Art. 18 un falso problema, o un diritto inalienabile?
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Art. 18 un falso problema, o un diritto inalienabile?
Il governo servo della “democrazia” capitalista dopo il decreto “distruggi Italia” e i decreti sulle “decresci Italia” e della “decarcerazioni”, ha sfornato un altro atto contro il nostro Popolo. Questa volta si è deliberata una proposta di legge che molto probabilmente non vedrà la luce, al pari della riforma costituzionale ed elettorale. La scelta del Cdm di approvare con un ddl il tanto discusso provvedimento per lo sviluppo è la dimostrazione che il Sig. Monti è un utile servo dei poteri forti. Per essere chiari, un venduto al migliore offerente, con la scelta del ddl il Cdm ha dimostrato che le precedenti certezze si sono trasformati in assoluta debolezza. Il disegno di legge, “è frutto del confronto con le parti sociali", insomma il massimo sforzo di questa falsa”democrazia”, che senza volerlo, intende applicare nuovamente alcune disposizioni dell’ordinamento FASCISTA, a partire da quanto dichiarato dal Ministro Griffi: è necessario tornare a “Convergenze pubblico-privato”; cosi come, si sono riconosciuti i danni causati dal prof. Biagi, prevedendo il contenimento dei margini di flessibilità sul lavoro introdotti con la legge che prende il suo nome; il riconoscimento all’interno delle attività produttive della qualificazione professionale attraverso l’apprendistato ritenuto il trampolino di lanciò verso la maturazione professionale dei nuovi lavoratori".
A questo si contrappongono le dichiarazioni del, compagno, capo dello Stato Giorgio Napolitano, il quale ha minacciato la nostra comunità invitando ad eliminare “rigidità e chiusure corporative”.
Corporazioni che anche dopo i tradimenti degli antifascisti continuano ad essere l’asse portante dell’economia italiana, e per le quali noi Fascisti continuiamo ad essere il seme per un nuovo germoglio.
Sconfitta la società liberista, si ricostruirà lo Stato del lavoro, uno Stato in cui tutte le classi avranno il loro posto, il loro riconoscimento, nel quale trovano la loro protezione, nel rispetto della carta del lavoro. L’unico documento fondamentale, che stabilisce i diritti e doveri di tutte le forze della produzione, ritenendo il lavoro un dovere sociale nelle forme organizzate ed esecutive, rendono produttive le attività intellettuali, tecniche e manuali, attraverso l’organizzazione Sindacale o professionale nella forma Corporativa, attraverso i contratti collettivi di lavoro, la composizione o il regolamento delle controversie del lavoro nell’uguaglianza giuridica fra i datori di lavoro e i lavoratori, anche con l’intervento dello Stato, in determinati casi, nella produzione economica; le regole di corresponsione del salario, il riposo settimanale e annuale dei lavoratori, le indennità di licenziamento o decesso; la prevenzione e la liquidazione degli infortuni, lo sviluppo della previdenza e l’assistenza sociale, dell’educazione e dell’istruzione professionale.
Riunendo i datori di lavoro con i lavoratori della medesima categoria; con funzione educativa, assistenziale e sociale, diretta essenzialmente a formare la coscienza della produzione, sul principio della collaborazione fra le categorie della produzione.
Le decisioni e le regolamentazioni Sindacali fanno obbligo o diritto sia per i datori di lavoro che dei lavoratori della medesima categoria anche se non vi sono iscritti considerato che il Sindacato sarà legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello Stato.
In particolare il Sindacato ha il compito di regolare, mediante contratti collettivi, i rapporti di lavoro fra le categorie di datori di lavoro e di lavoratori che essi rappresentano. Il contratto collettivo di lavoro stipulato dalla Associazioni sindacali, avrà valore a secondo dei limiti territoriali nei quali si svolge la sua efficacia, esso può essere nazionale, provinciale, interprovinciale, comunale intercomunale.
