Gli intoccabili, questa volta non sono riusciti a fermare il voto delle NAZIONI LIBERE
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Gli intoccabili, questa volta non sono riusciti a fermare il voto delle NAZIONI LIBERE
16-10-2009
Il Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani riunitosi a Ginevra ha approvato il rapporto che prende il nome dal giudice Goldstone, il quale accusa Israele di aver commesso crimini di guerra, contro la Striscia di Gaza, nell’aggressione di dicembre-gennaio ’08 - 09, e di non aver volutamente collaborare con la missione d’inchiesta Onu.
Il ponderoso rapporto, accusa Israele di uso sproporzionato della forza nell’operazione Piombo fuso, di aver colpito in modo deliberato civili, di aver usato palestinesi come scudo umano.
Su pressioni israeliane e statunitensi, la Commissione Onu aveva già deciso di ritardare la discussione al marzo 2010, con il favore del palestinese Mahmoud Abbas. Ma le critiche e le manifestazioni a Gaza e nella West Bank contro il “servilismo” di Mahmoud Abbas, hanno costretto quest’ultimo a ritornare sui suoi passi.
La richiesta di votare sul documento che accusa Israele di aver commesso crimini di guerra è giunta dai rappresentanti palestinesi in Consiglio e sostenuta, tra gli altri, da Egitto, Tunisia, Pakistan e Nigeria.
Lo Stato ebraico, si è affidato al blocco occidentale (quello delle leggi speciali) per bloccare il rapporto (secondo il quotidiano Haaretz, nei giorni scorsi il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di convincere alleati europei e lo stesso segretario Onu Ban Ki-moon di bloccare il rapporto denuncia). Ma il rapporto, che accusa Israele, è stato discusso se pur nell'ambito di un dibattito generale sulla situazione in Medio Oriente, considerato che come affermano fonti diplomatiche, i Paesi occidentali hanno rifiutato la convocazione di una riunione specifica sul rapporto Goldstone, giudicato da essi "squilibrato" e "difettoso".
Nella sessione speciale, i membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione promossa dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) che approva il rapporto, stilato da una missione Onu guidata dal giurista Richard Goldstone.
All’apertura del dibattito, il commissario Onu, Navi Pillay ha chiesto a tutti i membri di sostenere il rapporto perché “nei territori occupati, Israele continua a contare sulla cultura dell’impunità”, invito che le nazioni occidentali (accondiscendenti e servili) non hanno raccolto, infatti, sei nazioni votato contro (Stati Uniti, Paesi Bassi, Slovacchia, Italia, Ungheria e Ucraina), e undici si astengono (Bosnia, Burkina-Faso, Camerun, Gabon, Giappone, Messico, Norvegia, Belgio, Corea del Sud, Uruguay e Slovenia), Francia e Inghilterra non partecipato al voto. Pretendendo che la commissione non votasse il documento, e trovasse il modo di impegnarsi in una mediazione “per attenuare il tono del testo”.
Stati Uniti e Paesi europei hanno tentato di tutto per non giungere al voto. Questo voto infatti ha messo in luce che i paesi economicamente emergenti, oggi, possono fare la differenza, fra i 25 delegati che hanno approvato il documento si evidenziano India, Brasile, Russia, Argentina, Cina e il blocco dei Paesi arabi e islamici.
Il testo della risoluzione dice di “accogliere” e “sostenere” il rapporto Goldstone, sulla violazione dei diritti umani durante la Guerra di Gaza da parte di Israele .
Gli intoccabili (israeliani), bocciano la risoluzione bollandola come "ingiusta", l’adozione da parte del Consiglio è certamente un fatto negativo.
Netanyahu definisce il rapporto “ridicolo” e capace di spingere “i palestinesi a indurire la loro posizione, rifiutando i negoziati”.
Anche l’ambasciatore Onu a Ginevra, Aharon Leshno Yaar, ha detto che l’appoggio al rapporto Goldstone “rallenta le speranze di pace”.
Per il ministro degli Interni Eli Yishai l’adozione del rapporto Goldstone da parte di Ginevra “è una decisione anti-israeliana che segue a un rapporto anti-israeliano. La decisione del Consiglio – ha aggiunto – è anarchia diplomatica”.
Analogo il tenore del collega Daniel Hershkowitz, titolare del dicastero Scienza e tecnologia: “Qualunque collegamento tra questa decisione e la realtà è puramente casuale. È una vergogna che l’Onu si stia rendendo irrilevante”.
Anche il ministro degli Esteri ha emesso un comunicato nel quale si legge "L'adozione di questa risoluzione pregiudica tanto gli sforzi per proteggere i diritti umani secondo il diritto internazionale, come gli sforzi per promuovere la pace in Medio Oriente “
Il documento approvato dal Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, raccomanda al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riferire la questione alla Corte penale internazionale nel caso in cui Israele dovesse rifiutare di svolgere indagini sugli abusi di cui è accusata.
Ancora una volta saranno le nazioni asservite ad Israele che, interverranno sopra al Segretario generale dell’Onu a New York., infatti sarà Ban Ki-moon a valutare se esistono gli estremi per deferire i rappresentanti israeliani davanti alla Corte penale internazionale.
Ancora una volta la “ democrazia – capitalistica”, troverà il modo di sconfiggere i popoli liberi,
deludendo, il martoriato popolo palestinese, che a questo voto ha positivamente reagito, a cominciare dal rappresentante a Ginevra, Ibrahim Kraishi secondo il quale “i criminali di guerra devono essere perseguiti ovunque e chiunque essi siano”. Per il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, il documento diventerà “uno strumento per difendere i palestinesi da Israele”.
