Antifascisti e la falsa gestione ”democratica” della pandemia del Covid.

Andare in basso

Antifascisti e la falsa gestione ”democratica” della pandemia del Covid. Empty Antifascisti e la falsa gestione ”democratica” della pandemia del Covid.

Messaggio  Admin Mar 22 Feb 2022, 21:37

Antifascisti e la falsa gestione ”democratica” della pandemia del Covid. Images23


Antifascisti e la falsa gestione ”democratica” della pandemia del Covid.
Sono ormai trascorsi oltre due anni dal primo provvedimento emanato dal fallimentare governo giallo-rosso con il quale si è dato inizio a restrizioni e persecuzioni del Popolo italiano, specie per coloro che hanno posto una strenua resistenza al camuffato obbligo vaccinale che ha accompagnato il trascorrere dei giorni.

Una resistenza che ha visto lo sbraitare di gente, politicamente ignorante, che in tante piazze italiane ha comparato le disposizioni assunte in questa era moderna da governi falsamente democratici con la difficile realtà nella quale operava il Fascismo.

Paragonare le restrizioni imposte prima da Giuseppe Conte e attualmente da super Mario Draghi al Fascismo è da vigliacchi, ed è possibile farlo grazie alle ignobile reato per apologia del Fascismo, disposizione che questo regime si e dato per precludere al mondo la conoscenza storica del ventennio che fu.

Le disposizioni anti - Covid approvate da questa falsa “democrazia” oltre a tantissime restrizioni ci hanno imposto la cosi detta vaccinazione da richiedere, alfine di ottenere il Green pass. Contro questa imposizione c’è ancora oggi chi si dichiara apertamente contrario pagando il caro prezzo delle restrizioni.

La somministrazione di un vaccino prodotto dai nostri colonizzatori venduto a caro prezzo dalle industrie (Usa) le quali hanno invaso di dosi l’intera Europa occidentale, con fiale, contenenti un miscuglio di prodotti cimici, che nel tempo si sono dimostrati inefficaci, considerato che si è reso necessario inocularne tre dosi, non scordando la decisione del governo sionista che ha ritenuto necessario iniettare agli israeliti una quarta dose.
Venduti e Traditori, che nell’imporre vaccino e restrizioni senza alcuna vergogna, attraverso i servi dell’informi hanno più volte fatto riferimento a valori – inesistenti - della “democrazia” adducendo ai provvedimenti assunti dai governi autoritari, equiparandoli al governo Fascista. Una falsità richiamata - purtroppo - attraverso slogan anche da quanti si dicono contrari a vaccino e Green pass i quali sbraitano, ignorantemente, contro i governi di Conte e Draghi colpevoli al loro dire di aver messo in atto provvedimenti di tipo Fascista.

Il Fascismo fu Disciplina e Ordine ma mai ha imposto al Popolo limitazioni alle libertà personali se non a cittadini sovversivi asserviti ad interressi stranieri, per questo sentiamo il dovere di ricordare la grave pandemia della TUBERCOLOSI (TBC) che prima dell’avvento del Fascismo, in Italia non veniva riscontrata se no dopo la morte del contagiato. Un’altra verità storica che in questi 77anni la falsa “democrazia” ha inteso nascondere.

Questa “democrazia” In realtà è molto peggio. Il FASCISMO arrivato al potere ha supplito anche nel campo sanitario all’assoluta inconcludenza dei precedenti governi sia liberali che socialisti, infatti in quella difficile epoca ha dovuto affrontare la malattia, infettiva e contagiosa causata da un batterio, il mycobacterium tuberculosis, che nella maggior parte dei casi interessava i polmoni ma poteva coinvolgere altre parti del corpo. Pandemia che ogni anno colpiva 600mila persone e causava oltre 60mila vittime, soprattutto fra i bambini.

Per questo Il 30 dicembre del 1923 il governo approvò due Reggio decreti il n. 2839 e il n. 2889 che riformavano l’ordinamento sanitario. L’intenzione era quella di permettere la costituzione di consorzi fra le Amministrazioni provinciali e i Comuni delle provincie. La svolta si ebbe nel 1927quando vennero emanate la Legge n. 1276 (Provvedimenti per la lotta contro la tubercolosi) e il Regio Decreto Legge n. 2055 che istituiva l’Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi per i lavoratori dipendenti, previo versamento di una quota alla Cassa nazionale per le assicurazioni sociali (Cnas), cui spettava il compito di sostenere l’assicurato che contraeva il morbo. In pochi anni si contarono 18 milioni di assicurati, un numero rilevante se si pensa che a metà degli anni Trenta gli italiani erano all’incirca 42 milioni.

