Comemmorazione del Ministro Carlo Alberto Biggini.
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Comemmorazione del Ministro Carlo Alberto Biggini.
In occasione del settantesimo anniversario della sua morte, venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 novembre 2015, nella cittadina di Sarzana (SP) col patrocinio della regione Liguria, si ricorderà il Camerata Carlo Alberto Biggini.
Il programma prevede:
- Venerdì 20, ore 18.30 la santa messa di suffragio, presso il duomo;
- Sabato 21, presso il Loggiato di Gemma si terrà un convegno promosso dall’Istituto Biggini, introdotto dal primo cittadino di Sarzara, Alessio Cavarra, a capo di un’amministrazione di sinistra, alla quale seguiranno gli interventi di storici, giornalisti, scrittori e professori;
- Domenica 22, ore 11.00 nella mattinata avverrà la commemorazione presso il cimitero cittadino.
Chi era Carlo Alberto Biggini? Un professore, uno studioso, e soprattutto un leale sostenitore del Fascismo.
Carlo Alberto, è il frutto dell’unione del politico socialista Ugo Biggini con Maria Accorsi, Nasce a Sarzana il 9 dicembre 1902, muore a Padova il 19 novembre del 1945, poco prima di compiere 43 anni.
A 18anni aderisce alle avanguardie giovanili di Sarzana, e a 23 anni dà la sua adesione al manifesto intellettuale Fascista. Si laurea in Giurisprudenza presso l’università di Genova, dal 1926 al 1928 collabora con la rivista Pietre. A 27anni si laurea anche in scienze politiche e amministrative presso l’università di Torino, mentre a 28anni ottiene il diploma di perfezionamento presso la scuola superiore di scienze corporative presso l’università di Pisa, conseguendo la libera docenza in diritto costituzionale e comparato e di dottrina generale dello Stato presso l’università di Sassari. Nel 1938 si trasferisce presso l’ateneo di Pisa, dove nel 1941 diviene il rettore.
Nel 1934 è eletto deputato per il collegio unico nazionale e nominato membro della corporazione olearia in rappresentanza dei lavoratori dell’agricoltura, in seguito, nel 1934, membro parlamentare per la riforma dei codici, quindi presidente di commissione nell’istituto di rapporti culturali con l’estero, presidente del consiglio direttivo delle scuole superiori del partito e consulente giuridico del ministero degli Esteri, per l’Albania. Consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Dopo aver partecipato alla campagna d’Africa e a quella di Grecia (per cui ottenne una medaglia di bronzo postuma), Biggini assume la carica di ISPETTORE generale del Partito Nazionale Fascista.
Il 5 febbraio 1943, in occasione del vasto rimaneggiamento di governo operato da Mussolini, è nominato Ministro dell’Educazione Nazionale, membro del Gran Consiglio e del direttorio nazionale del partito. In occasione della seduta del 24-25 luglio, Biggini riafferma la sua lealtà verso il Fascismo non firmando l’ordine del giorno Grandi, affermando che sarebbe stato impossibile scindere le responsabilità degli oppositori da quelle di Mussolini.
Il 21 settembre del 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana divenendo Ministro dell’Educazione Nazionale. Il 20 dicembre, emana un decreto attraverso il quale sottopone a revisione i ruoli degli insegnanti universitari e liberi docenti che avevano ottenuto i loro titoli per motivi esclusivamente politici durante il ventennio ottenendo che gli insegnanti venissero esonerati dal giuramento di fedeltà alla Repubblica di Salò.
Biggini, sopravvivrà agli assassini partigiani successivi al 25 aprile del 1945 grazie alla protezione di alcuni autorevoli antifascisti che in precedenza aveva contribuito a salvare (permise la liberazioni del filosofo e giurista Norberto Bobbio e di Egidio Meneghetti, capo del Cln Veneto). Finito, il conflitto gli è diagnosticato un male incurabile che lo costringerà al ricovero, presso la clinica San Camillo di Padova dove si spegnerà.
Il programma prevede:
- Venerdì 20, ore 18.30 la santa messa di suffragio, presso il duomo;
- Sabato 21, presso il Loggiato di Gemma si terrà un convegno promosso dall’Istituto Biggini, introdotto dal primo cittadino di Sarzara, Alessio Cavarra, a capo di un’amministrazione di sinistra, alla quale seguiranno gli interventi di storici, giornalisti, scrittori e professori;
- Domenica 22, ore 11.00 nella mattinata avverrà la commemorazione presso il cimitero cittadino.
Chi era Carlo Alberto Biggini? Un professore, uno studioso, e soprattutto un leale sostenitore del Fascismo.
Carlo Alberto, è il frutto dell’unione del politico socialista Ugo Biggini con Maria Accorsi, Nasce a Sarzana il 9 dicembre 1902, muore a Padova il 19 novembre del 1945, poco prima di compiere 43 anni.
A 18anni aderisce alle avanguardie giovanili di Sarzana, e a 23 anni dà la sua adesione al manifesto intellettuale Fascista. Si laurea in Giurisprudenza presso l’università di Genova, dal 1926 al 1928 collabora con la rivista Pietre. A 27anni si laurea anche in scienze politiche e amministrative presso l’università di Torino, mentre a 28anni ottiene il diploma di perfezionamento presso la scuola superiore di scienze corporative presso l’università di Pisa, conseguendo la libera docenza in diritto costituzionale e comparato e di dottrina generale dello Stato presso l’università di Sassari. Nel 1938 si trasferisce presso l’ateneo di Pisa, dove nel 1941 diviene il rettore.
Nel 1934 è eletto deputato per il collegio unico nazionale e nominato membro della corporazione olearia in rappresentanza dei lavoratori dell’agricoltura, in seguito, nel 1934, membro parlamentare per la riforma dei codici, quindi presidente di commissione nell’istituto di rapporti culturali con l’estero, presidente del consiglio direttivo delle scuole superiori del partito e consulente giuridico del ministero degli Esteri, per l’Albania. Consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Dopo aver partecipato alla campagna d’Africa e a quella di Grecia (per cui ottenne una medaglia di bronzo postuma), Biggini assume la carica di ISPETTORE generale del Partito Nazionale Fascista.
Il 5 febbraio 1943, in occasione del vasto rimaneggiamento di governo operato da Mussolini, è nominato Ministro dell’Educazione Nazionale, membro del Gran Consiglio e del direttorio nazionale del partito. In occasione della seduta del 24-25 luglio, Biggini riafferma la sua lealtà verso il Fascismo non firmando l’ordine del giorno Grandi, affermando che sarebbe stato impossibile scindere le responsabilità degli oppositori da quelle di Mussolini.
Il 21 settembre del 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana divenendo Ministro dell’Educazione Nazionale. Il 20 dicembre, emana un decreto attraverso il quale sottopone a revisione i ruoli degli insegnanti universitari e liberi docenti che avevano ottenuto i loro titoli per motivi esclusivamente politici durante il ventennio ottenendo che gli insegnanti venissero esonerati dal giuramento di fedeltà alla Repubblica di Salò.
Biggini, sopravvivrà agli assassini partigiani successivi al 25 aprile del 1945 grazie alla protezione di alcuni autorevoli antifascisti che in precedenza aveva contribuito a salvare (permise la liberazioni del filosofo e giurista Norberto Bobbio e di Egidio Meneghetti, capo del Cln Veneto). Finito, il conflitto gli è diagnosticato un male incurabile che lo costringerà al ricovero, presso la clinica San Camillo di Padova dove si spegnerà.
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