La falsa “democrazia” si è fatta regime.
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La falsa “democrazia” si è fatta regime.
In questa Italia, se si è Fascisti o più semplicemente di destra si deve sapere che prima o poi si và dinanzi ad un giudice, per un reato d’opinione o per apologia del Fascismo.
I meno fortunati vengono processati dopo anni, gli altri, e sono tanti, con rito immediato, specie se si è in prossimità di una delle tante farsesche elezioni.
Al leader de “La Destra” Francesco Storace è toccato il primo caso, accusato di vilipendio al presidente della Repubblica Napolitano, venne rinviato a giudizio dalla magistratura che più volte ha dimostrato di non aver premura a processarlo, per questo dopo sette anni d’attesa il 21 ottobre 2014 ha rinviato il procedimento di ulteriore 30 giorni. Francesco Storace dovrà attendere ancora altri 30 giorni. Lui che prima di uscire di casa aveva detto alla moglie e all’unica figlia (sicuramente poco felici rispetto alla prospettiva di una mia vacanza a Rebibbia), che in ogni caso oggi la giustizia si compirà.
Riportiamo alla memoria l’accaduto, Francesco Storace nell'ottobre del 2007 scrisse che il presidente della Repubblica aveva una «evidente faziosità istituzionale» ed era, indegno di una carica usurpata a maggioranza. Una parola indegno scelta non a caso perché usata in risposta allo stesso epiteto usato nei suoi confronti dal capo dello Stato per condannarne le critiche che Storace da senatore aveva mosso ai senatori a vita, i quali nei giorni caldi del governo Prodi, (i voti decisivi erano sempre uno o due a favore o contro i provvedimenti). erano risolutivi, tanto che tutto il centrodestra polemizzava aspramente. Venivano nell’aula del senato, ogni volta che si doveva approvare un importante provvedimento o per votare la fiducia al governo, per questo Storace disse loro che, erano la stampella del governo.
In quel clima di contrapposizione, presentò persino un disegno di legge costituzionale per l’abolizione dei senatori a vita. Successe un putiferio, in particolare il quotidiano “La Repubblica” si distinse per la sua campagna contro quel disegno di legge, inventarono la balla delle stampelle alla Montalcini, Napolitano prese parte in questo conflitto politico, definendo indegno chi attaccava i senatori a vita e segnatamente la Montalcini. Come detto Storace, rispose d’istinto con la stessa identica parola. Solo che quella di Napolitano era un complimento quella di Storace un’offesa.
Un indegno, per cui ora rischia 5 anni di carcere (e in base alla Legge Severino l'interdizione dai pubblici uffici). Il fascicolo lo apre un procuratore, ma lo deve trasmettere al ministero. Il ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella autorizzò l’indagine. In meno di quarantotto ore disse: sì, processiamolo. In seguito, il Senato giudicò insindacabili le opinioni espresse da Storace, ma la delibera venne annullata dalla Corte Costituzionale.
L’assurdità è che Storace nel 2009 ha chiesto scusa a Napolitano e che quest'ultimo dichiarava di ritenere chiusa la vicenda. Se si fosse trattato di una querela si sarebbe proceduto con una semplice remissione, ma qui si entra nel sommerso labirinto di un reato di casta (decisamente antistorico), per questo si è arrivati al processo.
L’ingenuo Storace dice: “spero che prevalga il diritto, e nell’assoluzione. Perché per gli attori della vicenda è tutto concluso. Io ricevetti anche atti formali, scritti, la lettera del portavoce del Quirinale, Cascella, che già allora dichiarò chiuso l’incidente. Oggettivamente, all’epoca ero un senatore che polemizzava con un presidente che accusavo di aver preso parte al conflitto politico. Usando la stessa parola. Dove sta la possibilità di dover scontare non molti, ma un solo giorno di galera? Poi, con la legge Severino, se la pena fosse superiore ai due anni potrei anche decadere da consigliere regionale e perfino non essere più candidabile tutta la vita". Storace, purtroppo si dimostrando un ingenuo anche quando crede che il ministro Orlando, proverà a risolvere attraverso la legislazione il suo caso giudiziario. L’affermazione: “Nei prossimi giorni incontrerò il presidente della commissione Giustizia del Senato per discutere del testo già presentato in tema di reato di vilipendio”, è una presa in giro, il Ministro Andrea Orlando sa bene che il Pd è schierato contro l’abrogazione di questo reato, come una presa in giro sono da ritenere le scuse presentate a Storace dallo stesso Ministro, il quale afferma di aver commesso un errore su Twitter? Di fronte a un utente della Rete che sfotteva un sostenitore di Storace, cliccando inavvertitamente sul tasto preferiti. Non è credibile che un ministro della Repubblica abbia scarsa dimestichezza con i social network.
Noi Fascisti, riteniamo che Francesco Storace non andava processato, e che vada Assolto. Se questo regime “democratico”, intende dare uno scudo al presidente della Repubblica, può farlo attraverso la querela, come per tutti i cittadini, garantendo, magari ad esso, un rito giudiziario accelerato.
