Il M.S.I.-DN negli anni 80: La linea politica

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Messaggio  Admin Lun 30 Mar 2009, 16:02

Il  M.S.I.-DN negli anni 80: La linea politica Liber297

M.S.I.-DN negli anni 80: La linea politica

Messaggio  Nello il Sab 25 Ott 2008 - 14:26
Dal “Secolo d’Italia” del 23 gennaio 1983
Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale
IL MESSAGGIO DEGLI ANNI ‘80

I massimi organi del Msi-Dn – Comitato centrale, Direzione nazionale, Segreteria politica nazionale- hanno unitariamente redatto questo documento che mentre a livello interno costituisce la linea a la garanzia di marcia del partito, a livello esterno, in direzione della pubblica opinione e delle categorie del mondo del lavoro e della produzione, rappresenta qualche cosa di più di un programma elettorale, in vista delle grandi competizioni della prossima primavera.
Questo documento vuole infatti avere, anche al di là del pur importantissimo fatto elettorale (sia esso soltanto amministrativo, ma per ben dieci milioni di italiani, sia esso - come appare probabile – anche politico), il respiro di un messaggio: il messaggio degli anni ’80, che saranno, che già cominciano ad essere, gli anni della crisi finali, totale, irrevocabile di un sistema e della sua graduale o repentina, ma comunque necessaria, salutare, inevitabile sostituzione; il messaggio degli anni ’80, che saranno, che già cominciano ad essere, per chiari segni, gli anni della svolta.
A chi lancia ipotesi con lo sguardo rivolto all’indietro: <> ; noi rispondiamo: niente ritorni, basta con le dietrologie di regime. Noi siamo <>, perché l’alternativa che abbiamo l’onore di rappresentare ci colloca in posizione di avanguardia, e per quanto concerne la concezione dello Stato, e per quanto concerne la Nazione nel respiro di Europa, e per quanto concerne il Lavoro soggetto della economia e protagonisti della vita dello Stato.
In questo nostro impegno, in questa nostra denuncia, in questa nostra sfida, in questa nostra capacità e volontà di alternativa globale consistente il messaggio degli anni ’80, che si articola nei seguenti punti preliminari; e nelle successive proposizioni, che, tema per tema, sono state concordemente redatte dalla classe dirigente – unitaria – del Msi-Dn.

1- NON ESISTE LO STATO, MA IL REGIME
Nulla è mutato dai tempi del CNL: né la mentalità, né le strutture, né i privilegi . Tanto al centro quanto in periferia, la gestione del potere è gelosamente chiusa e lottizzata fra tutti i partiti del CNL; e poiché si lottizzano anche le libertà di stampa e di informazione, e non soltanto i profitti, ben può dirsi che lo Stato non esiste in Italia, né istituzionalmente né moralmente.

2- NON E’ IL GOVERNO CHE GESTISCE IL REGIME; MA LA PARTITOCRAZIA
Quando si parla della <> dell’Italia di oggi (e non siamo certamente soli a palarne), si dice poco;perché bisognerebbe parlare dell’assenza dell’istituto Governo;e non perché dalla <>in poi, i Governi non sono stati stabili, r non solo perché si sono succeduti più di 40 Governi , con una durata media non superiore agli otto mesi; ma per il fatto, incontestabile, che il Governo in quanto tale è sì l’Esecutivo, ma lo è in quanto esegue, per i piccoli come per i grandi problemi, la volontà dei partiti che del Governo e della maggioranza fanno parte. E’persino ridicolo, ed è comunque pretestuoso, distinguere la crisi di Governo in crisi parlamentari ed extra-parlamentari, perché qualche volta il Parlamento è stato chiamato in causa, ma sempre per recepire e per ratificare ciò che in altra sede era stato deciso.

3- TUTTE LE ISTITUZIONI SONO IN CRISI:E’ CRISI DI SISTEMA
Ma non è in crisi, istituzionalmente, soltanto il Governo, è in crisi di sistema tutta intiera la prima Repubblica, nata dalla resistenza.
E’ crisi, a prescindere dai personaggi, l’istituto Presidenza della Repubblica. Un solo esempio basta a dimostrarlo: il Presidente della Repubblica, comunque egli si chiami, è impotente di fronte al più importante tra i problemi: quello della conduzione e soluzione delle crisi di Governo. Non vuole, e dichiara di non volere , lo scioglimento anticipato delle Camere, a seguito di una crisi di Governo; e le Camere gli si sciolgono sotto gli occhi; dichiara di volere (come accadde nell’agosto del 1982) nuovi Ministri, con alla testa i disonesti e gli incompetenti.
Ma è in crisi – di sistema – anche l’istituto Parlamentare; e sono i Presidenti della Camera e del Senato a riconoscerlo, ammettendo che non esiste Parlamento al mondo meno efficiente (in relazione al bicameralismo rigido che lo caratterizza) e meno rappresentativo degli interessi reale del Paese (in relazione alla partitocrazia che lo domina e lo soffoca).
Che sia in crisi l’istituto sindacato, in relazione alla mancata attuazione, anzi alla impossibile (nel quadro dell’attuale sistema) attuazione degli articoli 39,40 e 46 della Costituzione, è cosa anche troppo nota. E che sia in crisi l’istituto partito, come legittima rappresentanza del pluralismo politico, per la indeterminatezza dell’articolo 49 della Costituzione, un articolo che consente tutte le prevaricazioni, è ugualmente evidente.

