Novembre 1989-2009 a Berlino
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Novembre 1989-2009 a Berlino
E’ sufficiente vivere da uomini liberi per comprendere che il 9 novembre del 1989 si concludevano gli anni che dividevano il capitalismo PRIVATO da quello di STATO, la divisioni aveva un solo fine, sfruttare ancor più il genere umano. Entrambi i sistemi hanno ammazzato milioni di uomini.
Tutto comincia nel lontano 1871 nel castello di Versailles, con la proclamazione dell’unità dell’Impero Tedesco. Erano 40 milioni di uomini che si univano in un nuovo Stato, dopo una serie di strepitosi successi: la guerra contro la Danimarca 1864, la campagna del 1866, le vittorie contro la Francia del 1870’ 71 che abbattevano il sogno di Napoleone III, da qui la costituzione dell’Impero che dava al suo re la corona e la potenza d’Impero germanico.
Successi subito seguiti da quelli industriali e commerciali, che vedevano restringere nel mondo la forte influenza britannico-americana.
Questi ultimi incapaci di mantenere il passo con l’industria e l’esportazioni germaniche si inventarono, grazie alla collaborazione del “Ebraismo” e per essi, da uno dei suoi più illustri rappresentati, Carlo Marx, il quale, grazie all’ignoranza dei popoli dell’Europa continentale ebbe la capacità di introdurre la sua dottrina, che divideva i lavoratori, e ostacolava le produzioni.
Nel 1919 per opporsi a questo disegno criminale in Italia nascevano i Fasci di Combattimento che con la forza del sangue sconfissero la barbarie bolscevica che dopo la rivoluzione Russa, voleva affermarsi in tutta Europa.
Le 2 guerre mondiali combattute e vinte dagli anglo-americane non trovavano nell’Unione Sovietica (Urss) un ostacolo economico. E pertanto non si vedeva la necessità di metterne in discussione la sua esistenza, sin quando l’incoscienza di un Presidente (USA) “attore” quale era Ronald Wilson Reagan, e il Capo della religione Cattolica, Papa Giovanni Paolo II (Karol jòzef Wojtyla) vollero fortemente abbattere quella che era chiamata la “cortina di ferro”.
Ronald Wilson Reagan, nel suo primo mandato rialzando il livello di sfida tecnologica e militare, imponendo una presumibile supremazia degli Stati Uniti, mentre nel suo secondo mandato cambia strategia negoziando con il nuovo segretario generale del PCUS Mikhail Gorbacev negoziando grandi riduzioni degli armamenti atomici, inaugurando quella che parve essere una nuova era di pace nel mondo.
Papa Giovanni Paolo II, intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il Comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato il primo degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del Clero verso soggetti politici dell'area marxista.
A partire dal 1989, pochi mesi dopo l'insediamento alla Presidenza del successore George H. W. Bush - già vicepresidente con Reagan - l'impero sovietico iniziò a Collassare e l'ex presidente fu salutato come un eroe in molti paesi dell'Europa Orientale.
Il 9 novembre 1989, Alla forte emozione del popolo tedesco non corrispondeva quella del Presidente (socialista) della Francia, Francois Mitterrand, il quale dichiarò “ci sono dei momenti di felicità pericolosi”. E si augurava che quell’avvenimento storico, tanto carico di significati, venisse contenuto e che le sue conseguenze fossero dosate, ed accora la battuta di Francois Mauriac, “Amo tanto la Germania da preferire che ce ne siano due”, veniva pensata o ripetuta, non sempre sottovoce, a Washington, a Londra, a Parigi, a Roma.
I servi del capitalismo occidentale affermavano chiaramente che al capitalismo privato non era utile abbattere quel muro,
La Germania doveva restare divisa Il Muro era la disonorevole impronta del servilismo in nome della “democrazia capitalista”, che faceva prosperare, i burocrati nel capitalismo di Stato, e i parassiti nel capitalismo Privata.
Già dall’agosto del 1961 (quando fu costruito) i Fascisti europei avevano fatto di quel muro il simbolo della repressione del capitalismo. Un muro, che doveva essere una trincea è risultò un monumento prima carcerario e poi funebre.
Noi Fascisti, abbiamo ben poco da festeggiare, considerando che il capitalismo dalla caduta di quel muro è divenuto sempre più arrogante, sfruttando ancor di più di prima i lavoratori, facendo pagare ad essi ogni crisi, grazie a governanti corrotti, che permettono la delocalizzazione, il precariato, e varie forme di detassazione.
E’ necessario che i tanti miserabili trovino il modo di farsi sentire e rispettare.
Caduto il muro di Berlino, ne è stato eretto subito un altro, situato all’interno della West BanK, che costringe centinaia di migliaia di Palestinesi a vivere confinati dietro un muro nella propria Nazione, proprio come accadeva al popolo della Germania..