I meno fortunati vengono processati dopo anni, gli altri, e sono tanti, con rito immediato, specie se si è in prossimità di una delle tante farsesche elezioni.
Al leader de “La Destra” Francesco Storace è toccato il primo caso, accusato di vilipendio al presidente della Repubblica Napolitano, venne rinviato a giudizio dalla magistratura che più volte ha dimostrato di non aver premura a processarlo, per questo dopo sette anni d’attesa il 21 ottobre 2014 ha rinviato il procedimento di ulteriore 30 giorni. Francesco Storace dovrà attendere ancora altri 30 giorni. Lui che prima di uscire di casa aveva detto alla moglie e all’unica figlia (sicuramente poco felici rispetto alla prospettiva di una mia vacanza a Rebibbia), che in ogni caso oggi la giustizia si compirà.
Riportiamo alla memoria l’accaduto, Francesco Storace nell'ottobre del 2007 scrisse che il presidente della Repubblica aveva una «evidente faziosità istituzionale» ed era, indegno di una carica usurpata a maggioranza. Una parola indegno scelta non a caso perché usata in risposta allo stesso epiteto usato nei suoi confronti dal capo dello Stato per condannarne le critiche che Storace da senatore aveva mosso ai senatori a vita, i quali nei giorni caldi del governo Prodi, (i voti decisivi erano sempre uno o due a favore o contro i provvedimenti). erano risolutivi, tanto che tutto il centrodestra polemizzava aspramente. Venivano nell’aula del senato, ogni volta che si doveva approvare un importante provvedimento o per votare la fiducia al governo, per questo Storace disse loro che, erano la stampella del governo.
In quel clima di contrapposizione, presentò persino un disegno di legge costituzionale per l’abolizione dei senatori a vita. Successe un putiferio, in particolare il quotidiano “La Repubblica” si distinse per la sua campagna contro quel disegno di legge, inventarono la balla delle stampelle alla Montalcini, Napolitano prese parte in questo conflitto politico, definendo indegno chi attaccava i senatori a vita e segnatamente la Montalcini. Come detto Storace, rispose d’istinto con la stessa identica parola. Solo che quella di Napolitano era un complimento quella di Storace un’offesa.
Un indegno, per cui ora rischia 5 anni di carcere (e in base alla Legge Severino l'interdizione dai pubblici uffici). Il fascicolo lo apre un procuratore, ma lo deve trasmettere al ministero. Il ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella autorizzò l’indagine. In meno di quarantotto ore disse: sì, processiamolo. In seguito, il Senato giudicò insindacabili le opinioni espresse da Storace, ma la delibera venne annullata dalla Corte Costituzionale.
L’assurdità è che Storace nel 2009 ha chiesto scusa a Napolitano e che quest'ultimo dichiarava di ritenere chiusa la vicenda. Se si fosse trattato di una querela si sarebbe proceduto con una semplice remissione, ma qui si entra nel sommerso labirinto di un reato di casta (decisamente antistorico), per questo si è arrivati al processo.
L’ingenuo Storace dice: “spero che prevalga il diritto, e nell’assoluzione. Perché per gli attori della vicenda è tutto concluso. Io ricevetti anche atti formali, scritti, la lettera del portavoce del Quirinale, Cascella, che già allora dichiarò chiuso l’incidente. Oggettivamente, all’epoca ero un senatore che polemizzava con un presidente che accusavo di aver preso parte al conflitto politico. Usando la stessa parola. Dove sta la possibilità di dover scontare non molti, ma un solo giorno di galera? Poi, con la legge Severino, se la pena fosse superiore ai due anni potrei anche decadere da consigliere regionale e perfino non essere più candidabile tutta la vita". Storace, purtroppo si dimostrando un ingenuo anche quando crede che il ministro Orlando, proverà a risolvere attraverso la legislazione il suo caso giudiziario. L’affermazione: “Nei prossimi giorni incontrerò il presidente della commissione Giustizia del Senato per discutere del testo già presentato in tema di reato di vilipendio”, è una presa in giro, il Ministro Andrea Orlando sa bene che il Pd è schierato contro l’abrogazione di questo reato, come una presa in giro sono da ritenere le scuse presentate a Storace dallo stesso Ministro, il quale afferma di aver commesso un errore su Twitter? Di fronte a un utente della Rete che sfotteva un sostenitore di Storace, cliccando inavvertitamente sul tasto preferiti. Non è credibile che un ministro della Repubblica abbia scarsa dimestichezza con i social network.
Noi Fascisti, riteniamo che Francesco Storace non andava processato, e che vada Assolto. Se questo regime “democratico”, intende dare uno scudo al presidente della Repubblica, può farlo attraverso la querela, come per tutti i cittadini, garantendo, magari ad esso, un rito giudiziario accelerato.
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