4- IL REGIME NUN TUTELA LA VITA DEI CITTADINI DI FRONTE ALLA CRIMINALITA’
Il Ministro dell’Interno, di recente, e facendogli eco il Segretario della Dc, nel corso del recente viaggio negli Stati Uniti è uscito vittorioso dalla lotta contro il terrorismo.
Nel 1982 (e nulla fa sperare che nel corso del 1983 le cose mutino) l’Italia è diventata la protagonista mondiale del terrore:
a) a livello di terrorismo politico internazionale (attentato al Pontefice e successive rilevazioni circa i collegamenti tra i vari servizi segreti);
b) a livello di saldatura, all’interno del nostro Paese, fra criminalità politica, criminalità mafiosa, criminalità camorristica ( assassinio del gen. Dalla Chiesa, caso Cirillo con diramazioni brigatiste e camorriste, e con il molto sospetto intervento dei nostri stessi servizi segreti);
c) a livello di spaccio della droga. L’Italia è diventata la porta-aerei mediterranea di ogni sorta di droghe.
Il M.S.I.-Dn si onora di essere il solo partito italiano che ha presentato, di recente, a tutela della giovinezza nazionale, una dura legge repressiva nei confronti degli spacciatori di droga.
Il M.S.I.-Dn rivendica a se stesso l’onore di essere il solo partito a chiedere a gran forza che l’istituto del soggiorno obbligato, del quale la mafia e la camorra si servono per diffondere ovunque il loro veleno, sia abrogato;e venga attuata prontamente una riforma carceraria tale da garantire l’isolamento della pestilenza terroristica che sta ammorbando l’intero scopo della Nazione.

5- LE CLIENTELE DI POTERE SOFFOCANO GLI INTERESSI DELLE CATEGORIE
Gli uomini parlano di presunti << interessi corporativi>> che si contrapporrebbero agli interessi sociali ed economici del popolo italiano. Anche in questo caso, come per il terrorismo, il regime mentisce; ma questo caso è ancora più grave, perché il regime tenta addirittura di capovolgere le responsabilità.
Gli interessi da tutelare sono gli interessi delle categorie del mondo del lavoro e della produzione; sono gli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro. In clima corporativo, nel quadro di un sistema corporativo, adottando la logica del chiaro linguaggio corporativo ( e del corporativismo di tradizione cattolica, non meno che del corporativismo di tradizione fascista), si realizza la collaborazione organica tra lavoratori e il datore di lavoro, si realizza il coordinamento e la conciliazione tra interessi delle categorie, il lavoro assurge a protagonista della vita sociale ed economica, la proprietà privata viene tutelata purché utilizzata ai fini sociali, e può in tal modo realizzarsi lo Stato nazionale del lavoro.
L’attuale regime è invece il regime delle clientele, del le clientele di potere come di quelle economiche. Allo Stato, anche in termini socio-economici, si sostituisce il regime, che alimenta due specie di parassitismo a spese del cittadino- contribuente: un parassitismo di vertice, che si esprime nelle lottizzazioni partitocratriche (si lottizza ormai tutto, compreso la libertà di pensiero e di opinione, manovrate dal carrozzone impudente della Rai-Tv; un parassitismo di base, che si esprime nel termitaio degli innumerevoli e sempre crescenti enti locali: dalle USL alle circoscrizioni di quartiere, ai comuni, alle province, alle regioni.

6- IL SISTEMA E’ ANCHE MORALMENTE FRADICIO
Si dice che in questi ultimi anni il sistema sia stato coinvolto, insieme con le forze politiche e sociali che lo rappresentano, in una marea di scandali che gli hanno tolto ogni giustificazione morale e quindi ogni credibilità. E’ vero; ma è anche più vero che in una marea di scandali il sistema è nato. Basti pensare alla vicenda dell’oro Dongo, con tutti i risvolti politico – affaristico – giudiziario che vennero allora alla luce. Naturalmente ciò non ci può né ci deve portare su posizioni viscerali del tipo di quelle, ormai in vergognosa e definitiva ritirata, che hanno caratterizzato, sulla opposta sponda, certo antifascismo. Ma, pur riconoscendo, e riconoscendo volentieri, che non tutti sono marci nel sistema, dobbiamo dichiarare con forza, con la forza dei testimoni e con l’autorità dei giudici, che marcio è il sistema nel suo complesso, e che per non marcire il popolo italiano deve liberarsi dal sistema e dalla sua logica corrotta e corruttrice.
D’altra parte, la funzione del giudice ci viene ormai riconosciuta in linea di diritto e in linea di fatto. Sono i nostri parlamentari, deputati e senatori, che nelle varie commissioni inquirenti, negli organi parlamentari che il regime ha dovuto costituire per processare se medesimo; sono i nostri parlamentari che assumono giorno per giorno le posizioni più aperte e più dure, lungi da ogni tentazione compromissoria, fuori da ogni possibilità di intesa sottobanco con le forze di regime. E anche i grandi processi per la violenza e le stragi, da quello di Catanzaro a quelli di Bologna, e per l’Italicus e per la stazione, a quello di Brescia, i processi e le accuse che ci procurarono sanguinose rappresaglie e temerarie pesantissime accuse, si sono ritorti, uno dopo l’altro, contro gli accusatori di regime.
Noi giudici, dunque, nel processo contro il regime, che è ormai in pieno irrevocabile corso; e le forze di regime, ad una ad una, e tutte quante, sul banco degli accusati.

