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Messaggio  Admin Sab 27 Set 2008, 22:23

Le politiche dello spreco non ci appartengono.
Il referendum sull’energia nucleare dell’8 e 9 settembre del 1987, a differenza di molti altri ha registrato un’affluenza alle urne del 65,01, il fronte del Si, ovvero gli abolizionisti, vinse con uno schiacciante 80% dei voti.
Questo nonostante gli elettori erano stati chiamati precedentemente alle urne per le elezioni politiche di aprile.
Con questo risultato non vedo come oggi l’imbroglione Berlusconi possa dare corso alla progettazione di nuove centrali nucleari sia pure di III^ o IV^ generazione, più sicure come da esso affermato.
Di recente solo il governo Berlusconi ha evocato lo spettro della possibile ripresa dello sfruttamento delle energia nucleare come panacea dei mali dell’energia in Italia come soluzione al problema dell’approvvigionamento di fonti di energie.

Personalmente ritengo che le centrali nucleari più che per uso civile servano ai governi per motivi militari. Proprio la Francia più volte richiamata (produce più energia del suo fabbisogno vendendola a prezzi concorrenziali), possiede la bomba Atomica cosi la Russia e gli U.S.A., questi paesi a sua volta permettono che altri Stati non sviluppino sistemi nucleari per uso civile.

Le centrali italiane dimesse producevano appena il 3% del totale di energia elettrica, tanto da non poter essere definita una grande risorsa della Nazione. Si può affermare che la storia dell’Italia come paese nucleare non fosse delle più brillanti, ma i rischi derivanti degli impianti erano invece di tutto rispetto.

Negli stessi anni altri paesi , (Svezia, Austria, Danimarca, Australia, Grecia, Norvegia, Irlanda, Olanda e Belgio) hanno adottano politiche simili, anche se per tutti la risoluzione della questione non sarà rapida, la Svezia per citare un caso, ha spento l’ultima centrale solo nel 2006. Quale diretta conseguenza del referendum svedese del 1980.

Altri paesi che hanno deciso di evitare i rischi delle centrali nucleari hanno concentrato i propri sforzi sullo sviluppo di energie alternative. La Spagna ha scelto di sviluppare le risorse eoliche su tutto il territorio, la Germania oltre a sfruttare l’energia solare ha realizzato una rete di
Termovalorizzatori, scelta che ha risolto quasi definitivamente i problemi e i costi delle discariche.
Un esempio che l’Italia doveva seguire, al contrario ha scelto di inviare rifiuti solidi in Germania pagando 190 €uro a tonnellata, quest’ultima li utilizza come generatore d’energia.

Purtroppo in Italia per ricorrere a nuove fonti d’energia fra progettazione e autorizzazioni si andrà alla costruzione dell’opera dopo 20’ anni, se no oltre.
Gli impianti per fonti energetiche rinnovabili non fossili, sono costosi, e in molti casi con tecnologia straniera (eolica, solare geotermica, del moto ondoso, rematrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati di depurazione e biogas) sono state indicate dalla Ue come sorgenti che possono assicurare non soltanto autonomia energetica, ma anche la graduale riduzione dell’attuale inquinamento ambientale e dell’effetto sera.

Gli ambientalisti come per il nucleare dicono no anche ai termovalorizzatori, e noi paghiamo, l’Enel Spa ancora oggi riscuote nella bolletta un’addizionale per conto del governo, per quella scelta fatta nell’87.

Oggi la strada da percorrere è quella tedesca, Sole e scarto dei rifiuti.

In Italia si producono oltre 31,1 milioni di tonnellate di rifiuti, il 22% si smaltisce con la raccolta differenziate, il restante 57% conferendolo in discarica e il restante nei termodistruttori.
Sono 52 gli impianti attivati sul territorio nazionale ormai quasi tutti funzionanti come termovalorizzatori, con una capacità nominale di circa 17.000 tonnellate al giorno ma nei fatti inferiore alle 300 tonnellate, è necessario realizzare nuovi impianti soprattutto nel centrosud dove quelli funzionanti sono appena 8.
Questi impianti possono diventare uno strumento di sviluppo energetico, dando soluzione anche alla localizzazione delle discariche, in quanto in esse vanno conferite solo le poche scorie residue.
Un esempio d’efficienza, l’impianto di Brescia, il quale fornisce alla città Termoelettricità.
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INDIETRO NON SI TORNA Empty PRODURRE ENERGIA NUCLEARE METTENDO A RISCHIO L'UMANITA'

