Carmelo (Carmine) Palladino: Presente!

Descrizione della Morte: Carmelo Palladino, militante dell’organizzazione extraparlamentare “Avanguardia Nazionale”, è uno di quei camerati che rispetta l’amicizie e soprattutto la gerarchia.
Quando Avanguardia Nazionale si dissolve rimane a fianco di quello che lui ritiene il “capo”.
Carmelo, è un giovane reso cieco dalla fede per il fascismo e non si rende conto che quel capo si era posto al servizio del regime che lui combatteva, che lui voleva cambiare.
Quel capo si lascia avvicinare dagli apparati dello Stato i quali gli propongono una partita d’esplosivo, da nascondere in alcuni circoli e sezioni comuniste, che, in seguito le forze di sicurezza del regime avrebbero provveduto a trovare perquisendo quelle specifiche sedi.

Se, questa operazione fallisce, per mancanza di elementi non riconoscibili e riconducibili all’area, le bombe scoppiano d’avvero, alla RAI e alla sede della Democrazia Cristiana, per questi attentati in compagnia di altri camerati tutti di Avanguardia Nazionale, viene arrestato e condannato anche Carmelo Palladino il quale, si rende conto dell’inaffidabilità di quel capo, quando esce di prigione lo accusa di tradimento.

Se pur allontanatosi dalla milizia politica, quella carcerazione rende Palladino un facile bersaglio della magistratura la quale ad ogni esplosione lo rimanda in prigione.

Questo, accadde anche per la strage alla stazione di Bologna, a coinvolgerlo questa volta sono le eclatanti dichiarazioni del detenuto Elio Ciolini, dichiarazioni che il 22 marzo 1982 risultano clamorosamente smentite da serie verifiche, pur tuttavia gli organi giudiziari spiccheranno una pioggia di mandati di cattura nell’aprile dello stesso anno e nell’agosto successivo.

Uno di questi mandati è destinato a Carmelo Palladino il quale fu arrestato e portato al primo reparto mobile, di Castro Pretorio.
Giudicato testimone importante nell'inchiesta sulla strage di Bologna, viene trasferito con un ordine firmato il 2 giugno 1982 dalla Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena, guidata dall'ex procuratore generale di Bologna Ugo Sisti, al carcere di Novara. Un trasferimento tecnico-logistico dicono in Procura.

Carcere di Novara, che custodisce Pierluigi Concutelli, un camerata (si fa per dire) che il 13 aprile 1981 aveva strangolato Ermanno Buzzi, condannato all’ergastolo nel processo di primo grado, per la strage di Piazza della Loggia a Brescia.

Carmelo Palladino, il 3 agosto 1982 raggiunge Novara, non ha motivo di sospettare dei camerati presenti in quella casa di pena ma a sette giorni dal suo trasferimento, Pierluigi Concutelli (ed altri ?) viene posto nelle condizioni di ripete il barbaro rituale utilizzando una rudimentale garrota, strangolando Carmelo (Carmine) Palladino.

Solo dopo questo secondo omicidio in carcere Concutelli è sottoposto al regime di massimo rigore, in totale isolamento nei cosiddetti “braccetti della morte”.

Il mandato di cattura spiccato contro Carmelo Palladino - in quel caso senza colpa -, sarà la causa prima e diretta della sua morte a Novara.
Di fronte a quel delitto che non è eroico atto di legittima difesa, ma una pagina molto oscure nella storia dei depistaggi che hanno coperto le stragi, c’è da chiedersi chi voleva zittirlo? Perché lo si volle far tacere per sempre?
Questi gli interrogativi ai quali questo regime antifascista non darà mai risposta.

Biografia: Carmelo Palladino, fin dal 1962 è il luogotenente di Stefano delle Chiaie, è per questo ritenuto un testimone fondamentale per la strage di Piazza Fontana e non soltanto quella.

Stato processuale: Pierluigi Concutelli, durante il processo rivendica l’omicidio come esecutore e mandante.
Viene definitivamente condannato ad un terzo ergastolo.
Dopo aver goduto della semi libertà, << tanto da aver potuto partecipare alla trasmissione televisiva de La 7 Niente di personale>>, ha ottenuto gli arresti domiciliari, Concutelli è sostanzialmente un uomo libero. Potrà godere di 4 ore al giorno di totale libertà per le sue esigenze personali.