Il contenuto del contratto collettivo di lavoro consisterà di una parte contrattuale e di una parte normativa che stabilisce diritti e doveri dei singoli membri delle categorie rappresentate. Il contratto collettivo, inoltre tratta dell’assunzione del lavoratore; della qualità della salute; della iscrizione agli organi previdenziali, della parità dei diritti tra uomo e donna tra giovane ed anziano; del periodo di prova della durata, della sospensione e della interruzione del lavoro; delle ferie e dei giorni festivi; delle punizioni disciplinari; delle dimissioni e delle assunzioni; delle indennità di licenziamento, ecc., sarà obbligo del Sindacato portare a conoscenza del lavoratore il contratto collettivo di lavoro che lo interressa, affinché lo segua per pretenderne il rispettarlo in ogni sua parte.
A noi fascisti non interessa la riforma messa in atto dal governo asservito al capitalismo, che attraverso false riforme, con la scusante del globalismo, sta impoverendo ancor più il nostro popolo.
A questo si contrappongono le dichiarazioni del, compagno, capo dello Stato Giorgio Napolitano, il quale ha minacciato la nostra comunità invitando ad eliminare “rigidità e chiusure corporative”.
Corporazioni che anche dopo i tradimenti degli antifascisti continuano ad essere l’asse portante dell’economia italiana, e per le quali noi Fascisti continuiamo ad essere il seme per un nuovo germoglio.
Sconfitta la società liberista, si ricostruirà lo Stato del lavoro, uno Stato in cui tutte le classi avranno il loro posto, il loro riconoscimento, nel quale trovano la loro protezione, nel rispetto della carta del lavoro. L’unico documento fondamentale, che stabilisce i diritti e doveri di tutte le forze della produzione, ritenendo il lavoro un dovere sociale nelle forme organizzate ed esecutive, rendono produttive le attività intellettuali, tecniche e manuali, attraverso l’organizzazione Sindacale o professionale nella forma Corporativa, attraverso i contratti collettivi di lavoro, la composizione o il regolamento delle controversie del lavoro nell’uguaglianza giuridica fra i datori di lavoro e i lavoratori, anche con l’intervento dello Stato, in determinati casi, nella produzione economica; le regole di corresponsione del salario, il riposo settimanale e annuale dei lavoratori, le indennità di licenziamento o decesso; la prevenzione e la liquidazione degli infortuni, lo sviluppo della previdenza e l’assistenza sociale, dell’educazione e dell’istruzione professionale.
Riunendo i datori di lavoro con i lavoratori della medesima categoria; con funzione educativa, assistenziale e sociale, diretta essenzialmente a formare la coscienza della produzione, sul principio della collaborazione fra le categorie della produzione.
Le decisioni e le regolamentazioni Sindacali fanno obbligo o diritto sia per i datori di lavoro che dei lavoratori della medesima categoria anche se non vi sono iscritti considerato che il Sindacato sarà legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello Stato.
In particolare il Sindacato ha il compito di regolare, mediante contratti collettivi, i rapporti di lavoro fra le categorie di datori di lavoro e di lavoratori che essi rappresentano. Il contratto collettivo di lavoro stipulato dalla Associazioni sindacali, avrà valore a secondo dei limiti territoriali nei quali si svolge la sua efficacia, esso può essere nazionale, provinciale, interprovinciale, comunale intercomunale.
Il contenuto del contratto collettivo di lavoro consisterà di una parte contrattuale e di una parte normativa che stabilisce diritti e doveri dei singoli membri delle categorie rappresentate. Il contratto collettivo, inoltre tratta dell’assunzione del lavoratore; della qualità della salute; della iscrizione agli organi previdenziali, della parità dei diritti tra uomo e donna tra giovane ed anziano; del periodo di prova della durata, della sospensione e della interruzione del lavoro; delle ferie e dei giorni festivi; delle punizioni disciplinari; delle dimissioni e delle assunzioni; delle indennità di licenziamento, ecc., sarà obbligo del Sindacato portare a conoscenza del lavoratore il contratto collettivo di lavoro che lo interressa, affinché lo segua per pretenderne il rispettarlo in ogni sua parte.
A noi fascisti non interessa la riforma messa in atto dal governo asservito al capitalismo, che attraverso false riforme, con la scusante del globalismo, sta impoverendo ancor più il nostro popolo.
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