25 febbraio 2019: G. Alemanno, dopo l’incriminazione è arriva la condanna.

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Messaggio  Admin Mar 05 Mar 2019, 19:21

25 febbraio 2019: G. Alemanno, dopo l’incriminazione è arriva la condanna.  15510910

La vera sventura del popolo italiano è il marciume della classe dirigente, in specie di quella politica, non esclusa quella proveniente dallo storico M.S.I.. Fra essi vi è G. Alemanno, il quale in gioventù intraprese l’ideale nazionale, divenendo esempio di tanti adolescenti come lui, tant’è che, sul finire degli anni di piombo, quando uccidere un Fascista non era reato.

Fu arrestato tre volte ma venne sempre prosciolto.

La prima volta nel 1981, con l’accusa di aver partecipato con altri, al pestaggio di un vile comunista;
La seconda volta nel 1982, con l’accusa di aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica. Secondo altre fonti, l'arresto fu dovuto invece ad un parapiglia durante una protesta nei confronti di una delegazione dell'URSS, questa falsa accusa lo portò alla detenzione per 8 mesi presso il carcere di Rebibbia;
La terza volta nel 1989, con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata (in occasione del viaggio in Italia del presidente degli Stati Uniti d’America, Bush), a favore dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana che, come recitava un comunicato diffuso dal Fronte Della Gioventù, doveva essere "un monito per chi troppo facilmente dimentica il nostro passato e offende la memoria di migliaia di caduti che si sono battuti per la dignità della Patria".

Le costanti persecuzione lo spinsero a prendere per un certo periodo, anche, la tessera del Partito di M. Pannella, nonostante l’art, 5 dello statuto del M.S.I. espressamente lo vietasse.

Nel 1988, ha inizio l’ascesa politica

Succedendo a G. Fini quale segretario nazionale del Fronte della Gioventù, dal 1988 al 1991, da una parte seppe dare all’organizzazione giovanile del M.S.I. una linea movimentista, riprendendo le tematiche sociali e nazionali, dall’altra promuove lo scontro con il neonato partito di U. Bossi.

Forte della segreteria del F.d.G., nel 1990 viene eletto la prima volta nel Consiglio regionale del Lazio.

Nell’aprile 1994 viene eletto alla Camera dei deputati, nella quale verrà confermato nelle legislature XIII, XIV, XV e XVI, compiendo nel contempo diversi cambi di casacca.
Il 1995 è l’anno della svolta di Fiuggi, in cui insieme agli altri Traditori fonda Alleanza Nazionale, abiurando le posizioni fin lì mantenute dal Movimento Sociale Italiano, un cambio pelle che l’On. Pino Rauti, suocero di Alemanno non approvò fondando la Fiamma Tricolore.
Dal 1995 al 2009, diviene uno dei capi corrente di AN, come aveva fatto nel 1995 con il M.S.I., nel 2009 contribuisce a dissolvere anche AN per costituire il PdL. Nel 2013 abbandona il P.d.L. per fondare il P.I., partito personale che chiuderà i battenti nel 2014. Dal 2014 al 2015 aderisce a F.d.I., nel 2015 abbandona pure il partito della Meloni per fondare Az.N. altro partito personale, che nel 2017 abbandona per costituire in ulteriore partito personale, il M.N.S.

Tante giravolta che oltre a mantenerlo parlamentare lo portarono a ricoprire dal 11 giugno 2001 al 17 maggio 2006 l’incarico di Ministro delle politiche agricole e forestali, incarico che vede le sue scelte ridicolizzare dal governo di cui fa parte. Nel 2003 face una proposta di legge che mirava a limitare la coesistenza di colture OGM con quelle tradizionali; proposta che dopo le pressioni dell’ambasciatore americano in Italia fu obbligato a ritirare.

Il 28 aprile 2001, diverrà sindaco di Roma, lo sarà fino al 11 giugno 2013, carica che lo spingerà verso ulteriori tradimenti. Il 24 aprile 2008, durante la campagna elettorale per il ballottaggio va ha visitare la Moschea di Roma per incontrare ufficialmente la comunità musulmana della capitale. Durante l’incontro Alemanno ha evidenziato il suo impegno per il rispetto delle reciproche identità, promettendo trasporti pubblici più efficienti per il centro islamico e corsi di italiano dentro la moschea, <<-perché, disse, la lingua è la base dell’integrazione ->>. A questo incontro va ad aggiungersi, la VERGOGNOSA abiura dei Camerati, i quali durante i festeggiamenti per l’avvenuta vittoria a sindaco, si sono permessi di esultare facendo il Saluto Romano, Alemanno si premura a prendere le distanze, dei Camerati che si erano permessi di sfoggiare il braccio teso verso il cielo, dichiarando l’intenzione di voler collaborare con i dirigenti di tutte le comunità etniche e religiose presenti a Roma.

Da perseguitato politico in gioventù, in un momento di ripensamento, in occasione della ricorrenza dell’8 settembre (giorno del tradimento), affermando che il Fascismo non fu il <> a differenza delle leggi razziali promulgate nel 1938, scordando gli innumerevoli tradimenti del sionismo internazionale, scindendo i due fenomeni.

