 votano per il bis di Mattarella, 62 in meno dei partiti che si affollano a sostenere il governo dei potentati. Ad essere felici della riconferma di Mattarella è l’Unione europea, le cancellerie straniere a cominciare dall’Usa i quali hanno vinto la loro scommessa. Ad essi piace una Italia nel guato, che subisce sul proprio territorio la massiccia presenza dell’Esercito occupante da 77 anni, che è inguaiata dall’Euro, per un debito pubblico che in rapporto al pil, superava già di parecchio il 100 per cento già prima della pandemia, che resta sotto ricatto dal Consiglio d’Europa che a giugno potrebbe tagliarci le risorse del Pnrr, solo perché l’economia sembra andare meglio delle previsioni, mettendo in discussione il futuro Patto di stabilità.

In questo schifoso sistema anti – Fascista, il cosiddetto centro – destra e ancor più la Lega di Salvini ha scelto di mantenere il sedere ben incollato nelle poltrone della maggioranza di governo, insieme al suo vice Giorgetti, agevolando la rielezione del sinistro filo sionista Mattarella, il quale il 3 febbraio giurerà tutto il suo disprezzo per Noi Italiani.

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