2 giugno 2011: festeggiano il fallimento di questo regime

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Messaggio  Admin Gio 02 Giu 2011, 01:41

2 giugno 2011: festeggiano  il fallimento di questo regime Repubb13

Nel 150° dell’unità d’Italia è necessario evidenziare la ineluttabilità della condanna di questa repubblica che il 2 giugno ne festeggia i suoi fasti. Gli inautorevoli esponenti, che daranno sfogo ai festeggiamenti, sappiano che, in noi troveranno uno smisurato impegno ostativo. E’ tempo di restituire dignità al popolo italiano, ricordando ad esso che, dire resistenza, dire antifascismo equivale a dire, sconfitta e occupazione anglo-americana, della nostra Terra.

Nessun confronto è possibile, con corrotti e traditori. Saremo noi a riedificare lo Stato, da tempo spinto al fallimento.

Liberatori ed antitaliani, hanno costretto il popolo a vivere gli ultimi 66 anni, nel caos politico, combattuto tra due estremi che necessariamente si toccano: la idolatria della resistenza e l’anarchia dello Stato, uno Stato onnipotente e onnipossente e uno Stato impotente ed assente, lo Stato <<tutto>> e lo Stato <<niente>>.

Sconfitto il monarca e il governo Fascista, gli aggressori vittoriosi impongono un regime fantoccio, verso cui i governanti si prostrano in un dei vile servilismo. Quello che sorto e lo Stato del dispotismo fiscale, dove il popolo è costretto a pagare e pochi furbi lo derubano. Ha festeggiare questa repubblica sono solo loro.

Il popolo non festeggia, subisce.
Questo Stato ha limitato la libertà in ogni attività individuale, monopolizzando le eccellenze, per motivi clientelari, alle quali solo negli ultimi decenni ha dato ad intendere d’aver messo fine con finte privatizzazioni (FERROVIA, LUCE, GAS, ACQUA, POSTE, SANITA’, TELEFONIA, ARMAMENTI E TECNOLOGIE).

Lo Stato, in forma clientelare e penetrato da per tutto, occupandosi di tutto, pretendendo di far tutto, costituendo un esercito di burocrati in sostituzione di una celere e pronta organizzazione privata.
Uno Stato con una mentalità gretta nei confronti del popolo, garante di affarismi in favore dei parassitismi, un settarismo politico che ha sostituito l’intelligente fervore, l’agile capacità, la vasta intraprendenza del popolo italiano.

La repubblica attraverso la burocrazia, ha vincolato l’attività individuale creando il proprio monopolio, finendo col trovarsi nell’assoluta incapacità di fare e di muoversi trasformandosi in anarchia, anarchia che volendo far tutto sopprimere ogni autorità e ogni norma, finendo col disorganizzare e distruggere le energie singole e quindi col precipitare sotto la pressione della ferrea necessità dell’esistenza, costringendo gli individui ancor più in braccio alla burocrazia.

Questo Stato, deriva dal prevalere di queste due estreme tendenze che in apparenza si combattono partendo da opposti principi, ma in sostanza sono egualmente
dissolvitrici e sovvertitrici dell’ordine, senza cui un popolo non può vivere.

Noi Fascisti affermiamo,
che questa Nazione da oltre 68 anni è governata con uguale responsabilità dai catto-comunisti, che si alternano al governo mantenendo la stessa cappa di disgoverno, alimentati esclusivamente dall’odio antifascista. I nostri funesti nemici si sono dati come forma di governo la burocrazia e l’anarchia, lo Stato dei doveri e dei servizi non esiste. E’ un fantasma. E’ un mito. Né legge, ne freno, né disciplina. Arbitrio, violenza, licenza. Chi comanda è il collettivo. Ciò che domina è l’egoismo.
Evidentemente tra le due concezioni estreme c’è il posto per una terza concezione, la nostra, che ne rigetta le deformazioni. Occorre osservare la disciplina e la legge di Stato, occorre restaurare l’ordine nazionale sconvolto; occorre al tempo stesso assicurare la libertà ai singoli, promuovere e sviluppare le attività individuali limitando l’intervento dello Stato ai casi dove l’attività del singolo non può da sola arrivare. Due leggi supreme della vita devono regolare l’azione dello Stato e l’azione dei cittadini: <<l’ordine>> e la <<libertà>>, dove l’una vuol dominare senza l’altra, lo Stato si dissolve: l’ordine senza libertà si trasforma in disordine: la libertà senz’ordine si trasforma in violenza. E disordine e violenza sono la negazione dello Stato.
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