La prepotenza sionista attacca il popolo palestinese con nuovi e pesanti raid aerei.

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Messaggio  Admin Ven 11 Lug 2014, 23:03

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Ebrei: una razza che dall’inizio dei secoli si ingozza come una spugna di tutto ciò che i popoli del mondo, con grandi sacrifici, producono.

Senza alcun diritto storico hanno preteso e ottenuto dall’ONU (organizzazione asservita agli anglo-americani) di occupare la Palestina, territorio in cui la famiglia di Abramo immigro provenendo dalla Mesopotamia, segnando secondo la Bibbia, l’origine di quei gruppi di nomadi che, in parte, scesero in Egitto nell’età degli Hyksos. Liberati da Mosè, e sotto la sua guida si organizzarono come comunità di culto ebraico.  Le tribù occuparono la Palestina nell’epoca dei Giudici, sotto Saul, Davide e Salomone, costituendo un regno unitario, che intorno al 950 a.C. si divise nel regno di Israele, distrutto dagli assiri nel 722 a.C.  e nel regno di Giuda, abbattuto dai babilonesi nel 587 a.C..

La sequenza storica dei fatti dimostra che le tribù ebraiche non hanno conquistato alcun diritto di restare in Palestina, la quale dal 2600 al 1500 a.C. fu dominata dai cananei, e subito dopo  per un lungo periodo dagli egiziani. Gli ebrei tornarono in Palestina solo dopo essere stati deportati, a seguito dell’editto di Ciro (538 a.C.), poi ad Alessandro e ai regni ellenistici dei Tolomei e dei Seleucidi, solo dopo la rivolta dei Maccabei (168 a.C.) ottennero per un breve periodo l’indipendenza sotto la dinastia degli Asmonei, subito dopo hanno subito il protettorato  del regno di Erode (37-4 a.C.) e a seguire la diretta dominazione romana. La prima (66-73 d.C.), la seconda (132-135 d.C.) a cui i giudei tentarono di ribellarsi, ribellione domata da Tito e da Adriano, che posero definitivamente  fine alle speranze ebraiche di indipendenza.
In seguito la Palestina, venne invasa dagli arabi, dai turchi Selgiuchidi (secc. XI), divenne  meta delle crociate dal 1097, subendo la creazione di diversi piccoli stati feudali; rimanendo poi sotto il dominio degli ottomani fino all’occupazione inglese del 1917

La storia ebraica è una continua diaspora, segnata da periodi di tolleranza e da gravi crisi,  dall’espulsione dalla Spagna 1492, all’istituzione dei ghetti 1555,  ai massacri e progom nell’Europa orientale, secc. XII – XX.
Solo la nascita del sionismo per opera di Theodor Herzì (Congresso di Basilea 1897), secc. XIX ha attenuato la diaspora, portato al riconoscimento dei diritti civili e politici agli ebrei, in quasi tutta Europa, anche grazie alla loro sottomissione all’Inghilterra, tanto, che gia dal 1917, il governo inglese  (in cambio di cospicui finanziamenti e uomini armati, occorsi in loro sostegno nella prima guerra mondiale) per bocca  di Balfour riconosceva al popolo ebraico il diritto ad avere un proprio focolare in Palestina.
Questo arrogante comportamento sionista vide gli ebrei presenti in terra germanica adoperarsi affinché le nazioni dell’intesa (di cui fece parte anche l’Italia) sconfiggessero la Germania (fu questo vile tradimento che spinse l’intero popolo tedesco, negli anni del nazismo, ad uno spontaneo antisemitismo).

Conclusa la guerra il governo inglese impose al mondo che la Palestina divenisse un mandamento britannico (1922), da quel momento ad un numero rilevante di ebrei fu concesso di migrare in Palestina la quale diviene teatro di scontri fra la comunità indigena e quella ebraica, che sostenuta dall’esercito inglese occupava sempre più di quella terra. 

Nel 1948 un governo provvisorio ebraico proclamò lo stato di Israele, dividendo la Palestina storica e provocando l’espulsione di centinaia di migliaia di arabo-palestinesi, il cui numero aumentò quando nel 1967 la  <> consegnò agli ebrei l’intera Palestina, generando nuove espulsioni e di conseguenza la legittima lotta che dal 1964 faceva capo all’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP).