Questi provvedimenti permisero di affrontare in maniera sistematica il problema sociosanitario, all’epoca molto grave.
<<- La prima legge istituiva obbligatoriamente, in tutti i capoluoghi di provincia i Consorzi provinciali antitubercolari (Cpa), allo scopo di promuovere e agevolare l’impianto di opere necessarie alla lotta contro la tubercolosi e vigilare sulla protezione e l’assistenza sanitaria e sociale dei malati. la cui azione preventiva, diagnostica e divulgativa doveva attuarsi attraverso strutture quali erano i dispensari, antitubercolari provinciali costruiti nei capoluoghi di provincia e le Sezioni dispensariali realizzate in alcuni quartieri delle grandi città e nei centri minori di una stessa provincia, chiamati anch’essi, comunemente, dispensari antitubercolari, finalizzati a individuare i casi di tubercolosi (anche in forme latenti), all’educazione sanitaria e alla profilassi, all’assistenza morale e materiale ai malati (con particolare riguardo ai bambini), oltre alla raccolta di dati per le statistiche e alla promozione di studi e ricerche.

Queste istituzioni, oltre a svolgere la loro funzione, dovevano coordinare anche gli ospedali sanatoriali, i reparti ospedalieri, le case di cura e le colonie permanenti per la cura della malattia.

La seconda legge permetteva di predeterminare i mezzi finanziari per la cura dei malati. I Consorzi ebbero lo scopo sia di promuovere e agevolare l’istituzione delle opere necessarie per la lotta contro la tubercolosi, sia di coordinare e disciplinare il funzionamento di tutte le opere esistenti nelle provincie. Di conseguenza essi si trovarono ad essere il fulcro organizzativo e amministrativo della lotta contro il bacillo di Koche dando impulso alla costruzione, in tutta l’Italia, di strutture adibite a questo scopo.

In pochi anni dal 1929 al 1936 furono creati oltre 20mila posti letto) Antitubercolari Provinciali e 419 Sezioni Dispensariali, suddivisi in sezioni con una propria sede, sezioni presenti in strutture ospedaliere e sezioni mobili. Queste ultime potevano avere sede propria come i Dispensari provinciali o essere ospitate all’interno di strutture ospedaliere oppure si trattava di “sezioni mobili”.

Per capire la portata di questo fenomeno basta indicare come nel 1938 furono censiti in tutto il territorio nazionale 94 Dispensari (fra essi furono realizzate negli anni del Fascismo quelle eccellenze in campo ospedaliero che tutto il mondo guardava con ammirazione e che ancora oggi rappresentano l’ossatura del sistema sanitario pubblico: a Roma lo Spallanzani, il San Camillo e il Forlanini, a Napoli il Cardarelli, a Genova il Gaslini solo per citare i più noti, cui si aggiunsero le centinaia di ospedali minori e le molteplici strutture specializzate per la cura delle patologie polmonari come, ad esempio, il Villaggio Sanatoriali di Sondalo.

Consorzi provinciale antitubercolare, dovevano «-coordinare e disciplinare, in un armonico programma di azione e di propaganda, il funzionamento di tutte le opere esistenti nelle provincie con tale scopo, segnalandone al prefetto le eventuali irregolarità o manchevolezze per i provvedimenti di competenza-».

Scopo era quello di provvedere al ricovero degli infermi di tubercolosi e di promuovere le diverse forme di attività dirette a combattere con tutti i mezzi la diffusione della tubercolosi umana, nonché attuare un programma di educazione antitubercolare. Potevano partecipare al Consorzio anche altri Enti Pubblici ai sensi dell’art. 75 del R.D. 30 dicembre 1923 n. 2889.

Il Consorzio provvedeva al raggiungimento dei suoi fini mediante i seguenti mezzi finanziari:
1. contributo da parte di ciascun comune della provincia in base agli abitanti risultanti dall’ultimo censimento ufficiale;
2. contributo da parte della Provincia per abitante;
3. contributi di enti, opere pie, Istituzioni di beneficenza ecc. anche non partecipanti al Consorzio, sia in denaro, sia sotto forma di prestazione d’opera, o di concessione di locali, materiale, ecc.;
4. contributi di Istituti di credito, associazioni, ditte, privati, ecc.;
5. proventi diversi: lasciti, donazioni, oblazioni, esiti di feste di beneficenza;
6. eventuale contributo dello Stato.
Le quote contributive di Comuni e Province erano iscritte annualmente nei bilanci e versate alla cassa dei Consorzi presso la Tesoreria della Provincia, in due rate uguali scadenti il 30 giugno ed il 30 dicembre di ciascun anno.
RICORDIAMO che!
- Il primo vaccino fu quello italiano messo a punto dalla scuola di Edoardo Maragliasco. Successivamente arrivò, sempre dall’Italia un secondo vaccino “l’Anatubercolina integrale petragnani, che prese il nome del suo creatore, Giovanni Petragnani, rettore dell’Università di Siena

