Rogo di Primavalle: fratelli Mattei 16 aprile 1973

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Messaggio  Admin Mer 15 Apr 2009, 21:44

CAMERATA PRESENTE

Militante Volontari Nazionali Rogo di Primavalle: fratelli Mattei 16 aprile 1973 Logovo11
Nome Cognome
Stefano e Virgilio MATTEI

Foto disponibili Rogo di Primavalle: fratelli Mattei 16 aprile 1973 Stefan10

Luogo e data dell’attentato
ROMA 16 Aprile 1973
Luogo e data della morte
Roma 16 Aprile 1973

Descrizione dell’attentato
E’ la notte tra il 15 e il 16 aprile dell’73, nel quartiere di Primavalle, dei vermi, in via Campeggi 15, salgono le scale della casa popolare dove abita il netturbino Mario Mattei, il quale aveva l’ardire, d’adoperarsi, proprio in quel quartiere, che doveva essere e restare rosso, quale segretario della sezione “Giarabub” del M.S.I. di via Svampa.
La numerosa famiglia Mattei (marito, moglie e 6 figli), molto conosciuta per la sua fede politica, aveva più volte subito minacce e aggressioni, nel clima sempre più rovente dei primi anni Settanta, anni, delle epurazioni contro i fascisti..
Quei vermi comunisti, raggiunto il terzo piano dello stabile, si fermano sul pianerottolo dinanzi alla porta d’ingresso dei Mattei, versano lentamente una tanica di 15 litri benzina, spingendo il liquido sotto l’uscio. Basta un fiammifero ed è l’inferno.
Le fiamme avvolgono la porta, in legno, ed attaccano anche quella della stanza vicina in cui dormivano Stefano (9 anni) e Virgilio (22 anni). L’intera cameretta in pochi minuti prende fuoco, Virgilio balza in piedi, corre verso la finestra, fuori c’è gente (ma non ci sono ancora i pompieri) che urla, lui forse potrebbe mettersi in salvo, ma si volta verso Stefano che lotta contro la coperta in fiamme, torna indietro, lo prende con sé, cerca di spegnergli e fiamme che invece si attaccano anche al suo pigiama. Virgilio, il corpo avvolto dal fuoco, cerca di spingere il fratellino fuori dalla finestra per lanciarlo tra le braccia della gente sotto, ma non riesce a sollevarlo.
La gente urla “buttati, buttati”, ma lui ci riprova ancora a salvare il fratellino Stefano. Ultimo, generoso, disperato tentativo. Le fiamme le divorano il corpo togliendogli ogni energia. Per i due fratelli una morte atroce, i pompieri li trovarono carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra.
Nessuno li ha VENDICATI!

Biografia
Stefano Mattei, 8 anni, scolaro dell’elementari.
Virgilio Mattei, 22 anni, dirigente dei Volontari nazionali

Rivendicazione, autori
Ad attribuirsi la barbara e vigliacca azione, fu “Potere Operaio”.

Stato processuale
Dopo più di un anno di indagini vennero accusati dell’eccidio tre vermi di Potere Operaio, Marino Calvo, Manlio Grillo e Achille Lollo, quest’ultimo, figlio, di un ricco dirigente di una multinazionale farmaceutica, fu incarcerato ma dopo due anni, fu rilasciato mentre i complici riuscirono a fuggire.
Per loro la sinistra si mobilità con tutte le sue forze: cortei, manifestazioni, aggressioni (che porteranno alla morte di un altro missino), articoli sui giornali, raccolta di firme, petizioni parlamentari.
Nonostante la rivendicazione da parte di “Potere Operaio”, la stampa (e non certo solo quella di sinistra) tenterà di alzare una cortina di dubbi, menzogne e reticenze per difendere gli assassini.
Quale vergognoso esempio, l’articolo di Fabio Isman su “il Messaggero”, che cerca di accreditare la voce di una “faida interna all’ambiente missino romano”.
In questo clima, nel giudizio di primo grado, nel 1975, la Corte d’Assise assolse i tre imputati per insufficienza di prove, il PM Domenico Sica aveva chiesto come pena l’ergastolo.
Dieci anni dopo, in appello, i giudici emisero un verdetto di colpevolezza, 18 anni di reclusione a ciascuno degli imputati, per incendio doloso.
I tre assassini, grazie a magistrati pavidi e a potenti appoggi politici, sono riusciti a fuggire dall’Italia,
Nel 2005 la Corte d’Appello di Roma ha accolto la richiesta degli imputati di estinguere la pena: M. Calvo, M. Grillo e A. Lollo restano colpevoli, ma non andranno in carcere.
In carcere rischia di finire, l’avvocato che ha indicato i probabili mandanti della “strage” .
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