Entusiastica la reazione degli abitanti nella striscia di Gaza, che hanno espresso l’auspicio che "il voto sul rapporto costituisca il primo passo per arrivare a processare i criminali di guerra israeliani".
Il ponderoso rapporto, accusa Israele di uso sproporzionato della forza nell’operazione Piombo fuso, di aver colpito in modo deliberato civili, di aver usato palestinesi come scudo umano.
Su pressioni israeliane e statunitensi, la Commissione Onu aveva già deciso di ritardare la discussione al marzo 2010, con il favore del palestinese Mahmoud Abbas. Ma le critiche e le manifestazioni a Gaza e nella West Bank contro il “servilismo” di Mahmoud Abbas, hanno costretto quest’ultimo a ritornare sui suoi passi.
La richiesta di votare sul documento che accusa Israele di aver commesso crimini di guerra è giunta dai rappresentanti palestinesi in Consiglio e sostenuta, tra gli altri, da Egitto, Tunisia, Pakistan e Nigeria.
Lo Stato ebraico, si è affidato al blocco occidentale (quello delle leggi speciali) per bloccare il rapporto (secondo il quotidiano Haaretz, nei giorni scorsi il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di convincere alleati europei e lo stesso segretario Onu Ban Ki-moon di bloccare il rapporto denuncia). Ma il rapporto, che accusa Israele, è stato discusso se pur nell'ambito di un dibattito generale sulla situazione in Medio Oriente, considerato che come affermano fonti diplomatiche, i Paesi occidentali hanno rifiutato la convocazione di una riunione specifica sul rapporto Goldstone, giudicato da essi "squilibrato" e "difettoso".
Nella sessione speciale, i membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione promossa dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) che approva il rapporto, stilato da una missione Onu guidata dal giurista Richard Goldstone.
All’apertura del dibattito, il commissario Onu, Navi Pillay ha chiesto a tutti i membri di sostenere il rapporto perché “nei territori occupati, Israele continua a contare sulla cultura dell’impunità”, invito che le nazioni occidentali (accondiscendenti e servili) non hanno raccolto, infatti, sei nazioni votato contro (Stati Uniti, Paesi Bassi, Slovacchia, Italia, Ungheria e Ucraina), e undici si astengono (Bosnia, Burkina-Faso, Camerun, Gabon, Giappone, Messico, Norvegia, Belgio, Corea del Sud, Uruguay e Slovenia), Francia e Inghilterra non partecipato al voto. Pretendendo che la commissione non votasse il documento, e trovasse il modo di impegnarsi in una mediazione “per attenuare il tono del testo”.
Stati Uniti e Paesi europei hanno tentato di tutto per non giungere al voto. Questo voto infatti ha messo in luce che i paesi economicamente emergenti, oggi, possono fare la differenza, fra i 25 delegati che hanno approvato il documento si evidenziano India, Brasile, Russia, Argentina, Cina e il blocco dei Paesi arabi e islamici.
Il testo della risoluzione dice di “accogliere” e “sostenere” il rapporto Goldstone, sulla violazione dei diritti umani durante la Guerra di Gaza da parte di Israele .
Gli intoccabili (israeliani), bocciano la risoluzione bollandola come "ingiusta", l’adozione da parte del Consiglio è certamente un fatto negativo.
Netanyahu definisce il rapporto “ridicolo” e capace di spingere “i palestinesi a indurire la loro posizione, rifiutando i negoziati”.
Anche l’ambasciatore Onu a Ginevra, Aharon Leshno Yaar, ha detto che l’appoggio al rapporto Goldstone “rallenta le speranze di pace”.
Per il ministro degli Interni Eli Yishai l’adozione del rapporto Goldstone da parte di Ginevra “è una decisione anti-israeliana che segue a un rapporto anti-israeliano. La decisione del Consiglio – ha aggiunto – è anarchia diplomatica”.
Analogo il tenore del collega Daniel Hershkowitz, titolare del dicastero Scienza e tecnologia: “Qualunque collegamento tra questa decisione e la realtà è puramente casuale. È una vergogna che l’Onu si stia rendendo irrilevante”.
Anche il ministro degli Esteri ha emesso un comunicato nel quale si legge "L'adozione di questa risoluzione pregiudica tanto gli sforzi per proteggere i diritti umani secondo il diritto internazionale, come gli sforzi per promuovere la pace in Medio Oriente “
Il documento approvato dal Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, raccomanda al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riferire la questione alla Corte penale internazionale nel caso in cui Israele dovesse rifiutare di svolgere indagini sugli abusi di cui è accusata.
Ancora una volta saranno le nazioni asservite ad Israele che, interverranno sopra al Segretario generale dell’Onu a New York., infatti sarà Ban Ki-moon a valutare se esistono gli estremi per deferire i rappresentanti israeliani davanti alla Corte penale internazionale.
Ancora una volta la “ democrazia – capitalistica”, troverà il modo di sconfiggere i popoli liberi,
deludendo, il martoriato popolo palestinese, che a questo voto ha positivamente reagito, a cominciare dal rappresentante a Ginevra, Ibrahim Kraishi secondo il quale “i criminali di guerra devono essere perseguiti ovunque e chiunque essi siano”. Per il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, il documento diventerà “uno strumento per difendere i palestinesi da Israele”.
Entusiastica la reazione degli abitanti nella striscia di Gaza, che hanno espresso l’auspicio che "il voto sul rapporto costituisca il primo passo per arrivare a processare i criminali di guerra israeliani".
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