- I governi “democratici” hanno gestito la pandemia Covid attraverso la nomina di commissari.
Nel ventennio Fascista, i Consorzi erano rappresentati da un’Assemblea Consorziale formata dai delegati degli Enti consorziati, uno per ciascun ente, nominati dalle rispettiva amministrazione.
L’assemblea nominava nel suo seno il Consiglio, costituito da 8 rappresentanti, mediante schede segrete ed a maggioranza relativa.
Inoltre erano membri del Consiglio:
1. il Capo dell’Amministrazione provinciale che lo presiedeva;
2. un membro designato dal Consiglio provinciale Sanitario;
3. il Medico provinciale;
4. l’Ufficio sanitario del Capoluogo;
5. un rappresentante dell’Ospedale;
6. un rappresentante della Federazione provinciale dell’Opera Nazionale per la protezione della Maternità ed Infanzia;
7. un rappresentante della Federazione provinciale Fascista (nel periodo fascista);
8. un rappresentante della Federazione provinciale degli ex Combattenti;
9. il Presidente della rappresentanza dell’Opera Nazionale degli invalidi di Guerra.

Il consiglio nominava una Giunta Esecutiva, tre revisori dei conti ed il Segretario del Consorzi. Della Giunta Esecutiva era Presidente lo stesso Presidente del Consiglio e ne facevano parte il Medico Provinciale e l’Ufficiale Sanitario del Capoluogo, ed altri tre membri nominati dal Consiglio. I membri del Consiglio e della Giunta e i revisori dei conti restavano in carica 3 anni ed erano rieleggibili. L’Assemblea si adunava una volta ogni semestre, mentre la Giunta Esecutiva una volta al mese e tutte le volte che lo riteneva opportuno il Presidente, il quale aveva la rappresentanza legale del Consorzio.
Il Consiglio deliberava:
1. i bilanci e i conti annuali;
2. la creazione di Istituti di cura e di profilassi;
3. l’alienazione e l’acquisto di beni immobili o l’investimento di capitali;
4. l’assunzione e l’estinzione di prestiti. Alla fine di ogni esercizio la Giunta presentava, unita al conto finanziario, una relazione dettagliata della gestione. L’art. 17 prevedeva che in caso di scioglimento del Consorzio le sue eventuali attività sarebbero state devolute a cura dell’Amministrazione provinciale, a quelle istituzioni con scopi analoghi a quelli per cui il Consorzio fu istituito.

Il primo problema affrontato dal Consorzio, perché considerato il più importante, era quello di dotare il capoluogo di un dispensario, un centro diagnostico completamente attrezzato e, in un secondo tempo la provincia, di una rete dispensariale tale che nessun comune potesse sottrarsi ad una indagine diretta allo studio del fenomeno tubercolare.
All’indirizzo profilattico l’assistenza domiciliare veniva esercitata soprattutto dall’Assistente sanitaria visitatrice.
I dispensari svolgevano anche le seguenti attività:
1. scelta dei malati ospedalizzabili o da inviare nei sanatori;
2. visite di controllo eseguite dal Dispensario Centrale per conto della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali ai malati assicurati;
3. assistenza ambulatoriale esercitata sia dal Dispensario Centrale che dalle sezioni per conto della Cassa;
4. somministrazioni di medicinali ai più bisognosi;
5. scelta dei bambini da inviare alle colonie provinciali marine e montane delle quali dal 1928 il Consorzio ha l’organizzazione e la direzione;
6. propaganda giornaliera diretta ai malati ed ai familiari attraverso opuscoli, cartelli, ecc.
Negli intenti vi fu, inoltre, quello di estendere il proprio compito alla protezione di coloro che convivevano con gli ammalati e della comunità per la quale gli ammalati costituivano un pericolo fisico ed economico.

Vi è da constatare che furono scarsi gli aiuti che ai Consorzi vennero dalla beneficenza e dalla carità privata: essi poterono contare in modo sicuro esclusivamente sul contributo obbligatorio di legge, previsto in cent. 50 per ogni abitante, pagato sia dalla Provincia che dai Comuni come fissato nel decreti prefettizi nel 1927, salì a cent. 70 nel 1928 ed a L. 1 nel 1931. Ad esso andavano ad aggiungersi le somme derivanti da altre iniziative per la raccolta di fondi, come l’emissione di francobolli con sovrattassa e l’istituzione delle giornate nazionali contro la tubercolosi, caratterizzate dal simbolo della doppia croce.

atto di corruzione fu all’epoca possibile considerato che tutte le spese dovevano essere sottoposte al comitato prezzi, un organo interno ai Consorzi che doveva vagliare i prezzi dei generi presenti sul mercato e scegliere i più conveniente in rapporto qualità/prezzo.

Gli anti – Fascisti applicarono le disposizioni consortili fino a dicembre del 1979, quando a seguito della costituzione delle Unità sanitarie in attuazione della legge 23 dicembre 1978 n. 833, istitutiva del servizio sanitario regionale e del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n. 616, furono sciolti i consorzi di enti locali per la gestione di servizi sociali e sanitari e i consorzi provinciali antitubercolari.

Basta! Menzogne e repressione.
Admin
Admin
Admin

Numero di messaggi : 1044
Data d'iscrizione : 23.09.08

https://liberapresenza.forumattivo.com

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto


 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.