Labate Bruno: assassinato per la sua città
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Labate Bruno: assassinato per la sua città
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Cognome e Nome: Bruno Labate
Luogo e data della morte: Reggio Calabria 15 Luglio 1970
Cognome e Nome: Bruno Labate
Luogo e data della morte: Reggio Calabria 15 Luglio 1970
Descrizione: Luglio 1970, il Governo (Antifascista) Rumor aveva appena spogliato Reggio del diritto storico di capoluogo della regione Calabria, stabilendo quale (nuovo) capoluogo Catanzaro, assegnando ad esso la sede dell’Assemblea Regionale.
Il 14 luglio è il sindaco di Reggio, Pietro Battaglia, appoggiato da tutte le forze politiche cittadine, tranne che dal Pci e dal Psi, di fatto da vita alla rivolta: indice per il giorno 15 uno sciopero per protestare contro la decisione che penalizza la città.
Bastano le accuse mosse dal sindaco, che una folla spontanea si raduna davanti alla prefettura, folla che, “DEMOCRATICAMENTE” viene dispersa dalla caricata della polizia, la giornata si conclude con venti feriti.
La notizia della carica della polizia, spinge la totalità della popolazione allo sciopero.
Il 15 luglio la città viene bloccata in vari punti, vengono erette le prime barricate, innalzate con qualsiasi cosa capiti sottomano, all'imbocco delle strade statali, anche i ferrovieri aderiscono allo sciopero, abbandonando i convogli in maniera tale che nessun treno possa proseguire.
La città è isolata, si dà vita a una serie di manifestazioni di piazza: a mezzogiorno si verificano i primi, duri, scontri tra polizia e cittadini.
Quella sera alle 23:30, un gruppo di carabinieri trova in via Logoteta, una traversa del corso principale, il cadavere di Bruno Labate, sarà solo, la prima vittima dei fatti di Reggio. L'autopsia indicando la causa della morte nelle gravi lesioni toraciche riportate per schiacciamento del torace, a conferma dell’irragionevole violenza che spinge il “democratico” governo nell’ascoltare le richieste di una intera città.
La morte di Bruno Labate emoziona i manifestanti, che partecipano in massa ai funerali, la polizia, irragionevolmente, si presenta imbracciando il mitra.
Il sindaco Pietro Battaglia “democraticamente” ammonito, si tira indietro, consegnando di fatto ai fascisti di Reggio la guida dei rivoltosi che al grido “Boia chi Molla”, spingono l’intera città a dare continuità alla rivolta contro un “regime democratico” nemico del popolo di Reggio.
Biografia: Bruno Labate, 46 anni, frenatore delle ferrovie (iscritto allo SFI-CGIL) è ricordato in molti siti di destra quale “Camerata”, noi lo ricordiamo come vittima della rivolta di Reggio. Rivolta fascista, per volontà del popolo reggino.
Appello: Liberapresenza, invita quanti possono farlo, di eliminare dai siti fascisti, l’appellativo (camerata) per il caduto Bruno Labate, che mai si è dichiarato tale.
Di contro ricordiamo il Camerata Bruno Labate, sindacalista, segretario provinciale della sezione metalmeccanici della CISNAL, sequestrato dalle Brigate Rosse il 15 gennaio 1973 a Torino che, dopo il rilascio ha dato segnali di gravi problemi psicologici.
Il 14 luglio è il sindaco di Reggio, Pietro Battaglia, appoggiato da tutte le forze politiche cittadine, tranne che dal Pci e dal Psi, di fatto da vita alla rivolta: indice per il giorno 15 uno sciopero per protestare contro la decisione che penalizza la città.
Bastano le accuse mosse dal sindaco, che una folla spontanea si raduna davanti alla prefettura, folla che, “DEMOCRATICAMENTE” viene dispersa dalla caricata della polizia, la giornata si conclude con venti feriti.
La notizia della carica della polizia, spinge la totalità della popolazione allo sciopero.
Il 15 luglio la città viene bloccata in vari punti, vengono erette le prime barricate, innalzate con qualsiasi cosa capiti sottomano, all'imbocco delle strade statali, anche i ferrovieri aderiscono allo sciopero, abbandonando i convogli in maniera tale che nessun treno possa proseguire.
La città è isolata, si dà vita a una serie di manifestazioni di piazza: a mezzogiorno si verificano i primi, duri, scontri tra polizia e cittadini.
Quella sera alle 23:30, un gruppo di carabinieri trova in via Logoteta, una traversa del corso principale, il cadavere di Bruno Labate, sarà solo, la prima vittima dei fatti di Reggio. L'autopsia indicando la causa della morte nelle gravi lesioni toraciche riportate per schiacciamento del torace, a conferma dell’irragionevole violenza che spinge il “democratico” governo nell’ascoltare le richieste di una intera città.
La morte di Bruno Labate emoziona i manifestanti, che partecipano in massa ai funerali, la polizia, irragionevolmente, si presenta imbracciando il mitra.
Il sindaco Pietro Battaglia “democraticamente” ammonito, si tira indietro, consegnando di fatto ai fascisti di Reggio la guida dei rivoltosi che al grido “Boia chi Molla”, spingono l’intera città a dare continuità alla rivolta contro un “regime democratico” nemico del popolo di Reggio.
Biografia: Bruno Labate, 46 anni, frenatore delle ferrovie (iscritto allo SFI-CGIL) è ricordato in molti siti di destra quale “Camerata”, noi lo ricordiamo come vittima della rivolta di Reggio. Rivolta fascista, per volontà del popolo reggino.
Appello: Liberapresenza, invita quanti possono farlo, di eliminare dai siti fascisti, l’appellativo (camerata) per il caduto Bruno Labate, che mai si è dichiarato tale.
Di contro ricordiamo il Camerata Bruno Labate, sindacalista, segretario provinciale della sezione metalmeccanici della CISNAL, sequestrato dalle Brigate Rosse il 15 gennaio 1973 a Torino che, dopo il rilascio ha dato segnali di gravi problemi psicologici.
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