4 dicembre 2016: il voto non ha salvato la Costituzione, ha cacciato Renzi.
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4 dicembre 2016: il voto non ha salvato la Costituzione, ha cacciato Renzi.
E’ la terza volta che gli italiani sono chiamati a votare per dire Si o No alla riforma della costituzione, ritenuta (a torto) dai nostri politicanti la più belle del mondo,a suo tempo scritta a due mani dall’esercito occupante, e da fuoriusciti rancorosi, che la stilarono CONTRO e non PER.
Nei precedenti referendum costituzionale la sinistra aveva dimostrato di saper controllare il voto della propria base, mentre la destra falliva su tutti i fronti, il 4 dicembre 2016 anche la sinistra, divisa, ha perso il suo controllo.
L’insulsa costituzione è stata modificata ben 16 volte, ma, gli italiani sono stati chiamati a dare il proprio parere soltanto tre volte, per tredici volte le modifiche costituzionali sono state imposte agli italiani dalle oscure camere.
Il primo referendum costituzionale confermativo avanzato dall’Ulivo, si è svolto il 7 ottobre 2001, allora gli elettori chiamati alle urne furono 49.462.222, si recarono ai seggi 16.843.420 pari al 34,01% il restante 65,09% non ha dato alcuna importanza alle modifiche apportate alla costituzione antifascista, hanno votato per il Si 10.433.574 (64,21 % ) e per il No 5.816.527 ( 35,79%).
Il secondo referendum costituzionale confermativo fu proposta dal centro-destra, si è svolto il 25-26 giugno 2006, in quella occasione gli elettori iscritti nelle liste elettorali erano 49.772.506 dei quali si recarono a votare 26.110.925 pari al 52,05%, 15.783.268 (61,29) votarono No e 9.970.513 (38,07%) scelsero il Si.
Il terzo referendum costituzionale confermativo voluto dal governo Renzi, si è svolto il 4 dicembre 2016. Un referendum che al contrario dei precedenti nell’intenzione del Presidente del Consiglio doveva essere un plebiscito. Tant’è che aveva corrotto il sistema informativo attraverso la sua onnipresenza, fatto che, la maggioranza degli elettori non ha gradito, infatti, dei 50.773.284 elettori chiamati alle urne, solo 33.243.845 (65,47%) si è arrecato ai seggi per esprimere il voto, 19.419.528 hanno detto No (59,11) e 13.432.187 (40,87) hanno detto Si. Il successo del No è stato possibile grazie ad un fronte del tutto variegato che andava dai vili traditori rossi ai falsi fascisti di Casapound, una marmaglia senza alcuna possibilità di costruire una vera alternativa di governo, considerata l’incompatibilità dei programmi. Nell’ eventuale voto anticipato saranno per forza di cose divisi, in quanto sono troppo diverse le loro posizioni.
Un No, che ha aperto l’ennesima crisi di governo, del quale i veri Fascisti dovrebbero approfittare, senza se e senza ma spiegando al Popolo che questa falsa “democrazia” da anni li accompagna alla morte sociale. Non saranno i grillini ne tanto meno i leghisti a fare superare la crisi degli italiani i quali ormai da tempo si attaccano ad ogni carro che le passa accanto.
Occorre una forza politica fortemente caratterizzata nell’impegno culturale e sociale, capace di dire No ai burocrati di questa Europa capace solo a favorire la grande finanza internazionale, ponendo regole limitative allo sviluppo. Per sconfiggerli, è necessario abbandonare l’attuale sistema fiscale e in particolare, accise e tassazione del valore aggiunto che rende più agli speculatori che ai produttori.
In questo frangente si deve lottare per distruggere, e per sempre, il pensiero socialista, il quale ha ampiamente dimostrato, la dove è stato attuato che, provoca povertà e disperazione, anche perché si ingrassa di essi, attraverso la limitazione di ogni possibile sviluppo e ricchezza.
Nei precedenti referendum costituzionale la sinistra aveva dimostrato di saper controllare il voto della propria base, mentre la destra falliva su tutti i fronti, il 4 dicembre 2016 anche la sinistra, divisa, ha perso il suo controllo.
L’insulsa costituzione è stata modificata ben 16 volte, ma, gli italiani sono stati chiamati a dare il proprio parere soltanto tre volte, per tredici volte le modifiche costituzionali sono state imposte agli italiani dalle oscure camere.
Il primo referendum costituzionale confermativo avanzato dall’Ulivo, si è svolto il 7 ottobre 2001, allora gli elettori chiamati alle urne furono 49.462.222, si recarono ai seggi 16.843.420 pari al 34,01% il restante 65,09% non ha dato alcuna importanza alle modifiche apportate alla costituzione antifascista, hanno votato per il Si 10.433.574 (64,21 % ) e per il No 5.816.527 ( 35,79%).
Il secondo referendum costituzionale confermativo fu proposta dal centro-destra, si è svolto il 25-26 giugno 2006, in quella occasione gli elettori iscritti nelle liste elettorali erano 49.772.506 dei quali si recarono a votare 26.110.925 pari al 52,05%, 15.783.268 (61,29) votarono No e 9.970.513 (38,07%) scelsero il Si.
Il terzo referendum costituzionale confermativo voluto dal governo Renzi, si è svolto il 4 dicembre 2016. Un referendum che al contrario dei precedenti nell’intenzione del Presidente del Consiglio doveva essere un plebiscito. Tant’è che aveva corrotto il sistema informativo attraverso la sua onnipresenza, fatto che, la maggioranza degli elettori non ha gradito, infatti, dei 50.773.284 elettori chiamati alle urne, solo 33.243.845 (65,47%) si è arrecato ai seggi per esprimere il voto, 19.419.528 hanno detto No (59,11) e 13.432.187 (40,87) hanno detto Si. Il successo del No è stato possibile grazie ad un fronte del tutto variegato che andava dai vili traditori rossi ai falsi fascisti di Casapound, una marmaglia senza alcuna possibilità di costruire una vera alternativa di governo, considerata l’incompatibilità dei programmi. Nell’ eventuale voto anticipato saranno per forza di cose divisi, in quanto sono troppo diverse le loro posizioni.
Un No, che ha aperto l’ennesima crisi di governo, del quale i veri Fascisti dovrebbero approfittare, senza se e senza ma spiegando al Popolo che questa falsa “democrazia” da anni li accompagna alla morte sociale. Non saranno i grillini ne tanto meno i leghisti a fare superare la crisi degli italiani i quali ormai da tempo si attaccano ad ogni carro che le passa accanto.
Occorre una forza politica fortemente caratterizzata nell’impegno culturale e sociale, capace di dire No ai burocrati di questa Europa capace solo a favorire la grande finanza internazionale, ponendo regole limitative allo sviluppo. Per sconfiggerli, è necessario abbandonare l’attuale sistema fiscale e in particolare, accise e tassazione del valore aggiunto che rende più agli speculatori che ai produttori.
In questo frangente si deve lottare per distruggere, e per sempre, il pensiero socialista, il quale ha ampiamente dimostrato, la dove è stato attuato che, provoca povertà e disperazione, anche perché si ingrassa di essi, attraverso la limitazione di ogni possibile sviluppo e ricchezza.
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