Messaggio  Admin Sab 27 Set 2008, 23:27

S
ono le nazioni dette occidentali che mettono a rischio il resto del mondo e tra essi l’America del Nord con 122 impianti (112.109-MW), e l’Europa con 157 impianti (136.989 – MW) i restanti 162 impianti si trovano nelle più disperate zone del mondo e purtroppo in alcune di queste operano organizzazioni terroristiche (India e Pakistan).
I propagandisti dell’energia a fissione atomica non spiegano i motivi dello scarso utilizzo di questa energia considerato che la sua produzione (369.560 - MW) copre appena il 17% del fabbisogno mondiale.
Se nel mondo sono attive appena 441 impianti e quasi tutti superano i 25 anni di attività una ragione ci deve essere.
La loro sicurezza più che nell’esperienza dei responsabili, è nelle mani (per i credenti) di DIO, accertato che gli incidenti più o meno gravi si susseguono di anno in anno.
Le tante Chernobyl sfiorate
Ecco un elenco, indubbiamente parziale di incidenti nucleari che hanno avuto conseguenze sull'ambiente.

1957 Gran Bretagna (scala Ines 5)
Un incendio nel reattore dove si produceva plutonio generò una nube radioattiva che attraversò l'intera Europa. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato è volutamente sottostimato.
1957 Unione Sovietica (scala Ines 6)
Un bidone di rifiuti radioattivi prese fuoco ed esplose contaminando migliaia di Kmq di terreno. Furono esposte alle radiazioni oltre 270.000 persone.
1975 Unione Sovietica (scala Ines 4)
Un incidente nella centrale di Leningrado, ha provocano almeno tre morti e rilascio di radioattività nell'ambiente.

1979 Stati Uniti (scala Ines 5)
Un incidente a Harrisburg, causato da una combinazione di avarie e di errori umani provocano la fusione parziale del nocciolo della unità 2 della centrale di Three Mile Island. Vennero emessi gas radioattivi pari a 15.000 terabequerel (TBQ). In quella occasione sono stati evacuate 3.500 persone
1979 Stati Uniti (scala Ines 4)
Un incidente nel centro nucleare “segreto” di Erwin, si sprigiona una fuga radioattiva che contamino oltre mille persone.

1981 Giappone (scala Ines 4)
Un incidente a Tsuruga, provoco una fuga di residui altamente radioattivi, contaminando oltre 280 persone.

1986 Chernobyl URSS (scala Ines 7)
Il surriscaldamento provocò la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo. Si levò al cielo una nube pari a 12.000.000 di terabequerel (TBq) di materiale radioattivo disperso nell'aria (per avere un'entità del disastro confrontate questo valore con i 15.000 Tbq del precedente incidente nucleare registrato nel 1979 a Three Mile Island negli Usa). Circa 30 persone morirono immediatamente, altre 2.500 nel periodo successivo per malattie e cause tumorali. L'intera Europa fu esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumentò il rischio di contrarre tumori e leucemia.
1991 Giappone (scala Ines 5)
Un incidente nella centrale nucleare di Mihama, versò in mare 20 tonnellate di acqua altamente radioattiva.

1993 Russia (scala Ines 3)
Un incedente nella centrale per lavorazione del combustibile di Tomsk, provoca un incendio nel complesso chimico che colpisce un serbatoio di uranio. Risultano contaminati circa mille ettari di territorio siberiano.

1993 Ucraina (scala Inea 4)
Un incidente nella centrale nucleare di Zaporizha, esplode un incendio nella centrale nucleare: un operaio muore e un altro resta ferito.

1996 Russia (scala Inea 3)
Un incidente nella centrale nucleare di Dimitrovgrad, si rompe, per un errore umano, la valvola di sicurezza di un reattore nucleare di un centro di ricerca. Fuoriesce una nube radioattiva.


1997 Giappone (scale Inea 4)
Un incidente nella centrale di Tokaimura, esplode incendio all'impianto nucleare con fuga di plutonio. Contaminate 37 persone tra tecnici e operai.


1999 Giappone (scala Ines 4)
Nella centrale di Tokaimura, un incidente in una fabbrica di combustibile nucleare attivò la reazione a catena incontrollata. Tre persone morirono all'istante mentre altre 600 furono esposte alle radiazioni. Fu necessaria l’evacuazione di 320.000 abitanti
2000 Stati Uniti (scala Ines 2)
Nella centrale di Indian point, una quantità limitata di vapore radioattivo fuoriesce dal reattore sito a circa 70 km da New York. La centrale viene chiusa e decretato lo stato di allerta.

