“Democrazia” e l’informazione antiFascista
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“Democrazia” e l’informazione antiFascista
Quante sono state le testate televisive e della carta stampata che hanno delicato una sola parola o un rigo per informare gli italiani che il 4 e 5 maggio 2023 a Budapest si è svolta la 2° Cpac Hungary, la “mini – edizione ungherese della Conservative political action conference, conferenza annuale organizzata, dal 1970, dall'Unione conservatrice americana, ala antiliberale del Partito repubblicano statunitense.
Per i tanti che sono rimasti all’oscuro su quanto avvenuto in Ungheria supplirà Liberapresenza
Come lo scorso anno sono saliti sul palco diversi esponenti della destra europea, tra cui Herbert Kickl, del Partito della Libertà austriaco e Andrej Babiš, ex primo ministro della Repubblica Ceca. La conferenza vedrà ovviamente l'intervento di diversi ministri del governo ungherese.
Anche quest’anno gli organizzatori hanno invitato il Primo Ministro Ungherese Viktor Orbán, a tenere il discorso programmatico al CPAC che si è concentrato sul dispotismo dei liberali e la convergenza internazionale delle forze nazionali. Il primo ministro ungherese ha delineato i 12 punti della ricetta conservatrice per il successo all'evento dello scorso anno, incluso il suo ammonimento a giocare secondo le nostre regole, fare amicizia e costruire comunità, affermando: “la destra ungherese può fungere da motore intellettuale e politico in questo processo”. CPAC Hungary 2023 fornirà quindi una piattaforma unica per unirsi ai nostri alleati in Nord e Sud America, Europa, Giappone e Australia nel proclamare "United We Stand!" (Uniti Resistiamo)
Centrale nella giornata di giovedì è stato il discorso d'apertura del primo ministro Viktor Orbán, il quale dopo aver dando il benvenuto a Budapest e averli ringraziati per la loro presenza quali "difensori del mondo libero", ha detto "siamo tutti sotto attacco, in Europa come in America". "Devo dirvi che quest’attacco non è di natura economica. Abbiamo a che fare con un'arma biologica sviluppata nei laboratori dei liberali progressisti". Perché “perché siamo entrati in un club così prestigioso?", ha chiesto Orbán agli intervenuti. "C'è un solo motivo per cui siamo qui, che rende il nostro Paese un fattore importante. L'Ungheria è un'incubatrice dove stiamo sperimentando la politica conservatrice del futuro", ha continuato, affermando che dovrebbe essere chiamata in causa in ogni Paese che i liberali stanno distruggendo.
L'Ungheria, ha spiegato Orbán, non è in una posizione d'offensiva, al contrario: è sulla difensiva contro "l'élite progressista globalista". E non è solo l'Ungheria a essere sotto attacco, ma l'intero mondo libero, minacciato da "un'arma biologica sviluppata nei laboratori dei liberali progressisti".
È un virus che sta distruggendo le nazioni.
L'attacco sarebbe in realtà già riuscito, il nostro progresso sta rallentando e si sta fermando. La popolazione della Terra sta sì aumentando, ma quella dell'Occidente sta diminuendo. Il virus, ha detto Orbán, si sta diffondendo e moltiplicando.
"Il genere, il woke sono solo varianti. Sono varianti dello stesso virus, proprio come lo erano il comunismo e il marxismo. Sia il gender che il woke dividono la nazione in classi e precedono l'identità nazionale - ha continuato - Questo virus distrugge il cervello e trasforma le nazioni vive in comunità morte".
Parlando della guerra in corso in Ucraina, Orbàn, ha ripetuto quanto aveva già detto in precedenza, ”se Donald Trump fosse stato ancora presidente degli Stati Uniti non ci sarebbe stata nessuna guerra”.
La responsabilità di questa guerra, ha sottolineato, è della politica estera progressista, che vede come la terza variante virale. "E se diciamo che la guerra non è nell'interesse dell'Occidente, siamo etichettati come 'spingitori del carro di Putin'".
Il primo ministro ungherese ha poi concluso il suo intervento parlando delle prossime elezioni del Parlamento europeo, previste per il 2024. "Potremo finalmente catturare l'élite conservatrice e prosciugare la palude di Bruxelles".
Ha poi proseguito dicendo che "non dobbiamo cercare l'antidoto al virus progressista. È qui in Ungheria, ma può essere preso liberamente, funziona ovunque. Prima delle elezioni europee del 2024, dobbiamo scrivere sulla bandiera: no alla migrazione, no al gender, no alla guerra!".