Mussolini diceva: “gli ebrei, ottimi cittadini”.
Nel 1932, in una delle interviste concesse allo scrittore ebreo Emil Ludwig, Benito Mussolini ha detto, a proposito della lotta razziale promossa in Germana dai nazisti:  “non esiste più una razza pura, nemmeno quella ebrea, è dalle mescolanze che spesso deriva forza e bellezza ad una nazione.
Razza: questo è un sentimento non una realtà; il 95% è sentimento. io non credo che si possa provare biologicamente che una razza sia più o meno pura, quelli che proclamarono nobile la razza germanica, sono per combinazione tutti non germanici: Gobineau francese, Chamberlain inglese, Woltmann iscrelita, Lapouge nuovamente francese. Chamberlain è arrivato perfino a chiamare Roma la capitale del caos.
Una cosa simile da noi non succederà mai: l’orgoglio nazionale non ha affatto bisogno dei deliri di razza”. E aggiunse l’antisemitismo non esiste in Italia. Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini e come soldati si sono battuti coraggiosamente.

Queste affermazioni pochi anni dopo si dimostrarono azzardate, nel 1936, dopo che gli inglesi imposero al Popolo italiano le vili sanzioni, vide gli ebrei presenti in Italia (gli stessi cittadini che secondo Mussolini si erano comportati bene anche da soldati), tradire l’Italia schierandosi senza remore dalla parte degli inglesi e delle sanzioni contro l’Italia, scelta che spinse il Governo fascista ad emanare nell’estate del 1938 le leggi restrittive nel tentativo mal riuscito di indebolire la potente, se pur poco numerosa, lobby  ebraico-sionista presente in  Italia.

Il governo americano dopo l’attacco giapponese di Pearl Harbor fece molto peggio. Sposto dalla costa occidentale a quello opposta  i cittadini di razza asiatici, quasi tutti naturalizzati americani, costringendo gli stessi a realizzare i campi di internamento e di repressione, dove trovarono la morte migliaia di giapponesi, anche se la guerra non giunse mai nelle Americhe.

Mussolini nel ‘32, aveva scordato l’arroganza sionista che nel 1917 aveva asservito tutti gli ebrei al governo inglese, e che per esso combattevano, dimostrandosi dei bravi soldati durante tutta la prima guerra mondiale. Lo stesso errore abbiamo commesso noi. Da mesi non commentiamo le costanti aggressioni (specie su Gaza) che i sionisti muovono nei confronti dello sfortunato Popolo palestinese. Anche perché le organizzazioni internazionali, si sono sempre più azzittite, asservendosi al governo Israelitico.

Come si può restare indifferenti d’innanzi gli insistenti attacchi aerei sionisti sulla striscia di Gaza che  portano la morte sul Popolo indifeso della Palestina, con regolare cadenza (2009, 2012, 2014)

Nonostante Israele, continua ad occupare con nuovi insediamenti la Cigiordania; si sia reso responsabile del sequestro e l’uccisione del giovane palestinese Muhammad Hussein Abu Khdeir (bruciato VIVO);  della immediata demolire delle case dei presunti sequestratori dei 3 giovani autostoppisti; dell’uccisione di un palestinese nel campo profughi di Jenin, in Cigiordania da parte dell’esercito; dell’uccisione di 5 palestinesi che manifestavano contro la violenza dei militari dello Stato sionista,  le comunità “democratiche” dell’occidente restano asserviti ai sionisti israeliti, pretendendo dai propri scribacchini di distorcere la realtà dei fatti.
La massiccia offensiva aerea dei sionisti su Gaza, iniziata dieci giorni orsono deve passare come una azione difensiva per questo ad Israele continuano a giungere manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo. Tra queste quelle del governo italiano e del ministro degli affari esteri Federica Mogherini che ha espresso ''grande dolore'', solo per la morte dei  giovani ebrei.
Espressioni di cordoglio anche dall’inutile  segretario delle Nazioni Unite  Ban Ki-moon. A fianco di Israele si è schierata persino la S. Sede: "una notizia terribile e drammatica",  ha affermato il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, riferendo che "Papa Francesco si unisce al dolore inenarrabile delle famiglie colpite da questa violenza omicida".
I palestinesi non possiedono armi pesanti ne aerei o antiaerea, e per questo non  possono contrapporsi alle continue e ingiustificate aggressioni dell’esercito sionista, detentore di missili con testate atomiche.
Se per i potenti del mondo le poche morti sioniste valgono più dei tantissimi assassini  che gli stessi provocano nel popolo palestinese, per noi valgono più quest’ultimi, certi che la lotta dell’Oro contro il Sangue si concluderà con la vittoria di quest’ultimo.    
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