2003 Brasile (scala Ines 2).
L’ Eletronuclear (azienda Brasiliana leader nel settore Nucleare) ha dato comunicazione dell’incendio di un trasformatore di alta tensione nella centrale nucleare di Angra dos Reis, dove sono presenti i due reattori gemelli: Angra I e Angra II. Angra I fu chiuso per danni.

2003 Giappone (scala Inea 1)

Un pericoloso incidente nucleare, detto privo di conseguenze, e' avvenuto in una centrale giapponese nel 1999 ed era stato tenuto segreto. Lo hanno rivelato a Tokyo fonti del ministero dell'Economia, precisando che il reattore, situato nella prefettura di Shiga, entrò in uno stato critico per una reazione avviatasi durante una sperimentazione a causa di un errore commesso nel movimentare il combustibile.
Non vi furono perdite radioattive ma il sistema di spegnimento automatico non funzionò.

2004 Giappone (scala Inea 5 )
L’incidente alla centrale di Mihama - Fukui è il più grave della storia Giapponese, per quanto riguarda lo sfruttamento dell’energia nucleare.
L’esplosione è avvenuta nella sala turbine del terzo reattore, probabilmente a causa di un buco nelle tubazioni del condensatore dell’impianto di raffreddamento.
Dalla falla si è sprigionata un’onda di vapore ad altissima temperatura (270° gradi) che ha investito gli operai.
«Le vittime avevano il volto completamente sfigurato - ha raccontato Yoshihiro Sugiura, il medico che ha soccorso i feriti gravi all’ospedale di Tsuruga».

2005 Inghilterra (scala Inea 4)
La fuga di un'enorme quantità di combustibile radioattivo ha portato alla chiusura temporanea della centrale nucleare di Sellafield.
La perdita, ammonta ad oltre 20 tonnellate di combustibile all'uranio altamente arricchito e plutonio, sciolto in acido citrico, sarebbe avvenuta per colpa della rottura di una tubatura.
Il liquido radioattivo è quindi confluito in una cella di acciaio inossidabile, ora inaccessibile a causa delle radiazioni.
Saranno necessari mesi di riparazioni e la costruzione di particolari robot per la bonifica dell'impianto, dal valore di circa tre miliardi di euro, prima che la centrale possa riprendere il suo regolare funzionamento.

2005 Brasile (scale Inea 4)
Un altro incendio nella centrale atomica di Angra dos Reis ha bloccato la centrale Angra I e stavolta quella contigua, Angra II la notizia e dell'E.N. - Eletronuclear, l'azienda atomica pubblica Brasiliana.

2005 Russia (scale Inea 2)
Una terribile esplosione vicino alla centrale nucleare di San Pietroburgo ha fatto temere il ripetersi del disastro di Chernobyl.
La fuoriuscita di metallo fuso ha investito tre operai.
La Ekomet-S, che lavora i rifiuti e il materiale di scarto prodotti dalla centrale, ha sospeso le attività in attesa dei risultati di un'indagine avviata dalla Procura di San Pietroburgo.

2006 Giappone (scale Inea 1)
Un incidente nella ex centrale nucleare di Mihama avrebbe comportato una fuga di 400 litri di acqua radioattiva - MOX -, tuttavia il livello della radioattività è rimasto al minimo e non ci sarebbe stato alcun pericolo per persone o cose.
L’impianto in questione è quello situato nella provincia di Fukui ed è la centrale che fu chiusa nel 2004 dopo l’episodio in cui quattro operai morirono e altri sette rimasero feriti.

2006 Giappone (scale Inea 2 )
In fiamme centrale atomica e si segnalano altri gravi incidenti per stesso gestore.
Un incendio durato circa tre ore e mezzo si è sprigionato nella centrale nucleare di Ohi, nel Giappone occidentale.
Due operai sono stati ricoverati, ma si escludono fughe radioattive.
Lo stabilimento è gestito dalla Kansai Electric Power & Co. (Kepco), che nel 2004 dovette chiudere temporaneamente gli otto impianti nucleari che gestiva, fermandoli a turno (in conseguenza del grave incidente nella centrale di Mihama) per una revisione generale dei sistemi di sicurezza.
2006 Repubblica Ceca (scala Inea 2)
Un incidente nella centrale di Temelin, ripropone ancora una volta la sicurezza dei reattori di tipo sovietico VVER, che ha avuto problemi sin dalla messa in funzione nel 2000. Tra quelli più rilevanti, nel 2004 una perdita di ventimila litri di acqua di raffreddamento.
2006 Gran Bretagna (scala Inea 1)
Due reattori di tecnologia occidentale sarebbero stati bloccati per guasti legati all'impianto di raffreddamento.

