Non esistono guerre giuste, ma giuste guerre.

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Non esistono guerre giuste, ma giuste guerre.    Empty Non esistono guerre giuste, ma giuste guerre.

Messaggio  Admin Mer 06 Apr 2011, 22:46

Non esistono guerre giuste, ma giuste guerre.    Guerra10

02/04/2011

Solo alcuni sparuti gruppi hanno raccolto l'invito lanciato da Emergency di scendere nelle piazze delle città italiane contro la guerra in Libia.
I sinistri, non seguiti in questa occasione dal PD (partito d’opposizione), hanno dimostrato un insolita incapacità organizzativa considerato che in totale nelle piazze italiani si sono radunate meno di 5.000 manifestanti. Manifestanti, che gridavano “non esista una guerra giusta”, una guerra in regola con l’art. 11 della Costituzione italiana. Questi pochi facinorosi scordano che l’Italia, anche grazie ai traditori, dall’aprile del 1945 e un Paese occupato, e la sbandierata conquista della libertà prevede l’obbedienza all’esercito occupante (Usa).
Gli Americani, hanno aggredito la Serbia, l’Iraq, l’Afghanistan, e la Libia, il nostro Governo, sia esso, di destra o di sinistra è costretto ad obbedire e sacrificare i migliori ragazzi del nostro Esercito, oltre a rendere funzionali tutte le Basi militari o civili, come in questi giorni sta accadendo all’aeroporto di Birgi (Trapani).

Il problema della presunta "guerra giusta" è stato oggetto di riflessione per molti pensatori, in particolare a partire dall'età rinascimentale, trovando forse la sua espressione più compiuta in pieno Illuminismo nella pubblicazione di Emanuele Kant, intitolata "Per la pace perpetua". Il filosofo tedesco credeva che il diritto internazionale potesse fermare le armi. Bastava dar vita a un organismo sovranazionale preposto alla pace.

E’ vero, non vi sono guerre giuste, ma, è necessario ricordare che probabilmente i padri dei manifestanti, di oggi, negli anni del fascismo chiedevano le sanzioni e la guerra contro la propria Nazione.

Fuorusciti ed antitaliani, che invocavano azioni contro il loro stesso popolo, e purtroppo, proprio gli organismi sopranazionali sorti nel novecento (la Società delle Nazioni, dopo la Prima Guerra Mondiale e l'Onu, dopo la Seconda), si sono dimostrati incapaci di dirimere le controversie pacificamente ed anzi si sono mutati in promotori di guerra.

Il Premio Nobel per la pace e presidente Usa, Obama, sta destabilizzando il medioriente in funzione sionista, comprando generali da contrapporre a vecchi capi di Governo. In Libia dove non esiste un vero esercito a scelto di finanziare gli esagitati della Cirenaica contro il popolo della Tripolitania, imponendo all’Onu la risoluzione 1973, per poter intervenire militarmente contro il tiranno. Lo stesso tiranno che ora si sta combattendo, l’Onu l'aveva messo nella Commissione per i diritti umani.

I pochi pacifisti appropriandosi della frase detta dal fisico Albert Einstein gridano: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire".
Siamo d’accordo, per questo iniziamo col chiedere la soppressione del carrozzone Onu, strumento asservito agli anglo-americani come fu la Società delle Nazioni.

Negli anni trenta, l’Italia Fascista divenuta grande e Imperiale, intendeva praticare una politica concreta di PACE, è su queste direttive tentò di migliorare le relazioni con gli Stati, ma non fu possibile la Francia, servendosi degli idoli ginevrini, con una costanza degna di miglior causa, attendeva di giorno in giorno la caduta del Fascismo, lo stesso accadeva con la Gran Bretagna. Per loro l’Italia doveva ritornare ad essere un piccolo Stato, da asservire.

Oggi i cospiratori sono gli stessi. Quello che sta accadendo oggi in Libia, ieri è accaduto all’Italia fascista,

Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra “contro Gheddafi” che ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.

"Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra – una guerra che l’Italia non ha inteso porre in atto negli anni 70, quando il tiranno Gheddafi cacciò, dopo aver confiscato i loro beni nonostante un trattato internazionale del 1956 di collaborazione economica li garantisse in tal senso, più di 20.000 cittadini italiani che avevano creato benessere soprattutto per le popolazioni libiche.

Se l’Italia anticipava di 40anni la guerra contro il regime di Gheddafi, avrebbe:
- risparmiato l’umiliazione ai coloni italiani;
- gli atti di terrorismo contro l’Inghilterra e la Germania;
- le prepotenze contro il popolo libico.


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