7- IL BADOGLISMO EREDE DEL CIELLENISMO A LIVELLO INTERNAZIONALE
Dopo la corsa verso Regan dei rappresentanti della maggioranza di regime, e in particolare del massimo esponente della Dc, che si è presentato a Washington come il primo della classe atlantica, accade che alla Camera un deputato comunista venga eletto, per la diserzione di una parte della maggioranza, Presidente della delicatissima Commissione della Difesa (a questo punto le sinistre hanno in mano, con Lagorio Ministro, i due terzi della rappresentanza ufficiale della Difesa); e accade altresì che il Ministro degli affari Esteri on. Colombo voli a Berlino est subito dopo la visita a Bonn del Ministro degli Esteri sovietico. Le marce della pace si succedono sul nostro territorio; e non v’è dubbio, malgrado le assicurazioni in contrario dello scolaretto diligente De Mita, che siamo gli ultimi della classe, europea e occidentale, sul piano dei programmi energetici e nucleari, sia per fini di pace che per finalità di difesa.
La Destra nazionale è ben lungi dall’attestarsi su anacronistiche impostazioni nazionalistiche di vecchio tipo; ma respinge con estrema fermezza ogni neutralismo mascherato, ogni specie e tipo di badoglismo ritardato. Siamo parte integrante della Nazione Europea; e siamo ben consapevoli di essere l’avamposto civile, ma anche l’avamposto militare, nel Mediterraneo.

8- DAL CULTURAME ALLA CULTURA
La nostra lotta anti-sistema e anti-regime vuole anche essere al tempo stesso un ritorno e una avanzata ripresa dei valori culturali in cui si è sempre riconosciuta la Nazione italiana: dei valori culturali che hanno fatto l’Italia; e in particolare dei valori culturali che hanno preceduto e accompagnato la grande vicenda risorgimentale:i valori culturali dell’unità d’Italia, i valori culturali dell’interventismo, i valori culturali del nazionalismo vittorioso, i valori culturali che in D’Annunzio, che in Papini, che in Martinetti, che più avanti in Giovanni Gentile hanno dato vita ad una riscossa umanistica: i valori culturali che il movimento fascista divento regime seppe promuovere e volle esaltare senza pretendere di asservirli e di soffocarli.
A questo riguardo il nostro Messaggio degli anni ’80 si indirizza soprattutto alle giovani generazioni, che l’antifascismo viscerale ha invano tentato di isterilire nella ignoranza e nella faziosità; r alle quali il Msi-Dn si presenta come il coraggioso assertore, e promotore, di un nuovo risorgimento, inteso e praticato come luminoso richiamo alla Storia (ecco perché la nostra celebrazione del centenario mussoliniano è la iniziativa più giovane che mai da noi sia stata presa) e al tempo stesso come invito a partecipare in prima linea, anzi a capeggiare la grande battaglia anti-sistema: dal culturale catto-comunista alla cultura umanistica, all’umanesimo della cultura in parallelo con l’umanesimo del lavoro.

9- CONCLUSIONE: IL MSI-DN DEGLI ANNI ’80 AVANTI PER L’ALTERNATIVA!
Solo una chiara e decisa impostazione anti-regime e anti-sistema, solo una chiara e decisa impostazione di denuncia, di sfida e di alternativa, può aprire la strada alla speranza; e costituisce comunque la sola possibilità di far politica con obbiettivi concreti, la sola possibilità di no lasciarsi coinvolgere e travolgere nella crisi in cui sta agonizzando la prima Repubblica nata dalla resistenza; la sola possibilità di operare per la trasformazione del regime in un Stato, della clientela di classe e del regime in uno Stato, della clientela di classe e del privilegio di casta in una Società ordinata, giusta e progredita; la sola possibilità di credere, e di indurre il popolo italiano a poter credere – vinto il pessimismo, debellato il cinismo, condannata e travolta la corruttela di regime – nel risorgere di una Nazione italiana sicura nei propri confini, e civilmente inserita con pari diritti, nell’Europa e nell’Occidente.
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