Pionieri dell’Aviazione
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Pionieri dell’Aviazione
Nella primavera del 1917, mentre su tutti i fronti d’Europa le nazioni belligeranti logoravano i loro effettivi con attacchi e contrattacchi di masse di fanti, e le artiglierie rovesciavano a migliaia obici granate e mitraglie sulle altre trincee, il Maggiore di Cavalleria Gabriele D’Annunzio organizzava ed effettuava un volo di squadra su Vienna, con sette piccoli apparecchi da caccia.
La gesta del poeta-soldato echeggiò in tutto il mondo.
Fu quello il primo brevetto della potenza dell’Arma Aeronautica.
Finita la guerra, compiuta la Marcia delle Camice Nere, l’Italia fascista ha ingigantito per la stessa amorevole e personale cura di Mussolini, l’Aviazione civile e militare, e ha mostrato al Mondo che cosa possano la volontà e l’ardire. Due grandi Crociere transatlantiche del Quadrunviro Balbo e la recente impresa dei <> sono prove che resteranno per molto tempo insuperate dalle altre organizzazioni nazionali dell’Aeronautica mondiale. L’Italia è decisamente all’avanguardia, e detiene il maggior numero dei primati nella velocità e nelle distanze, per rispetto alle utili autonomie di pace e di guerra.
L’Aviazione è stata il maggior strumento della Nazione, nella recente conquista imperiale, perché con essa si sono abbreviate le distanze, rese possibili le comunicazioni fra la Madre patria e le Colonie attraverso territori di altre nazioni, e scaldato quotidianamente il cuore dei combattenti mediante il diuturno contatto dello spirito fra comandi e truppe, attraverso le smisurate distese inospitali e quasi impraticabili del misterioso continente africano.
Ma quando l’Aviazione, con le possibilità che le conferiscono il valore dei tecnici e quello dei piloti, sembra avere segnato una meta, quando per virtù delle ali armate, un paese come il nostro può ascrivere al suo presente e al suo divenire il raggiungimento di un nuovo posto nel mondo e nella storia, conquiste che senza l’arma aerea si sarebbero realizzate, che con ben altri e più lunghi e più gravi sacrifici; quando cioè l’Aviazione può sembrare un punto di arrivo in grandi valutazioni storiche particolari e generali di tutto un grande popolo essa non è che un punto di partenza.
Non illimitate, non forse neppure sconfinate, le sue possibilità nel divenire d’Italia, sono ancora vaste e grandiose.
Da quando le ali italiane hanno incominciato a sorvolare gli Oceani e i Continenti, con ritmo frequente e con stile di record, il prestigio nazionale è aumentato in tutti i paesi con i quali l’Italia ha rapporti di storia, di razza e di cultura, e specialmente in quelle Nazioni alle quali lo spirito e il cuore italiano hanno dato nei secoli qualche impronta della civiltà romana e il senso dell’orgoglio romano. Purtroppo, anche i più nobili istinti di una stirpe, possono affievolirsi, se il tempo e lo spazio dividono gli uomini dai loro alvei civili.
Quale che sia il sacrificio materiale sostenuto dal nostro Paese per far conoscere le virtù della nuova Italia, figlia legittima di Roma, alle genti delle due Americhe, mediante le glorie crociere, il vantaggio storico ed il prestigio della stirpe nel nuovo clima imperiale instaurato da Mussolini animatore e valorizzatore delle virtù massime del Popolo, sono infinitamente maggiori.
La gesta del poeta-soldato echeggiò in tutto il mondo.
Fu quello il primo brevetto della potenza dell’Arma Aeronautica.
Finita la guerra, compiuta la Marcia delle Camice Nere, l’Italia fascista ha ingigantito per la stessa amorevole e personale cura di Mussolini, l’Aviazione civile e militare, e ha mostrato al Mondo che cosa possano la volontà e l’ardire. Due grandi Crociere transatlantiche del Quadrunviro Balbo e la recente impresa dei <
L’Aviazione è stata il maggior strumento della Nazione, nella recente conquista imperiale, perché con essa si sono abbreviate le distanze, rese possibili le comunicazioni fra la Madre patria e le Colonie attraverso territori di altre nazioni, e scaldato quotidianamente il cuore dei combattenti mediante il diuturno contatto dello spirito fra comandi e truppe, attraverso le smisurate distese inospitali e quasi impraticabili del misterioso continente africano.
Ma quando l’Aviazione, con le possibilità che le conferiscono il valore dei tecnici e quello dei piloti, sembra avere segnato una meta, quando per virtù delle ali armate, un paese come il nostro può ascrivere al suo presente e al suo divenire il raggiungimento di un nuovo posto nel mondo e nella storia, conquiste che senza l’arma aerea si sarebbero realizzate, che con ben altri e più lunghi e più gravi sacrifici; quando cioè l’Aviazione può sembrare un punto di arrivo in grandi valutazioni storiche particolari e generali di tutto un grande popolo essa non è che un punto di partenza.
Non illimitate, non forse neppure sconfinate, le sue possibilità nel divenire d’Italia, sono ancora vaste e grandiose.
Da quando le ali italiane hanno incominciato a sorvolare gli Oceani e i Continenti, con ritmo frequente e con stile di record, il prestigio nazionale è aumentato in tutti i paesi con i quali l’Italia ha rapporti di storia, di razza e di cultura, e specialmente in quelle Nazioni alle quali lo spirito e il cuore italiano hanno dato nei secoli qualche impronta della civiltà romana e il senso dell’orgoglio romano. Purtroppo, anche i più nobili istinti di una stirpe, possono affievolirsi, se il tempo e lo spazio dividono gli uomini dai loro alvei civili.
Quale che sia il sacrificio materiale sostenuto dal nostro Paese per far conoscere le virtù della nuova Italia, figlia legittima di Roma, alle genti delle due Americhe, mediante le glorie crociere, il vantaggio storico ed il prestigio della stirpe nel nuovo clima imperiale instaurato da Mussolini animatore e valorizzatore delle virtù massime del Popolo, sono infinitamente maggiori.
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