Nonostante questa ingiustificata scissione, alle prime pretestuose proteste da parte della comunità ebraica di Roma, Alemanno tornò sulle sue parole, affermando che voleva omaggiare chi morì in buona fede al Fascismo senza dimenticare la condanna alla realtà storica del movimento, definendolo più complesso. E ancora, in un viaggio ad Auschwitz, accompagnando degli studenti delle scuole superiori, Alemanno ribadiva la sua netta condanna di ogni totalitarismo, delle violenze fasciste, naziste e staliniane. Questa condanna fu il preludio per l’annuncio di conferma del progetto per la realizzazione di un Museo della Shoah, nel parco di Villa Torlonia ------ annuncio che fruttò ad Alemanno l’elogio del presidente della comunità ebraica R. Pacifici, il quale evidenziava l’accelerazione dei tempi della progettazione e per aver dato l’annuncio proprio il giorno del settantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia (come avrebbe fatto un vile antifascista). Queste abiure hanno determinato la mancata rielezione a Sindaco di Roma.

Da perseguitato per l’ideale a imputato per corruzione.

Alemanno, in poco più di vent’anni è passato da indagato per l’attività politica svolta, accompagnata; dall’arresto preventivo e consequenzialmente dal proscioglimento, al susseguirsi di indagini per corruzione.

Il Caso Parmalat.
Alemanno, sempre più ubriaco di potere, il 13 marzo 2002 diffida la Parmalat dal continuare la distribuzione del latte pubblicizzato come latte fresco quando, in realtà veniva imbottigliato settimane prima di essere messo nel circuito commerciale, ma nel contempo, con la collaborazione del ministro della salute, istituisce una commissione con il compito di studiare il caso. La commissione, appena 2 mesi dopo, approva il procedimento di micro filtraggio. Viene dato il via libera alla distribuzione per decreto. Nel febbraio 2003 a quel latte viene accordata la scadenza di 11 giorni. Scoppia lo scandalo.

Nel gennaio del 2004, il patròn della Parmalat, CalistoTanzi, viene arrestato, e, fra l’altro dichiara di <> al ministro Alemanno, attraverso un altro ministro.

Il 22 maggio 2004, Alemanno, (per ritorsione) rivede la sua decisione, dichiara invendibile il latte microfiltrato.

Gli inquirenti scoprono:
- un finanziamento di 85.000 euro, versato dalla Parmalat alla rivista (facente capo ad Alemanno) “Area” sotto forma di investimento pubblicitario,
- che la data del 28 dicembre 2002, in cui Alemanno,la moglie Isabella Rauti e il figlio, partono per trascorrere un periodo di vacanza a Zazibar per un costo, non saldato, di 14.253 euro, coincide con il termine dei lavori della seconda commissione sul latte microfiltrato, la quale confermò il precedente parere.
Alemanno, sentito dalla procura di Parma, fa lo gnorri assicurando la regolarità dell’intera faccenda Parmalat, in quella occasione il procuratore di Parma, ha ritenuto opportuno trasmettere gli atti al Tribunale dei Ministri, che il 23 settembre 2005, volle ascoltare Alemanno da indagato, per conoscere quale fu il motivo della scelta di due consulenti della Parmalat quale esperti per la valutazione del latte microfiltrato. Alemanno, per quella scelta, scarico ogni responsabilità sui burocrati del suo ministero.
In conclusione, il Tribunale dei ministri prosciolse Alemanno da ogni accusa.

Il caso mafia capitale.
Alemanno, dopo averla scampata da Ministro, si ripete da Sindaco.

Il 2 dicembre 2014 viene indagato dalla procura di Roma con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione aggravata e finanziamento illecito. Tra gli arrestati e tra gli indagati sono molte le figure vicino a lui e già coinvolte nello scandalo parentopoli.

Il 15 aprile 2015, viene ascoltato dalla Commissione parlamentare antimafia e dai giornalisti, si difende declinando (come al solito) ogni responsabilità ma, questa volta il 18 dicembre 2015 viene rinviato a giudizio per i reati di corruzione e finanziamento illecito, la procura lo accusa d’aver ricevuto centoventicinquemila euro dal comunista S. Buzzi.

Il processo ha inizio il 10 gennaio 2018, ma prende corpo l’8 febbraio 2019, quando la Procura di Roma chiede la condanna di Alemanno 4 anni e mezzo per corruzione e sei mesi per finanziamento illecito, più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di 223.500 euro, somma che secondo il PM sarebbe finita attraverso la fondazione nelle tasche di Alemanno

Il 25 febbraio 2019, la seconda sezione penale del Tribunale di Roma, non tenendo conto della richiesta del PM aggrava la condanna da 5 a 6 anni di reclusione, e confisca da 223.500 euro a 298.500 euro; inoltre lo interdice dai pubblici uffici per tutta la durata della pena.

Il giudice penale condannato Gianni Alemanno anche a risarcire il danno cagionato a Ama e a Roma Capitale, da liquidarsi in sede civile, fissando una provvisionale di 50.000 euro a favore di entrambi gli enti danneggiati.

Alemanno, da sindaco ha ferito i Camerati, asservendosi alla comunità dei Traditori.
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