2007 Bulgaria (sale Inea 4)
La centrale nucleare di Kozlodui è scampata a una grande avaria, secondo quanto annunciato da un quotidiano indipendente di Sofia “Adesso” (“Segà” in Bulgaro).
Secondo “Adesso”, la direzione della centrale ha cercato di nascondere l’incidente accaduto il 7 Ottobre 2006 minimizzando il un rapporto inviato all’Agenzia Nazionale dell’Energia Atomica (Anea).
L'Agenzia internazionale sull'energia atomica (Aiea), che ha sede a Vienna, ha riferito di non aver avuto alcuna comunicazione in merito all'incidente. In base alla ricostruzione fatta dal giornale di Sofia, sabato scorso, durante un ispezione di routine, nella zona della centrale, in cui é collocato il Reattore VI, é stato intercettato uno sfondo radioattivo di venti volte più alto di quello ammissibile. Dopo l’allarme e le prime indagini degli esperti, é stata individuata una fuoriuscita di sostanze radioattive da una tubazione ad alta pressione.

2008 Francia (sale Inea2)
Circa 30 metri cubi (30 mila litri) di acqua contaminata con Uranio sono fuoriusciti l’8 luglio dallo stabilimento di Tricastin, sono 3 gli incidenti avvenuti, ad questi si è aggiunto quello dell'altra centrale nucleare di Romans, questi incidenti oltre al danno ambientale hanno provocato diverse polemiche in Francia, dove il nucleare copre l'80% dell'elettricita' consumata nel paese.
Come già anticipato la lista non può considerarsi esaustiva. Molti incidenti non sono mai balzati in cronaca perchè coperti dal segreto militare. La lista "nera", quindi, si presume molto più lunga di quella che presentata. Sulle conseguenze degli incidenti manca ancora oggi un dato ufficiale che consideri non solo le morti causate negli incidenti ma anche l'impatto sulla salute dei cittadini nel lungo periodo.
Mentre in Italia si discute per un, non auspicabile, ritorno all’energia nucleare:

Un Tribunale Giapponese ha ordinato l'immediata chiusura del reattore n. 2 della centrale atomica di Kanaza inaugurato appena nove giorni prima, dopo che un gruppo di cittadini ne aveva messo in dubbio la capacità di resistenza ai terremoti.
La Svezia chiude quattro delle dieci centrali nucleari dopo un'inchiesta sui sistemi di sicurezza condotta dalle autorità in seguito ad un incidente verificatosi in un reattore. Tutti i reattori chiusi manifestano lo stesso problema del reattore Forsmkark-1: il sistema di backup non consente di prevenire la catastrofica fusione del nocciolo se venisse improvvisamente interrotta l'alimentazione del reattore.
In Germania, una serie di micro-incidenti in due centrali nucleari gestite dalla compagnia svedese Vattenfall hanno fatto imbestialire il governo tedesco che ha chiesto, invano, di rivelare la reale entità degli incidenti.
I politici che auspicano il ritorno dell’Italia all’energia nucleare, ancora una volta si sono asserviti al sistema bancario, che sa “corrompere” e imporre scelte contrarie all’interesse nazionale.
Si veda la gara internazionale per l’impianto di un VVER 1000/320, un reattore sovietico di terza generazione, in Bulgaria a Belene, “a cui partecipa la Banca Unicredit sia direttamente che indirettamente tramite una controllata l’HVB2.
"Ancora peggio sta facendo l'Enel (in contrasto con la decisione referendaria dell’87), siglando l’accordo con il governo della Slovacchia che prevede il completamento a Mochovce di due reattori di seconda generazione, ancora meno sicuri".

Mentre i favorevoli all’energia nucleare discutono dei reattori di IV generazione l’Enel impianta quelli di 2° generazione.
Il Governo Berlusconi dopo la favola del Ponte sullo stretto, parla di Centrali nucleari.
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