George Herbert Walker Bush, anche lui c’è la fatta!

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Messaggio  Admin Gio 06 Dic 2018, 22:11

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George Herber Walker Bush, proveniente da una delle più influenti famiglie dell'aristocrazia finanziaria dell'Est, è deceduto nella sua casa a Houston (Texas) poco dopo le 22 di venerdì 30 novembre 2018, nato il 12 giugno 1924 a Milton (Masschusetts), dal senatore (1952 - 1963) Perscott Bush e da Dororothy Walcker Bush.

Nel 1941 appena diciottenne, come molti altri giovani fecero in altre Nazioni, rimandò gli studi per arruolarsi (in quella che i fatti dimostrano essere la formazione avviatoria più criminale di tutti i tempi), nell’United States Navy, rimanendovi fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Laureatosi nel 1948 si trasferisce con la famiglia nel Texas occidentale dove diviene milionario, grazie al business del petrolio.

Per garantirsi la rilevante posizione di privilegio nel campo imprenditoriale entra in politica, ricoprendo dal 3 gennaio 1967 al 3 gennaio 1971 la carica di rappresentante del Texas alla Camera dei Rappresentanti, distretto 7, carica che oltre a garantirgli il business del petrolio lo inserisce nel cerchio magico del potere.

Dal 1° marzo 1971 al 18 gennaio 1973, diviene il 10° rappresentate permanete Usa alle Nazioni Unite (Presidente Nixon), dal 19 gennaio 1973 al 16 settembre 1974, è nominato 49° Presidente del Comitato Nazionale del Partito Repubblicano a cui ha fatto riferimento sempre, dal 30 gennaio 1976 al 20 gennaio viene nominato 11° direttore della CIA (Central Intelligence Agency) (Presidente Ford), e dal 20 gennaio 1981 al 20 gennaio 1989 resta a fianco del Presidente Ronald Reagan, quale suo Vice.

Dal potere altro potere. Nel 1988 Bush, forte dei successi del Presidente Reagan, dà inizio alla propria campagna per succedevi, riesce nell’impresa, sconfiggendo il democratico Michael Dukakis, insediandosi alla Casa Bianca quale 41° Presidente degli Stati Uniti dal 20 gennaio 1989 al 20 gennaio 1993.

L’ha spuntata su Dukakis, anche, per il suo solenne impegno di non aumentare le tasse, promessa da pulcinella, visto che nella primavera del 1991 fu il diretto responsabile dello sproporzionato aumento delle stesse. Si sa i politicanti nelle cosiddette “democrazie-liberali” sono autorizzati a prendere in giro il Popolo elettore.
Per distrarre gli americani ormai sfiduciati dalla sua presidenza, Bush, mise in moto la potente macchina da guerra Usa, provocando la 1° Guerra del Golfo. L’occasione venne data dall’occupazione che l’Iraq mise in atto contro la sua vecchia provincia del Kuwait. Bush, impose ai paesi Nato e con essi a tutti governi che in quegli anni si erano asserviti agli Usa di affiancarsi nell’offensiva contro il popolo irakeno. Ottenuta, la scontata, approvazione dell’Onu, la notte del 16 gennaio 1991 dà inizio l’offensiva, replicando il 9 settembre 1939, quando l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale, prendendo spunto dell’occupazione Hitleriana delle province polacche sottratte alla Germania, con il prepotente Trattato di Versailles.

Si rilevi che, il “democratico” Bush, autorizzo l’utilizzo di migliaia di tonnellate di proiettili perforanti caricati prevalentemente con uranio impoverito, il quale ancora oggi è la causa di gravi problemi di salute sia nelle popolazioni civile che in quella militare.

Questo guerrafondaio. il 20 dicembre del 1989, ha preteso l’attaccato e l’occupazione dello Stato di Panama, che ventisettemila militari statunitensi misero in atto, costringendo il popolo panamense ad indescrivibili privazioni,

Nel 1992, assodata la capacità sopraffattrice dell’Esercito americano, invia le truppe in Somalia, avvolgendo la missione nell’alone umanitario, nei fatti voleva imporre l’influenza americana anche al quel Popolo ma, fallì nell’intento, infatti i soldati inviati da Bush, il 3 - 4 ottobre 1993, coinvolti nella battaglia di Mogadiscio, subendo numerose perdite. Un ulteriore sconfitta militare dopo quella avuta nel Vietnam.

Dopo la sua catastrofica presidenza repubblicana degli anni 90, Bush, da traditore il 20 settembre 2016 si scaglia contro il partito dell’elefantino, dichiarando che alle elezioni presidenziali di novembre avrebbe votato per la democratica Hilary Clinton, ex First Lady di quel Bill Clinton. E la prima volta, e forse resterà l’unica, in tutta la storia delle elezioni americane che un ex presidente decide di votare e appoggiare direttamente il candidato del Partito avverso.

Si sa nelle “democrazia-liberale” degli intrufolati, da una o dall’altra parte, conta solo una cosa la gestione del potere, considerato che l’attuale presidente Trump, al pari dell’ex presidente Obama, su Twiter ha postato, dello scomparso Bush, un giudizio positivo anziché ricordare i suoi angosciati trascorsi.
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