Roma: Contro le minacce ebraiche, un solo dovere, legittima difesa.

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Messaggio  Admin Lun 16 Gen 2012, 19:48

Roma: Contro le minacce ebraiche, un solo dovere, legittima difesa.   Liber287

15 gennaio 2012
Protetta da leggi vergognose la comunità ebraica (del doppio passaporto italo-israeliano) minaccia noi italiani.
A minacciare noi  italiani è un loro rappresentante, uno dei più prestigiosi, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, il quale ha asserito: faccio una fatica enorme a tenere buoni, sul mio versante, quelli che vorrebbero far capire chi sono gli ebrei di oggi». «La nostra pazienza – ha concluso - da oggi è finita, non rimarremo inermi. Non accetteremo più provocazioni e risponderemo punto per punto».….. al signor Iannone (capo della comunità di CasaPound)  dico che uomini come lui in questa città non avranno vita facile».

A questa minaccia, nell’immediato, su un sito ebraico a seguire si sono sommati questi commenti:
massimo
15 gennaio 2012 18:39
“si, si deve agire subito su questi pazzi, loro sono rigidi nelle loro visioni vanno diritti per la loro strada incuranti di quello che fanno, vanno fermati la storia insegna questo,,,mai abbassare la guardia le istituzioni devono intervenire subito”
Leonardo
15 gennaio 2012 22:17
Sedia elettrica per questi schifosi!!

Mai, nostri Camerati hanno utilizzato frasi cosi disdicevoli nei confronti di questa gente. Le   istituzioni di questa “falsa democrazia” dinanzi a queste inequivocabili minacce sono rimaste  e rimarranno inermi. Mentre il 14 dicembre 2011, per molto meno, cinque, Camerati, militanti del movimento ‘Militia’ hanno ricevuto un provvedimento restrittivo in carcere. Li ricordiamo, sono i 54enni, Maurizio Boccacci (gravemente ammalato) e Giuseppe Pieristé, il 43enne Massimiliano de Simone e  i  26enni, Stefano Schiavulli e Daniele Gambetti, mentre altri 11 restano indagati a piede libero. Il loro arresto, ottenuto dal pm romano Luca Tescaroli ha  consentito a giornalisti corrotti e benpagati  di riempire pagine, di cartastraccia, di falsità.
La sede di ‘Militia’ era stata chiusa nel maggio 2010 dai carabinieri dei Ros di Roma che avevano anche indagato quattro persone accusate di apologia del fascismo, violazione della legge Mancino.

Da sempre gli antifascisti, servi degli stranieri,  reprimono chi vive i propri grandi ideali, e festeggiano coloro che insanguinano e sfruttano i  popoli.

Noi Fascisti, abbiamo l’obbligo di non sottovalutare l’invocazione di Pacifici, le sue minacce ci debbono mettere in allarme. Non scordiamo che:
- gli ebrei romani, come quelli di tutto il mondo, godono di buona stampa perché hanno potenti mezzi finanziari alle spalle, un enorme potere e l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti e questo favorisce la loro, attuale, arroganza;
- gli ebrei sono prevalentemente individui armonizzatasi e  solidificatasi su varie componenti, di cui le più forti sono quella armenoide o anatomica. Essi continuano ad essere   inassimilabili,  dando la migliore prova della infrangibile solidità a cui può giungere la loro unità spirituale  ereditaria derivata già nell’antichità;
- gli ebrei hanno una concezione della vita molto diversa da quella degli italiani: contrappongono l’Astuzia alla Forza, e quindi limitano enormemente l’amore della lealtà e della linearità. Qualunque inganno, secondo il  loro istinto e secondo la legge nata dal loro istinto, è legittimato quando usato contro i Non –ebrei;
- gli ebrei, soprattutto sono funesti perché inassimilabili: la loro inassimilabilità, che per il loro interresse collettivo è una virtù, li rende disgregatori per qualunque comunità in cui riescano a farsi accogliere col farsi ipocritamente credere pronti ad assimilarsi.
Il pericolo ebraico, non va considerato da un punto di vista religioso ma razziale, essendo stato identificato in Italia prima che in ogni altro paese, dal gruppo di scrittori della rivista Vita Italiana (fondata nel gennaio 1913), capeggiato da Giovanni Preziosi, e a cui appartenne anche Maffeo Pantaloni.

La nostra priorità è difendere l’italianità, dando anche in questo campo un’alta prova della nostra sensibilità; la quale è pure provata dal fatto che nel Risorgimento mai noi Italiani intendemmo la Nazione come semplice unità politico-culturale, bensì anche come unità di popolo, un unica razza.
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