Infine ha detto che, a suo avviso, ci sono due modi per conquistare una città: o se ne prendono i santuari o le mura. Le due roccaforti della democrazia moderna, Washington e Bruxelles, "sono nelle mani dei liberali e devono essere conquistate al più presto".
Per i tanti che sono rimasti all’oscuro su quanto avvenuto in Ungheria supplirà Liberapresenza
Come lo scorso anno sono saliti sul palco diversi esponenti della destra europea, tra cui Herbert Kickl, del Partito della Libertà austriaco e Andrej Babiš, ex primo ministro della Repubblica Ceca. La conferenza vedrà ovviamente l'intervento di diversi ministri del governo ungherese.
Anche quest’anno gli organizzatori hanno invitato il Primo Ministro Ungherese Viktor Orbán, a tenere il discorso programmatico al CPAC che si è concentrato sul dispotismo dei liberali e la convergenza internazionale delle forze nazionali. Il primo ministro ungherese ha delineato i 12 punti della ricetta conservatrice per il successo all'evento dello scorso anno, incluso il suo ammonimento a giocare secondo le nostre regole, fare amicizia e costruire comunità, affermando: “la destra ungherese può fungere da motore intellettuale e politico in questo processo”. CPAC Hungary 2023 fornirà quindi una piattaforma unica per unirsi ai nostri alleati in Nord e Sud America, Europa, Giappone e Australia nel proclamare "United We Stand!" (Uniti Resistiamo)
Centrale nella giornata di giovedì è stato il discorso d'apertura del primo ministro Viktor Orbán, il quale dopo aver dando il benvenuto a Budapest e averli ringraziati per la loro presenza quali "difensori del mondo libero", ha detto "siamo tutti sotto attacco, in Europa come in America". "Devo dirvi che quest’attacco non è di natura economica. Abbiamo a che fare con un'arma biologica sviluppata nei laboratori dei liberali progressisti". Perché “perché siamo entrati in un club così prestigioso?", ha chiesto Orbán agli intervenuti. "C'è un solo motivo per cui siamo qui, che rende il nostro Paese un fattore importante. L'Ungheria è un'incubatrice dove stiamo sperimentando la politica conservatrice del futuro", ha continuato, affermando che dovrebbe essere chiamata in causa in ogni Paese che i liberali stanno distruggendo.
L'Ungheria, ha spiegato Orbán, non è in una posizione d'offensiva, al contrario: è sulla difensiva contro "l'élite progressista globalista". E non è solo l'Ungheria a essere sotto attacco, ma l'intero mondo libero, minacciato da "un'arma biologica sviluppata nei laboratori dei liberali progressisti".
È un virus che sta distruggendo le nazioni.
L'attacco sarebbe in realtà già riuscito, il nostro progresso sta rallentando e si sta fermando. La popolazione della Terra sta sì aumentando, ma quella dell'Occidente sta diminuendo. Il virus, ha detto Orbán, si sta diffondendo e moltiplicando.
"Il genere, il woke sono solo varianti. Sono varianti dello stesso virus, proprio come lo erano il comunismo e il marxismo. Sia il gender che il woke dividono la nazione in classi e precedono l'identità nazionale - ha continuato - Questo virus distrugge il cervello e trasforma le nazioni vive in comunità morte".
Parlando della guerra in corso in Ucraina, Orbàn, ha ripetuto quanto aveva già detto in precedenza, ”se Donald Trump fosse stato ancora presidente degli Stati Uniti non ci sarebbe stata nessuna guerra”.
La responsabilità di questa guerra, ha sottolineato, è della politica estera progressista, che vede come la terza variante virale. "E se diciamo che la guerra non è nell'interesse dell'Occidente, siamo etichettati come 'spingitori del carro di Putin'".
Il primo ministro ungherese ha poi concluso il suo intervento parlando delle prossime elezioni del Parlamento europeo, previste per il 2024. "Potremo finalmente catturare l'élite conservatrice e prosciugare la palude di Bruxelles".
Ha poi proseguito dicendo che "non dobbiamo cercare l'antidoto al virus progressista. È qui in Ungheria, ma può essere preso liberamente, funziona ovunque. Prima delle elezioni europee del 2024, dobbiamo scrivere sulla bandiera: no alla migrazione, no al gender, no alla guerra!".
Infine ha detto che, a suo avviso, ci sono due modi per conquistare una città: o se ne prendono i santuari o le mura. Le due roccaforti della democrazia moderna, Washington e Bruxelles, "sono nelle mani dei liberali e devono essere conquistate al più presto".
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