2010: Sia un anno di vera democrazia.
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2010: Sia un anno di vera democrazia.
La Democrazia che auspichiamo è per questa lotteremo, è quella partecipativa, dove ogni individuo potrà essere veramente libero, in uno Stato rispettoso, determinato per cambiare la “democrazia” asservita al capitalismo anglo-americano. Esportata con la forza delle armi e dell’oro.
Ci domandiamo: dov'è la nostra libertà individuale, la nostra libertà personale. Come possiamo definirci uomini liberi? La democrazia dei partiti, che ci rappresentano, non vuole correre rischi, a parole vuole farci credere che il suo valore essenziale e primario si esprime in una sola parola: libertà!
I partiti, attraverso i loro rappresentanti, dovrebbero vergognarsi ogniqualvolta aprono la bocca per pronunziare la parola “libertà”: mentono sapendo di mentire! C’hanno posto sotto un ininterrotto controllano poliziesco, cercando di farci credere che il controllo è determinato dagli spioni dei “servizi segreti deviati”, da “schegge impazzite”.
Se cosi fosse, c’è da domandarsi: se il detentore del potere non ha la capacità di organizzare attività così importanti e, bugiardamente, non riesce a estirpare questi “addetti ai lavori”, non resta da pensare che spiare, ascoltare e violare, anche le questioni private e personali, serva quale arma d’oppressione.
La “democrazia-capitalista” ingozza i partiti per saziare la loro debole rappresentanza popolare! Alla democrazia dei partiti non resta altro che la parola “democrazia”, senza senso e senza consenso!
Tutto ciò in assenza di idee, di morale e di rispetto. Il cittadini si sentono tutti circondati da ladri o da imbufaliti rampanti, incapaci di amministrare un popolo, una nazione.
Sembra tanto lontano e, contemporaneamente, tanto vicino il tempo in cui si costruirono le idee e in cui gli uomini costruivano il loro futuro, tentando di fare il proprio dovere. Nel 1922 lo Stato era uno sfacelo, ma negli anni a seguire fu ricostruito attraverso la partecipazione generale.
Ritornava l'Italia dei Cesari, l'Italia dei condottieri per eccellenza che portavano genialità in tutti i settori della nazione: dal mondo della produzione al mondo delle grandi strategie, dal mondo della poesia al mondo della pittura, non disdegnando neppure il mondo dello sport. Tutto ciò rappresentava un nitido e umano sogno politico, audace e veloce, ma anche mirabile e plastico, senza conoscere ostacoli, non accettando pregiudizi, con tenacia invincibile.
Solo da quei valori nasce, inevitabilmente, la vera democrazia, quella corporativa e partecipativa con la quale ogni uomo è partecipe alla vita del grande consorzio nazionale. Il rispetto e la dignità di un uomo si acquisiscono attraverso la maturazione, quindi attraverso la storia, offrendo principi e valori, incentivando, ogni giorno, l'iniziativa e sviluppando l'ingegno.
Gli antifascisti che formano la cosiddetta democrazia dei partiti non potranno mai ottenere dalla gente la partecipazione sociale in quanto loro non sono contro la gente, non parlano il linguaggio della gente e i partiti rimangono e rimarranno sempre i sultani del popolo.
Ci domandiamo: dov'è la nostra libertà individuale, la nostra libertà personale. Come possiamo definirci uomini liberi? La democrazia dei partiti, che ci rappresentano, non vuole correre rischi, a parole vuole farci credere che il suo valore essenziale e primario si esprime in una sola parola: libertà!
I partiti, attraverso i loro rappresentanti, dovrebbero vergognarsi ogniqualvolta aprono la bocca per pronunziare la parola “libertà”: mentono sapendo di mentire! C’hanno posto sotto un ininterrotto controllano poliziesco, cercando di farci credere che il controllo è determinato dagli spioni dei “servizi segreti deviati”, da “schegge impazzite”.
Se cosi fosse, c’è da domandarsi: se il detentore del potere non ha la capacità di organizzare attività così importanti e, bugiardamente, non riesce a estirpare questi “addetti ai lavori”, non resta da pensare che spiare, ascoltare e violare, anche le questioni private e personali, serva quale arma d’oppressione.
La “democrazia-capitalista” ingozza i partiti per saziare la loro debole rappresentanza popolare! Alla democrazia dei partiti non resta altro che la parola “democrazia”, senza senso e senza consenso!
Tutto ciò in assenza di idee, di morale e di rispetto. Il cittadini si sentono tutti circondati da ladri o da imbufaliti rampanti, incapaci di amministrare un popolo, una nazione.
Sembra tanto lontano e, contemporaneamente, tanto vicino il tempo in cui si costruirono le idee e in cui gli uomini costruivano il loro futuro, tentando di fare il proprio dovere. Nel 1922 lo Stato era uno sfacelo, ma negli anni a seguire fu ricostruito attraverso la partecipazione generale.
Ritornava l'Italia dei Cesari, l'Italia dei condottieri per eccellenza che portavano genialità in tutti i settori della nazione: dal mondo della produzione al mondo delle grandi strategie, dal mondo della poesia al mondo della pittura, non disdegnando neppure il mondo dello sport. Tutto ciò rappresentava un nitido e umano sogno politico, audace e veloce, ma anche mirabile e plastico, senza conoscere ostacoli, non accettando pregiudizi, con tenacia invincibile.
Solo da quei valori nasce, inevitabilmente, la vera democrazia, quella corporativa e partecipativa con la quale ogni uomo è partecipe alla vita del grande consorzio nazionale. Il rispetto e la dignità di un uomo si acquisiscono attraverso la maturazione, quindi attraverso la storia, offrendo principi e valori, incentivando, ogni giorno, l'iniziativa e sviluppando l'ingegno.
Gli antifascisti che formano la cosiddetta democrazia dei partiti non potranno mai ottenere dalla gente la partecipazione sociale in quanto loro non sono contro la gente, non parlano il linguaggio della gente e i partiti rimangono e rimarranno sempre i sultani del popolo.
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