Anche in questo caso noi Fascisti gridiamo, forte, la nostra rabbia.
Tutto comincia nel lontano 1871 nel castello di Versailles, con la proclamazione dell’unità dell’Impero Tedesco. Erano 40 milioni di uomini che si univano in un nuovo Stato, dopo una serie di strepitosi successi: la guerra contro la Danimarca 1864, la campagna del 1866, le vittorie contro la Francia del 1870’ 71 che abbattevano il sogno di Napoleone III, da qui la costituzione dell’Impero che dava al suo re la corona e la potenza d’Impero germanico.
Successi subito seguiti da quelli industriali e commerciali, che vedevano restringere nel mondo la forte influenza britannico-americana.
Questi ultimi incapaci di mantenere il passo con l’industria e l’esportazioni germaniche si inventarono, grazie alla collaborazione del “Ebraismo” e per essi, da uno dei suoi più illustri rappresentati, Carlo Marx, il quale, grazie all’ignoranza dei popoli dell’Europa continentale ebbe la capacità di introdurre la sua dottrina, che divideva i lavoratori, e ostacolava le produzioni.
Nel 1919 per opporsi a questo disegno criminale in Italia nascevano i Fasci di Combattimento che con la forza del sangue sconfissero la barbarie bolscevica che dopo la rivoluzione Russa, voleva affermarsi in tutta Europa.
Le 2 guerre mondiali combattute e vinte dagli anglo-americane non trovavano nell’Unione Sovietica (Urss) un ostacolo economico. E pertanto non si vedeva la necessità di metterne in discussione la sua esistenza, sin quando l’incoscienza di un Presidente (USA) “attore” quale era Ronald Wilson Reagan, e il Capo della religione Cattolica, Papa Giovanni Paolo II (Karol jòzef Wojtyla) vollero fortemente abbattere quella che era chiamata la “cortina di ferro”.
Ronald Wilson Reagan, nel suo primo mandato rialzando il livello di sfida tecnologica e militare, imponendo una presumibile supremazia degli Stati Uniti, mentre nel suo secondo mandato cambia strategia negoziando con il nuovo segretario generale del PCUS Mikhail Gorbacev negoziando grandi riduzioni degli armamenti atomici, inaugurando quella che parve essere una nuova era di pace nel mondo.
Papa Giovanni Paolo II, intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il Comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato il primo degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del Clero verso soggetti politici dell'area marxista.
A partire dal 1989, pochi mesi dopo l'insediamento alla Presidenza del successore George H. W. Bush - già vicepresidente con Reagan - l'impero sovietico iniziò a Collassare e l'ex presidente fu salutato come un eroe in molti paesi dell'Europa Orientale.
Il 9 novembre 1989, Alla forte emozione del popolo tedesco non corrispondeva quella del Presidente (socialista) della Francia, Francois Mitterrand, il quale dichiarò “ci sono dei momenti di felicità pericolosi”. E si augurava che quell’avvenimento storico, tanto carico di significati, venisse contenuto e che le sue conseguenze fossero dosate, ed accora la battuta di Francois Mauriac, “Amo tanto la Germania da preferire che ce ne siano due”, veniva pensata o ripetuta, non sempre sottovoce, a Washington, a Londra, a Parigi, a Roma.
I servi del capitalismo occidentale affermavano chiaramente che al capitalismo privato non era utile abbattere quel muro,
La Germania doveva restare divisa Il Muro era la disonorevole impronta del servilismo in nome della “democrazia capitalista”, che faceva prosperare, i burocrati nel capitalismo di Stato, e i parassiti nel capitalismo Privata.
Già dall’agosto del 1961 (quando fu costruito) i Fascisti europei avevano fatto di quel muro il simbolo della repressione del capitalismo. Un muro, che doveva essere una trincea è risultò un monumento prima carcerario e poi funebre.
Noi Fascisti, abbiamo ben poco da festeggiare, considerando che il capitalismo dalla caduta di quel muro è divenuto sempre più arrogante, sfruttando ancor di più di prima i lavoratori, facendo pagare ad essi ogni crisi, grazie a governanti corrotti, che permettono la delocalizzazione, il precariato, e varie forme di detassazione.
E’ necessario che i tanti miserabili trovino il modo di farsi sentire e rispettare.
Caduto il muro di Berlino, ne è stato eretto subito un altro, situato all’interno della West BanK, che costringe centinaia di migliaia di Palestinesi a vivere confinati dietro un muro nella propria Nazione, proprio come accadeva al popolo della Germania..
Anche in questo caso noi Fascisti gridiamo, forte, la nostra rabbia.
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