Libia: ieri terra di bande oggi di profittatori.
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Libia: ieri terra di bande oggi di profittatori.
L'Italia è il primo paese a risarcire una ex colonia, la domanda è, ha detto la giornalista Rana Jawad della BBC: questa mossa stabilirà precedenti per altri paesi a fare lo stesso?
Il corruttore italiano Silvio Berlusoni, e l’usurpatore libico Muammar Gheddafi hanno festeggiato, a Roma, il 2° anniversario dell’imbroglio che consegnerà alla Libia 5 miliardi di dollari spalmati nell’arco di ventanni, oltre alla fornitura di mezzi e tecnologie che dovranno servire agli altri scopi per cui è stato firmato l’accordo.
Il tutto dopo che Berlusconi in nome del popolo italiano ha chiesto scusa ai libici per il periodo coloniale italiano.
Questi due scandalosi rappresentanti del potere si sono elogiati a vicenda per essersi dimostrati capaci di truffare il popolo italiano in cambio di qualche buono affare per il capitalismo il quale oltre a poter contare sui cinque miliari di dollari che pagheranno gli italiani, per la realizzazione di ulteriori infrastrutture in terra araba, usufruirà degli investimenti Libici nei settori ad alta remunerazione.
Al “caimano” non è bastato quanto già costruito in meno di trent'anni (1912-1940) strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, e altro ancora, opere che dettero all'economia libica grandi benefici, non sono bastati i 10 nuovi villagi fondati per la popolazione Araba e Berbera: "El Fager" (al-Fajr, "Alba"), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" (‘Aziziyya, "Meravigliosa"), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (khadra, "Verde"), "Zahara" (Zahra, "Fiorita"), "Gedida" (Jadida, "Nuova"), "Mamhura" (Fiorente), "El Beida" (al-Bayda', "La Bianca"), villaggi che avevano la loro moschea, la scuola, il centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale.
Questo l’atteggiamento Fascista, che rappresentando una novità assoluta per il mondo colonizzato.
Il Fascismo in Libia fece fiorire anche l'archeologia: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana.
Dal 1912 al 1970 numerosi contadini italiani fecero rinverdire terreni semidesertici, della Libia e per questo vennero privati d’ogni bene e cacciati da quella terra, senza che all’epoca il vile governo italiano reagisse.
Questa è l’Italia che la resistenza antifascista ha consegnato al suo popolo.
Il tutto dopo che Berlusconi in nome del popolo italiano ha chiesto scusa ai libici per il periodo coloniale italiano.
Questi due scandalosi rappresentanti del potere si sono elogiati a vicenda per essersi dimostrati capaci di truffare il popolo italiano in cambio di qualche buono affare per il capitalismo il quale oltre a poter contare sui cinque miliari di dollari che pagheranno gli italiani, per la realizzazione di ulteriori infrastrutture in terra araba, usufruirà degli investimenti Libici nei settori ad alta remunerazione.
Al “caimano” non è bastato quanto già costruito in meno di trent'anni (1912-1940) strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, e altro ancora, opere che dettero all'economia libica grandi benefici, non sono bastati i 10 nuovi villagi fondati per la popolazione Araba e Berbera: "El Fager" (al-Fajr, "Alba"), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" (‘Aziziyya, "Meravigliosa"), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (khadra, "Verde"), "Zahara" (Zahra, "Fiorita"), "Gedida" (Jadida, "Nuova"), "Mamhura" (Fiorente), "El Beida" (al-Bayda', "La Bianca"), villaggi che avevano la loro moschea, la scuola, il centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale.
Questo l’atteggiamento Fascista, che rappresentando una novità assoluta per il mondo colonizzato.
Il Fascismo in Libia fece fiorire anche l'archeologia: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana.
Dal 1912 al 1970 numerosi contadini italiani fecero rinverdire terreni semidesertici, della Libia e per questo vennero privati d’ogni bene e cacciati da quella terra, senza che all’epoca il vile governo italiano reagisse.
Questa è l’Italia che la resistenza antifascista ha consegnato al suo popolo.
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