L’internazionale rossa e la continua evocazione del “colpo di Stato”
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L’internazionale rossa e la continua evocazione del “colpo di Stato”
Ci risiamo: l’America, dopo aver corrotto la Corte Suprema brasiliana per giungere alla sconfitta del Presidente Bolsonaro, della cosiddetta destra populista, all’inizio del 2023 ritorna in campo con la Corte Suprema israeliana, l’obbiettivo non dichiarato abbattere il governo sionista del conservatore Benjamin Netanyahu.
L’occasione, un ricorso contro la riforma giudiziaria, presentato da un gruppo di attivisti del cosiddetto “Movimento per il Governo di Qualità”, per costringere il primo ministro a prendere un "congedo". La petizione sostiene che Netanyahu, nel tentativo di attuare cambiamenti giudiziari radicali, viola un accordo di conflitto di interessi che gli impedisce di partecipare a questioni che potrebbero influenzare il suo processo per corruzione in corso.
Lo stesso presidente degli Stato Uniti Joe Biden, si è spinto fino a chiedere a Netanyahu di costruire un "consenso" popolare intorno alla riforma. Una pressione diretta contro il governo della destra sionista da parte del leader americano il quale prende apertamente posizione su una questione interna israeliana.
La riforma già a gennaio aveva attirato la critica del Presidente della Corte Suprema Esther Hayut, che ha accusato il ministro Levin di aver istigato un "attacco sfrenato al sistema giudiziario". Questo ha permesso al “Movimento per il Governo di Qualità”, d’avere buon gioco nell’ammissione del ricorso contro la riforma giudiziaria, proposta dal governo, sionista, conservatore di Benjamin Netanyahu.
Ammissione contestata dal ministro della Giustizia israeliano Yariv Levin, il quale domenica 12 febbraio 2023 ha accuto il procuratore generale Gali Baharav-Miara, e il presidente della Corte Suprema Esther Hayut, di aver cercato di "organizzare un colpo di Stato" contro il primo ministro ammettendo all'udienza da appello un gruppo contro la riforma giudiziaria, “Un tentativo di rovesciare un primo ministro contro la legge e calpestando le elezioni non è diverso da un colpo di stato effettuato con i carri armati”, ha dichiarato Levin nei commenti riportati dal Times of Israel. "L'intenzione è la stessa e il risultato è lo stesso. Non permetteremo questo tentativo di colpo di Stato, che dimostra quanto sia urgente la riforma del sistema giudiziario, per ripristinare la democrazia e i controlli e gli equilibri tra le autorità governative".
Evocare il Colpo di Stato, dopo la protesta dei sostenitori del presidente Donald Trump, è divenuto un evento sempre più di moda, considerato che in meno di un anno lo ha evocato Joe Biden, presidente democratico dello Stato assassino d’America, Luiz Inàcio Lula da Silva, presidente comunista del Brasile e l’altro ieri il presidente conservatore Benjamin Netanyahu, dello Stato assassino sionista.
L’occasione, un ricorso contro la riforma giudiziaria, presentato da un gruppo di attivisti del cosiddetto “Movimento per il Governo di Qualità”, per costringere il primo ministro a prendere un "congedo". La petizione sostiene che Netanyahu, nel tentativo di attuare cambiamenti giudiziari radicali, viola un accordo di conflitto di interessi che gli impedisce di partecipare a questioni che potrebbero influenzare il suo processo per corruzione in corso.
Lo stesso presidente degli Stato Uniti Joe Biden, si è spinto fino a chiedere a Netanyahu di costruire un "consenso" popolare intorno alla riforma. Una pressione diretta contro il governo della destra sionista da parte del leader americano il quale prende apertamente posizione su una questione interna israeliana.
La riforma già a gennaio aveva attirato la critica del Presidente della Corte Suprema Esther Hayut, che ha accusato il ministro Levin di aver istigato un "attacco sfrenato al sistema giudiziario". Questo ha permesso al “Movimento per il Governo di Qualità”, d’avere buon gioco nell’ammissione del ricorso contro la riforma giudiziaria, proposta dal governo, sionista, conservatore di Benjamin Netanyahu.
Ammissione contestata dal ministro della Giustizia israeliano Yariv Levin, il quale domenica 12 febbraio 2023 ha accuto il procuratore generale Gali Baharav-Miara, e il presidente della Corte Suprema Esther Hayut, di aver cercato di "organizzare un colpo di Stato" contro il primo ministro ammettendo all'udienza da appello un gruppo contro la riforma giudiziaria, “Un tentativo di rovesciare un primo ministro contro la legge e calpestando le elezioni non è diverso da un colpo di stato effettuato con i carri armati”, ha dichiarato Levin nei commenti riportati dal Times of Israel. "L'intenzione è la stessa e il risultato è lo stesso. Non permetteremo questo tentativo di colpo di Stato, che dimostra quanto sia urgente la riforma del sistema giudiziario, per ripristinare la democrazia e i controlli e gli equilibri tra le autorità governative".
Evocare il Colpo di Stato, dopo la protesta dei sostenitori del presidente Donald Trump, è divenuto un evento sempre più di moda, considerato che in meno di un anno lo ha evocato Joe Biden, presidente democratico dello Stato assassino d’America, Luiz Inàcio Lula da Silva, presidente comunista del Brasile e l’altro ieri il presidente conservatore Benjamin Netanyahu, dello Stato assassino sionista.
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