Contributo italiano al processo industriale mondiale.

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Messaggio  Admin Ven 18 Feb 2011, 21:22

Contributo italiano al processo industriale mondiale. Radio-10

La correttezza dei costumi, la difesa dell’istituto della famiglia, il rispetto del sentimento religioso, sono canoni di vita fascista. Anche senza imprendere la campagna demografica, il paese avrebbe conservato una copiosa popolazione per virtù delle sane norme di vita che il Governo continua a dettare a tutto il popolo italiano.
Il problema coloniale è connesso al problema demografico e al problema militare. L’Italia ha struttura atavica indistruttibile di grande nazione per effetto di fattori eterni; primo fra tutti la posizione geografica nel Mediterraneo e in Europa. Basta dare un’occhiata a una carta generale dei Continenti per convincersi che la Penisola italica è al centro dei tre grandi alvei del Mondo antico.
Dopo la conquista della Libia, la quale ha una grande importanza dal punto di vista militare e da quello della posizione strategica del territorio metropolitano nel suo del mare caldo, il bisogno di espansione si è fatto ancora più prepotente. Un possedimento coloniale non è completo se esso non integra i veri bisogni dell’intera nazione dominante. Ma nel caso dell’Italia, popolosa, operosa, civile e civilizzatrice, anzi madre di civiltà, e per la sua giusta sfera di influenza, non sarebbe stato né efficiente né redditizio, senza un adeguato completamento di ricchezza.
Il famoso e contrastato asserto di Mussolini <<Vogliamo un posto al sole>> va inteso come imperativo di popolo e non di governo, come esigenza di dignità nel consesso dei popoli, non come semplice idea di dominio. Se l’Italia ha – come ha – una millenaria missione di civiltà dopo l’ampliamento costiero conseguito mediante la conquista libica, non poteva rinunciare al ruolo di potenza imperiale, al posto di signora di domini idonei per far prosperare tutte le sue genti, dal Piemonte all’Eritrea e alla Somalia, lontane propaggini di uno stato che si era rivelato, dal 1915, signore dei suoi destini. Cosicché l’importanza delle Colonie per il nostro Paese, rientra nelle ragioni di vita e di grandezza preordinate della storia.
Il Mondo camminava; la maestra della civiltà occidentale non poteva fermarsi.
Per effetto della scoperta di un grande Italiano, i popoli comunicavano da lustri fra loro e coi loro soggetti lontani, quotidianamente, per mezzo della radio.
Le vittorie dello spirito di tutta la società civilizzata che vive e prospera sulla terra, sono anche e soprattutto vittorie del genio italiano, da Galileo a Pacinotti, da Volta a Marconi. La Patria dei più grandi assertori di una migliore e più nobile e più intelligente convivenza fra le genti del mondo, era rimasta, fino al 1915, arretrata di secoli sul cammino delle conquiste militari, scientifiche, industriali.
Quanto cammino, dunque, in cinque lustri!
Tutti i popoli civili fruitori delle nostre conquiste dello spirito, prima di noi. Ma Dio aveva serbato, fra i campioni di questo spirito, il Marconi, per colmare la nostra lacuna. Oggi la radio, è il mezzo più potente per espandere nel Mondo l’idea dell’ordine, senza del quale non vi può essere pace in nessuna comunità umana regolata da leggi.
Le radio-diffusioni possono sembrare uno strumento di volgarizzazione di scienze spicciole; o di divulgazione di motivi artistici; ma per vero, esse servono anche per battere instancabilmente e efficacemente col buon martello del fabbro di Predappio sul mal legato acciaio democratico europeo. Certo, fu anche per merito delle rapide trasmissioni radiofoniche, che il Fascismo fece proseliti.
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