Eluana Englaro e lo Stato italiano
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Eluana Englaro e lo Stato italiano
Eluana Englaro
Un caso privato sta spostando l’attenzione del popolo dai veri problemi che l’Italia ha dinanzi a se.
I giornalisti della carta-stampata e quelli televisivi ormai si occupano solo di Eluana Englaro una donna che i medici dovevano lasciare morire sedici anni fà, nel 1992, quando subì un incidente che l'ha costretta sino ad oggi in un lettino d’ospedale, pagato con soldi di tutti noi.
La non morte, diventa sostentamento per i tanti che l’accudiscono visto che è incapace di nutrirsi e di attuare la maggior parte dei movimenti volontari,
Ma parliamo di ciò che accade in questi giorni. Il padre di Eluana Englaro, come noi, la vuole morta, si scontra da molti anni con la giustizia, Tribunale, tribunale del riesame, cassazione e via di nuovo, Ora, un giudice finalmente ha deciso: può farla morire, in questo caso non significa che Eluana smetterà di respirare, significa che le sarà interrotta l'alimentazione forzata, anche se questo le procurerà dei dolori, non fa nulla tanto non ha nessun modo per esternarlo.
Questa la pura cronaca, ma arriva la vergogna. La democrazia capitalista per governare deve assopire il popolo, diffonde la notizia, una moltitudine di persone sono subito intervenute a dire la loro, chi è favorevole ha dato un supporto morale al padre Peppino, chi è sfavorevole, come lo Stato del Vaticano fa pressioni sul governo, il quale emana un Decreto legge per impedire che la volontà del padre di liberarsi dell’inutile corpo della figlia divenga realtà.
A che serve l'espressa autorizzazione del giudice che gli consente di procedere alla rimozione di quel tubicino che le ha permesso di vivere per oltre sedici anni a carico della collettività.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non dimentica il suo passato di capo comunista, di “laico”, di ateo” e, non controfirma il Decreto del governo, a questo punto il governo trasforma il Decreto in disegno legge pretendendo una corsia preferenziale in Parlamento.
Alla democrazia capitalista, di Eluana non importa nulla, essa poteva morire nel silenzio, senza i clamori che l’irresponsabile padre ha sollevato in questi ultimi mesi.
Da fascisti ci chiediamo, cosa aspetta la medicina a porre fine alla vita delle tante Eluane Englaro che occupano lettini nelle sale di rianimazione, costano decine di milioni di euro all’anno al popolo italiano, se è giustificata la morte di Eluana come può giustificarsi al contrario il mantenimento in vita di quanti restano, prigionieri, del coma vegetativo.
Dopo settant’anni una parte del popolo italiano dà ragione al criminale comportamento della Germania nazista, dove con la scusa della difesa della razza sterilizzavano i padri e uccidevano i neonati che presentavano una qualsiasi disabilità. Pensiamo se quel regime lasciava per più di sedici anni in un letto un essere umano in coma.
Anche se la democrazia capitalista necessità di distorcere tutte le verità, è opportuno affermare l’impossibilità di imporre ai cittadini la vita ad ogni costo, è tempo di vincere ogni prevaricazione, riconoscendo la laicità dello Stato, che oltre alla vita deve farsi garante anche della morte per quanti si dicono stanchi di soffrire e di vivere.
I giornalisti della carta-stampata e quelli televisivi ormai si occupano solo di Eluana Englaro una donna che i medici dovevano lasciare morire sedici anni fà, nel 1992, quando subì un incidente che l'ha costretta sino ad oggi in un lettino d’ospedale, pagato con soldi di tutti noi.
La non morte, diventa sostentamento per i tanti che l’accudiscono visto che è incapace di nutrirsi e di attuare la maggior parte dei movimenti volontari,
Ma parliamo di ciò che accade in questi giorni. Il padre di Eluana Englaro, come noi, la vuole morta, si scontra da molti anni con la giustizia, Tribunale, tribunale del riesame, cassazione e via di nuovo, Ora, un giudice finalmente ha deciso: può farla morire, in questo caso non significa che Eluana smetterà di respirare, significa che le sarà interrotta l'alimentazione forzata, anche se questo le procurerà dei dolori, non fa nulla tanto non ha nessun modo per esternarlo.
Questa la pura cronaca, ma arriva la vergogna. La democrazia capitalista per governare deve assopire il popolo, diffonde la notizia, una moltitudine di persone sono subito intervenute a dire la loro, chi è favorevole ha dato un supporto morale al padre Peppino, chi è sfavorevole, come lo Stato del Vaticano fa pressioni sul governo, il quale emana un Decreto legge per impedire che la volontà del padre di liberarsi dell’inutile corpo della figlia divenga realtà.
A che serve l'espressa autorizzazione del giudice che gli consente di procedere alla rimozione di quel tubicino che le ha permesso di vivere per oltre sedici anni a carico della collettività.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non dimentica il suo passato di capo comunista, di “laico”, di ateo” e, non controfirma il Decreto del governo, a questo punto il governo trasforma il Decreto in disegno legge pretendendo una corsia preferenziale in Parlamento.
Alla democrazia capitalista, di Eluana non importa nulla, essa poteva morire nel silenzio, senza i clamori che l’irresponsabile padre ha sollevato in questi ultimi mesi.
Da fascisti ci chiediamo, cosa aspetta la medicina a porre fine alla vita delle tante Eluane Englaro che occupano lettini nelle sale di rianimazione, costano decine di milioni di euro all’anno al popolo italiano, se è giustificata la morte di Eluana come può giustificarsi al contrario il mantenimento in vita di quanti restano, prigionieri, del coma vegetativo.
Dopo settant’anni una parte del popolo italiano dà ragione al criminale comportamento della Germania nazista, dove con la scusa della difesa della razza sterilizzavano i padri e uccidevano i neonati che presentavano una qualsiasi disabilità. Pensiamo se quel regime lasciava per più di sedici anni in un letto un essere umano in coma.
Anche se la democrazia capitalista necessità di distorcere tutte le verità, è opportuno affermare l’impossibilità di imporre ai cittadini la vita ad ogni costo, è tempo di vincere ogni prevaricazione, riconoscendo la laicità dello Stato, che oltre alla vita deve farsi garante anche della morte per quanti si dicono stanchi di soffrire e di vivere.
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